Ready to win.

Ready to win.

Siamo stati ospiti del Team Yamaha EMX250 ASTES4-TESAR DP19 a Vizzola Ticino, nella storica residenza della famiglia Caproni, in occasione della cena di gala e della presentazione ufficiale del Team.

In questa splendida location diverse raffigurazioni riportano ancora l’effige del caprone rampante (blasone della famiglia Caproni), a cui il grande poeta e pilota Gabriele D’Annunzio dedicò il motto `Senza cozzar dirocco” per le leggendarie imprese degli aeroplani Caproni. Aeromobili prodotti nella storica industria lombarda con cui volarono ad esempio D’Annunzio stesso ed il generale Umberto Nobile. Tutti hanno negli occhi i meravigliosi biplano e monoplano varesini, ma non tutti sanno che dalle fabbriche Caproni uscirono anche pregiati motocicli, molto apprezzati nei primi anni del secolo passato. Ad un secolo di distanza, le due ruote tornano per farsi ammirare.

Padrone di casa il Team Manager Daniele Marchese che ha presentato gli ospiti (media partners, sponsor, amici e tifosi), i componenti della sua squadra, la rappresentanza ufficiale Yamaha presente, ed ha illustrato le strategie e gli obiettivi stagionali del suo Team.

Approfondiamo alcuni dei temi trattati in questa interessante serata con Fabio Tognella e David Philippaerts.

Fabio Tognella, Marketing manager.

Il vostro Team è nuovo e rappresenterà nel campionato Europeo MX2 Yamaha, una delle grandi case produttrici mondiali di moto. E’ stato complicato assemblare una struttura nuova che deve ottimizzare il lavoro di tre giovani piloti rampanti, di un grande campione come Philippaerts e di numerosi collaboratori tra manager e tecnici?

Guardi, riunire in un’unica struttura operativa due team, il nostro ed il DP19 Team, è stato più semplice di quanto pensassimo. La cosa più complicata è stata quella di far lavorare in sincrono tre piloti di nazionalità diverse: un francese, un lettone ed un olandese. Ciascuno di loro si è portato dietro le proprie esigenze, le proprie abitudini, la propria lingua. Due di loro poi sono minorenni, quindi sono seguiti molto da vicino dalla famiglia. Abbiamo superato ogni difficoltà iniziale con una precisa definizione dei ruoli interni al team: Rider Manager David Philippaerts, Team Manager Daniele Marchese e Marketing Manager il sottoscritto. David con la sua grande esperienza è stato perfetto nell’amalgamare il gruppo dei piloti con tutto il personale tecnico, il Team Manager ha avuto il merito di avere concesso a David una grande autonomia ed io ho cercato di rappresentare al meglio la nostra squadra con i media e con gli sponsor, alcuni di questi ultimi al debutto nel grande mondo del motocross.

Senza mezzi termini Yamaha ci ha detto che si attende da noi la vittoria 

Cosa si aspetta Yamaha da voi in questa stagione d’esordio?

Si aspetta la vittoria. Si aspetta che il nostro Team riesca a vincere perché ha messo in questo progetto tante risorse a nostra disposizione. Ci ha dato la possibilità di far scendere in campo con le nostre insegne Maxime Renaux che è il vincitore del mondiale Junior MX 125 2015, Kārlis Sabulis che è un pilota giovanissimo ma già maturo, molto veloce e già con alcune esperienze nel Mondiale e poi un debuttante assoluto nella cilindrata 250 Roan van de Moosdijk . Senza mezzi termini Yamaha ci ha detto che si attende da noi la vittoria nel campionato o quantomeno un piazzamento di assoluto prestigio a podio.

Mi sembrano aspettative molto importanti, di solito si lascia ad un Team appena costituito almeno una stagione di preparazione, prima di puntare al bersaglio grosso. Invece Yamaha vi chiede di vincere subito, già dal primo anno.

Ci chiedono di vincere subito perché l’impegno che hanno profuso nei nostri confronti è molto alto. In ogni caso il nostro accordo è biennale, ma non vogliamo nasconderci dietro ad un dito. Noi vogliamo condurre con loro un progetto a lungo termine, e siamo convinti che questi primi due anni saranno più che sufficienti per raggiungere gli obiettivi che Yamaha ci ha indicato.

Questo input VINCERE vi crea pressione?

La pressione è altissima, sappiamo perfettamente di essere in ogni momento sotto osservazione. Tutta Yamaha ci osserva, noi siamo gli ultimi arrivati ed abbiamo l’onore di portare nell’Europeo due e mezzo il loro brand ed i loro piloti. Noi puntiamo a non deluderli, poi c’è sempre una componente fortuna che entra in gioco e speriamo che in questa stagione giochi a nostro favore.

Il concorrente più temibile siamo noi stessi.

Il team concorrente ed i piloti che temete di più.

Il concorrente più temibile siamo noi stessi. Abbiamo tre e non due piloti, tutti atleti di punta, tutti potenziali vincitori finali e di tappa. Non dobbiamo fare errori lungo la strada, dobbiamo tenerli sempre concentrati ed allenarli nel modo migliore. Ma qui abbiamo David Philippaerts che entra in gioco, e lui è l’uomo giusto al posto giusto. Dobbiamo solo stare attenti a non fare errori noi, i concorrenti degli altri team ad oggi non rappresentano una difficoltà.

David Philippaerts – Rider Manager

David si riparte con una nuova esperienza. Il tuo Team DP19 si affianca a SDM e contribuisce a creare una squadra molto competitiva ed agguerrita. Istruttore e guida dei nuovi talenti Yamaha. Sei pronto?

Certo. Yamaha mi ha incaricato di far crescere le nuove leve del motocross in blù. Si parte con i piloti più giovani della Yamaha Cup 125, li si porta nell’Europeo 250 e li si mette in grado di giocarsi il Mondiale MX2. Questo è il mio compito primario per Yamaha. Lo scorso anno alcuni piloti sono già passati dal mio Team privato e da quest’anno confluiscono in ASTES4-TESAR. Non si tratta di uno stop all’attività del DP19 Team ma del rafforzamento di quanto ho iniziato a fare nel 2013, curando i giovani piloti più promettenti.

La tua attività di pilota come prosegue?

Direi bene. Ho corso gli Internazionali d’Italia 2017 e le tappe di Riola e Malagrotta sono andate abbastanza bene. Ad Ottobiano ho avuto delle difficoltà perché la sera prima della gara ho avuto un incidente in auto e mi sono fatto male ad una mano, guidare in pista era molto molto difficile. Sono particolarmente soddisfatto della tappa di Malagrotta dove nelle due manche ho fatto delle belle rimonte, grazie anche al fatto che la pista fosse meno fisica e selettiva delle altre due del trittico Internazionali. Adesso sono un pochino indietro con la preparazione fisica perché mi sono concentrato molto sul lavoro dei ragazzi. Siamo stati in Belgio a fare una serie di test e non ho avuto il tempo di allenarmi come si deve. Recupererò comunque e vedrò di farmi trovare pronto per la prima gara del Campionato Italiano che è ormai imminente. Io vado avanti, con il Campionato Italiano e con qualche prova del Mondiale. Ne abbiamo in programma quattro, poi in corso di stagione vedremo se farle aumentare o diminuire di numero. Una decisione definitiva non l’abbiamo ancora presa. Pensavamo alle due tappe italiane, alla Germania ed alla Svizzera.

Quando mi infilo il casco faccio il pilota, sono solo un pilota.

Come fai a separare la tua carriera di pilota da quella di preparatore dei giovani? Mentalmente non deve essere una cosa molto semplice.

Ed invece è una cosa semplicissima. Molto più semplice di quello che si possa pensare. Quando io metto il casco intorno a me non esiste più niente e nessuno. Questa è una cosa che mi hanno chiesto già nel 2014 quando sono partito con il mio Team privato, dove ero sia organizzatore sia pilota. Quando mi infilo il casco faccio il pilota, sono solo un pilota. Quando lo tolgo faccio il manager. Semplice. Il momento della gara è semplice da gestire. Il difficile viene durante la settimana, quando si devono pianificare mille cose. Quest’anno sarà tutto molto più agevole grazie alla presenza di Daniele e Fabio nell’organizzazione della squadra. Sino all’anno corso ho dovuto fare un pò di tutto, quest’anno posso concentrarmi esclusivamente sulla preparazione dei piloti ed essere h24 a disposizione dei ragazzi. Allenando anche il pilota DP19 con loro!

La scorsa settimana, per caso, ho ritrovato la foto di un giovanissimo David Philippaerts con alle spalle un grande campione del passato che lo consigliava. Ti sembra possibile che sia davvero passato tutto questo tempo e che oggi i ruoli si siano invertiti? Ora sei tu a dare consigli ai giovani piloti. 

Jobè! Quella foto mi ha commosso dal primo giorno che l’hanno scattata. Georges Jobé è stato uno dei più grandi piloti di sempre, cinque volte mondiale, ha vinto tutto quello che c’era da vincere e quando è stato il mio allenatore mi ha fatto capire tantissime cose. Siamo stati insieme tre anni. Ha continuato a farmi capire tante cose quando ha avuto la paralisi, quando gli hanno trovato il tumore e poi quando è mancato per me è stata davvero dura. In tutta la mia vita ho avuto tante persone che mi hanno dato buoni consigli, i miei genitori, Andrea Bartolini, Alice Angiolini e suo papà e poi appunto Jobè. Sono stati tutti parte integrante della mia carriera e della mia vita e Georges Jobé è stato veramente importante per arrivare a vincere il Mondiale. Quando vedo quella foto oltre a commuovermi mi dico “io sono uguale a lui e con i miei piloti voglio fare quello che lui ha fatto con me”.

Tu hai tre giovani piloti di tre nazionalità diverse, che parlano tre lingue diverse ed hanno diverse abitudini. Qual è la lingua universale del motocross che ti consente di relazionarti con loro come se arrivassero tutti dallo stesso posto? 

Ahahah… Claudio lo sai, è l’inglese! L’ho imparato in tutti questi anni da pilota in giro per il mondo! OK, dai ti rispondo seriamente. Il trucco per potermi confrontare senza problemi con loro è tornare ragazzo e parlare come parlano loro. Sono contento perché mi stanno seguendo molto bene, anche se qualche volta devo fare il Capo. Io ho un’età ed un ruolo diverso dal loro, quindi non posso ragionare come ragionano loro, ma devo parlarecome i ragazzi, questa è la chiave giusta per potersi confrontare al meglio con tutti e tre. In francese, in lettone ed in olandese io comunque sono il Capo. Capo è un termine forte, imperativo, ma noi lo usiamo con molta serenità, con allegria, con rispetto.

Si parla tra di noi in inglese ma io cerco di insegnare a tutti e tre un pochino di italiano, Maxime ed i suoi genitori mi stanno insegnando un pò di francese, insomma parliamo più lingue possibili!

Fabio Tognella mi diceva prima che avete un accordo biennale con Yamaha, ma la casa dei tre diapason si aspetta da subito la vittoria. Questa aspettativa, a te che sei il responsabile tecnico ed ai ragazzi che salgono in moto, mette ansia oppure è uno stimolo a fare sempre meglio?

Nessuna tensione. Noi abbiamo tre piloti forti. Due potenzialmente possono vincere. Kārlis e Maxime. Roan è sulla carta un passo dietro di loro, anche se nelle tre gare degli Internazionali d’Italia è quello che è andato più forte. E’ un passo indietro solo perché è più giovane ed arriva da una classe inferiore. Gli altri due hanno già corso in MX2, hanno già fatto gare di Europeo e qualche gara del Mondiale ed hanno più esperienza. Loro due hanno un filo di tensione in più perché hanno maggiori responsabilità in questa stagione. Io li vedo tutti i giorni in moto e credo che se riusciremo ad inquadrare al meglio due-tre cose, a fine anno, potremmo trovarli schierati primo, secondo e terzo.

L’Europeo si può vincere ma questa aspettativa non deve dar loro tensione ed ansia. Lo dico sempre, noi dobbiamo prepararci a fare un passaggio vincente verso la MX2 mondiale, cerchiamo di vincere ma è il passaggio la cosa che conta. Questo è un anno di rodaggio, proveremo a farlo alla grande.

Siamo pronti, andiamo a vincere.

Quindi anche per te siete la squadra favorita per la vittoria finale?

Si, con i piloti che abbiamo, direi proprio di si. Abbiamo due piloti pronti a far bene ed un jolly che sta dimostrando ottime cose su una moto per lui nuova (però deve imparare a cadere un pò meno), siamo l’unico team ad avere le moto factory, abbiamo il supporto factory per sospensioni e motori, nel nostro team non manca niente. Il nostro Team è già strutturato per poter gareggiare nel Mondiale arrivando tra i primi cinque nell’ MX2. Affrontiamo l’Europeo come se affrontassimo un Mondiale, iniziamo ad allenare anche la mentalità vincente che un team Yamaha factory deve avere.

Siamo pronti, andiamo a vincere.

Sono agguerriti, sono pronti, sono carichi. Li aspettiamo alla prova dei fatti in pista. Good luck!

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