Non so se vedrò un’Italia migliore, forse mio figlio… Intervista a Gian Marco Centinaio – Lega Nord.

Non so se vedrò un’Italia migliore, forse mio figlio… Intervista a Gian Marco Centinaio – Lega Nord.

Nasco a Pavia il 31 ottobre 1971.

Nel 1999 mi laureo in Scienze Politiche con indirizzo Economico Territoriale presso l’Università di Pavia, con la votazione di 100/110. Leghista fin dal primo vagito e con la passione per la politica nel sangue, a 19 anni sono già Tesserato Lega Nord, diventando Militante nel 1994. La mia carriera istituzionale inizia nel 1993 come Presidente del Cdq Città Giardino e in seguito come Consigliere Comunale del Comune di Pavia fino al 2009. Nelle Elezioni comunali del 2009 ottengo l’incarico di Vicesindaco e Assessore alla Cultura e Marketing Territoriale per il Comune di Pavia. Di pari passo prosegue la mia carriera politica. Nel 1995 sono Coordinatore Cittadino del “Gruppo Giovani Lega Nord Pavia, e dal 1996 Coordinatore Provinciale del “Gruppo Giovani Lega Nord/Movimento Giovani Padani”. Dal 1999 al 2005 Segretario Cittadino Lega Nord Pavia e in seguito Membro del Direttivo Cittadino Lega Nord Pavia. Alle elezioni politiche del 2013 vengo eletto Senatore per la Lega Nord. Membro del gruppo Lega Nord e Autonomie XVII Legislatura dal 15 marzo 2013 L’8 luglio 2014 vengo nominato Capogruppo al Senato per la Lega Nord.

tratto da http://gianmarcocentinaio.it

Incontro il senatore Centinaio nella sede della Lega di Pavia, ad un passo dal Ticino. Conosco la sua agenda giornaliera e so che è pienissima di impegni. Basterebbe un piccolo slittamento di uno di questi impegni per innescare una reazione a catena, si sa, un ritardo tira l’altro. Mi preparo quantomeno al classico quarto d’ora accademico, poi conoscendo i politici so che diventerà un’oretta accademica. Poco male, andrò a dare un’occhiata al grande fiume… quando si avvicina il tramonto è sempre un bello spettacolo. Roba de matt (cose da pazzi per i non lombardi – ndr), alle 17.30 in punto (ora prestabilita) arriva. Niente Ticino, puntualità svizzera. 

Cordiale, cortese, rilassato, sorridente, anche simpatico. Che il diavolo non sia poi tanto brutto come lo disegnano? Vedremo, ascoltiamo le sue risposte alle mie domande.

Senatore lei è nato e risiede a Pavia. Da dove arriva allora il suo viscerale amore la Reggiana Calcio

Premetto… se fossi tifoso della Reggiana Calcio mi suiciderei! Io sono tifoso del PARMA! (segue una bella risata – ndr). Quando ero piccolo tenevo all’Inter ed il mio compagno di banco teneva alla Juventus. Il cugino del mio compagno di banco era di Parma, era un tifoso accanito della squadra della sua città ed era uno dei capi ultras. Noi con lui andavamo spesso a vedere i biancoscudati in serie B ed in serie C. Un giorno il Parma giocò la partita decisiva per venire in serie A, noi eravamo allo stadio. Il Parma non segnava ed allora io ed il mio amico decidemmo di fare un fioretto. “Se il Parma segna e va in serie A noi giuriamo di lasciare Inter e Juve e diventiamo tifosi del Parma”. Nemmeno cinque minuti dal solenne impegno ed i calciatori parmensi vanno in gol! Risultato finale due a zero per noi, e da quel momento è sbocciato l’amore eterno per il Parma. L’ho seguito ovunque, anche in trasferta in giro per l’Italia, a Reggio Calabria, a Lecce, Bari, Roma, Wembley. FORZA PARMA!

i dilettanti allo sbaraglio del Movimento 5 Stelle non li sopporto 

Torniamo seri. Gian Marco Centinaio è un politico di professione oppure un dirigente d’azienda prestato alla politica? Prima di rispondermi tenga presente che quasi tutti i politici ai quali rivolgo questa domanda mi dicono di essere solo temporaneamente prestati alla politica. Dimenticano però sistematicamente di dirmi quanto dura questo “prestito”; il più delle volte risulta essere un prestito vitalizio

Io sono un dirigente d’azienda prestato alla politica e rimarrò in politica fino a quando due elementi me lo consentiranno: uno, sino a quando la Lega deciderà che io servo alla causa leghista e due, sino a quando i cittadini confermeranno il mio impegno con il proprio voto. Perché mi sento un tecnico prestato alla politica? Perché penso che in questo momento la politica abbia un gran bisogno di persone che hanno avuto esperienze significative nel mondo del lavoro; i dilettanti allo sbaraglio del Movimento 5 Stelle non li sopporto perché una larga parte di loro sono persone che del lavoro non sanno nemmeno parlare. Io sono un dirigente d’azienda che ha vissuto anche l’esperienza del licenziamento. Sono partito dal basso e sono giunto ad un incarico lavorativo importante, ed in seguito ad una ristrutturazione ho subito il licenziamento e so cosa vuole dire coordinare all meglio le persone.

Lei è il Capogruppo della Lega Nord al Senato, un’istituzione che legifera per l’intero Paese, con leggi che valgono indistintamente da Aosta a Pantelleria. Ho guardato il suo sito internet personale ed ho visto campeggiare nel banner della home page la scritta “Prima il Nord”. Qualcosa stride.

Il Senato è eletto su base regionale. Ogni senatore teoricamente nel proprio mandato dovrebbe rappresentare la propria Regione, oltre che la Nazione, ed io ho l’onore e l’onere di rappresentare in Senato i lombardi. Invece che “Prima il Nord” dovrebbe esserci scritto “Prima i Lombardi”. Questa tutela territoriale è una cosa che fanno tutti, in primo luogo i senatori del sud che fanno lobby tra di loro per portare a casa risultati importanti per le loro regioni di appartenenza. Cosa che invece non fanno i parlamentari del nord Italia perché hanno questo sogno, particolarmente strano, di potere rappresentare tutta la Nazione. Quando c’è qualcosa da portare casa quelli del sud la portano a casa sempre, quelli del nord mai. Questa cosa proprio non mi piace.

Visto che sono un po’ come Renzi ed Alfano che sanno poco l’inglese, mi piace ascoltare le canzoni italiane.

In questa intervista, volutamente, inserirò alcune domande alle quali vorrei che rispondesse Gian Marco e non il Senatore Capogruppo Centinaio. Vedremo così di conoscerla un pochino meglio e nel frattempo prenderemo fiato. L’interrogatorio è ancora lungo. 

Mi dica qual é il suo genere letterario preferito, l’artista che maggiormente ha sollecitato la sua sensibilità e la musica che ascolta con maggiore piacere (il folk celtico medioevale non vale come risposta).

Riguardo il genere letterario preferito le dico che leggo praticamente di tutto. Il libro che sto leggendo adesso è L’Arte della Guerra (autore Sun Tzu – antico generale cinese, stratega e filosofo – ndr). Leggo qualsiasi cosa solletica la mia curiosità. Ammetto che leggo prevalentemente in vacanza, l’unico momento libero che ho. Ormai faccio quasi fatica a leggere tutti gli atti parlamentari, sono talmente tanti che durante l’anno leggo quasi solo quelli.

Riguardo l’arte le dico che non ho un artista preferito ma un genere pittorico si, mi piacciono moltissimo gli impressionisti. Sono stato per quattro anni assessore alla cultura a Pavia ed ho portato in città le opere degli impressionisti, abbiamo allestito mostre importanti e sono felicissimo di avere condiviso con i miei concittadini la gioia di ammirare queste favolose opere.

La musica che ascolto con maggior piacere è la musica italiana, perché almeno la capisco e so cosa stanno dicendo i cantanti. Visto che sono un po’ come Renzi ed Alfano che sanno poco l’inglese, mi piace ascoltare le canzoni italiane.

Anche Gigi D’Alessio?

Ma certo. Se una canzone è bella, è bella. Le confesso che durante il Festival di Sanremo di quest’anno ho votato con il mio telefonino tre volte, ho votato per la canzone che poi ha vinto. Grandissimo Francesco Gabbani. Poi è ovvio che ho i miei preferiti, ad esempio Ligabue. Riguardo la musica straniera mi piace quella anni ’80.

Personalmente penso che solo Uno possa dare la vita e la morte.

La sua posizione personale e quella del suo partito riguardo la necessità di rivedere o meno la legislazione vigente in tema di eutanasia assistita e dolce morte.

Il partito ci lascia liberi di votare secondo coscienza. La Lega ritiene che sia giusto avere una legge in materia, ma lascia la libertà di esprimersi secondo coscienza ai propri parlamentari. E’ giusto regolare questa materia anche per impedire che la propria libertà di scelta su vita e morte sia poi condizionata dal dovere andare magari in Svizzera spendendo oltre diecimila euro per morire. Personalmente penso che solo Uno possa dare la vita e la morte. E che questo Uno non dimori fisicamente su questa terra. Penso che il mio voto sarà contrario, anche se non punto assolutamente il dito nei confronti di chi volesse fare una scelta orientata ad un fine vita volontario. E’ una scelta che capisco. Su questa questione bisogna ragionare bene, anche sentendo chi si trova purtroppo coinvolto in situazioni di disagio. Sa in Italia, seguendo il vento, si diventa periodicamente tutti super esperti di tutto. A seconda dei momenti siamo tutti commissari tecnici della nazionale di calcio, poi tutti tutti costituzionalisti, tutti esperti di diritto di famiglia, adesso siamo tutti esperti di vita e di morte. Quando arriverà il momento di esprimermi con un voto andrò ad ascoltare tutte e due le campane, persone che vivono momenti di difficoltà che vogliono giungere ad una soluzione per certi versi liberatoria ed anche persone che invece la pensano più come me.

Il progetto che stiamo portando avanti prevede il proporre le idee della Lega (quelle buone, visto e considerato che la Lega ha avuto anche idee meno buone)

Un passaggio a volo radente su un avvenimento molto recente. A Napoli si è scatenata una guerriglia urbana in occasione della visita del leader della Lega Nord di pochi giorni fa. La visita di Salvini è stata una provocazione, la semplice visita di un segretario di partito ad iscritti e simpatizzanti del sud Italia, oppure una brillante operazione di marketing elettorale ?

Direi la seconda, ma togliamo il termine semplice. Il progetto di Matteo Salvini è molto chiaro, chiaro ai simpatizzanti, ai militanti ed anche ai detrattori. Io ho avuto l’onore di fare per Matteo Salvini il commissario nel Lazio e mi sono reso conto perfettamente di quanta voglia di Lega ci sia. Il progetto che stiamo portando avanti prevede il proporre le idee della Lega (quelle buone, visto e considerato che la Lega ha avuto anche idee meno buone) in giro per l’Italia, anche in regioni che storicamente non sono mai state toccate dal nostro partito.

Penso all’idea di autonomia, penso al fatto che chi governa nelle varie regioni si debba assumere le proprie responsabilità. Non esiste che in regioni come il Lazio, la Campania o la Sicilia i politici locali umilino i propri cittadini, i nostri connazionali, per poi dare sistematicamente la colpa agli altri. E’ sempre colpa de “lo Stato”. La colpa è di chi governa i territori. Maggiore responsabilità significa costruire un’Italia migliore. Non so se ci riusciremo, visto che 150 anni di storia patria ci dicono quanto poco rispetto ci sia stato per la cosa pubblica. Non so se io vedrò un’Italia migliore, forse mio figlio…

Lei è un leghista della prima ora. Ha visto da ragazzo la nascita del movimento padano e la contrapposizione iniziale tra nord e sud Italia. Per meglio intenderci i tempi di “Roma ladrona”, di Umberto Bossi, di Pontida etc etc. Successivamente ha vissuto in prima linea la svolta moderata di Roberto Maroni, culminata con il vostro passaggio alla guida di diversi governi regionali ed all’approdo di uomini della Lega Nord nel governo nazionale. Oggi lei è protagonista della fase tre. Salvini ed il desiderio di essere il partito che esprime il Presidente del Consiglio di un’ Italia non ancora federale. Evoluzione naturale o trasformismo?

Sicuramente l’evoluzione naturale di un movimento che si sta rendendo conto che se vuoi cambiare davvero le cose non basta avere il governatore del Veneto, della Lombardia, della Liguria, del Piemonte o dell’Emilia Romagna. Potevamo fare due cose. O fare quello che stiamo facendo, ovvero cercare di andare a governare questo Paese, oppure rimanere una forza autonomista, federalista, secessionista, in base all’umore del leader di turno. Rimanere confinati al nord cercando di migliorare si può, ma ci rendiamo conto che la forza della Lega al nord è quella, possiamo forse salire di due o tre punti percentuali. Se si vogliono veramente cambiare le cose, se si pretende di esprimere il Presidente del Consiglio, devi comunque rivolgerti a tutti. A tutti ma con il tuo progetto, ovvero quello di regioni più responsabili, con politici più responsabili, con italiani più responsabili.

Break. Zona Master Chef. I tre piatti preferiti di Gian Marco. Sa cucinare?

Cucinare? Direi che so sopravvivere. E non è cosa da poco. I mie tre piatti preferiti, dunque a me piacciono molto gli antipasti, quindi tutti i salumi e gli stuzzichini che li accompagnano. Poi un piatto tipico piacentino, i pisarei e fasò (gnocchetti di farina e pangrattato conditi con fagioli, lardo e pomodoro. – ndr) che mi piacciono tantissimo e poi i pizzocheri, anche perché io sono di origini valtellinesi.

A livello internazionale l’Italia non conta molto

Giulio Regeni. Giovane ricercatore universitario italiano. Va in Egitto per un periodo di studi sul campo e viene rapito. Viene torturato ed ucciso. Il regime egiziano ci prende a lungo per il naso e ci racconta un sacco di panzane per chiudere in fretta il caso. Ad oggi non ci sono colpevoli. Il suo giudizio sulla vicenda. 

Ci siamo fatti prendere per il naso. Quando in aula noi dicevamo all’allora Ministro degli Esteri, attuale Presidente del Consiglio Gentiloni ed all’allora Presidente del Consiglio Renzi, attuale disoccupato in attesa di tornare a fare il segretario del PD, guardate che ci stanno prendendo in giro, ci sentivamo rispondere che noi eravamo i soliti menagramo, i soliti pessimisti e via andare. Io continuo ad essere dell’idea che cercare di trovare la verità in Egitto sia difficile come trovare un ago in un pagliaio. Era normale che ci prendessero in giro, forse dovevamo fare qualcosa di più concreto e dovevamo essere da subito più duri nei confronti di uno stato da cui dovevamo pretendere la verità. Ed invece ci hanno preso in giro. A livello internazionale l’Italia non conta molto, basta ripensare alla vicenda dei marò. Abbiamo visto come ci ha trattati l’India, di come ci sta trattando l’Egitto, come possiamo pretendere di essere all’altezza di parlare con la Russia o gli USA o anche semplicemente con stati europei come la Francia o la Germania. Accontentiamoci di essere l’Italietta di Renzi.

Sino a poco tempo fa l’economia nazionale soffriva a causa delle frequenti delocalizzazioni di stabilimenti produttivi all’estero. Le aziende italiane cercavano altrove manodopera a minor costo. Oggi le aziende italiane partono con armi e bagagli e trasferiscono anche la propria sede legale oltre confine, ovviamente pagando altrove le tasse. FCA docet. Siamo alla frutta?

Siamo al formaggio, ci avviciniamo alla frutta. Tutti gli indicatori ci dicono che le tasse in Italia sono troppo alte, in particolare per le aziende. Ci sono tantissime aziende che non vanno in Cina, non vanno chissà dove, vanno in Austria, in Svizzera, in Inghilterra, in Slovenia, nazioni europee (anche se non tutte in area euro) dove teoricamente dovrebbero esserci tasse simili alle nostre, ed invece sono molto più basse. Tutte le proposte fatte e che stiamo facendo chiedendo al Governo di ridurre le tasse alle aziende, almeno alle aziende, rimangono lettera morta. Non possiamo pensare che facciano la flat tax per i ricchi nababbi facendo pagare loro centomila euro di tasse, credendo che il riccone che non è stato residente per nove anni Italia torni. Chissenefrega del ricco nababbo, a me interessa che siano le aziende a tornare nel nostro Paese. Se tornano le aziende torna il lavoro, tornano benefici per tutti. Rischiamo di diventare un grosso Paese senza grandi aziende.

Avendo conosciuto Miglio, secondo me ci direbbe“sciagurati, cosa siete diventati”. 

se andiamo a guardare la classe dirigente della Lega di qualche anno fa, di un po’ di anni fa, dobbiamo chiedere scusa ad un po’ di gente. 

Se il professor Miglio potesse tornare per magia tra di voi, per un solo giorno, vi direbbe “bravi” oppure “sciagurati, cosa siete diventati”?

Avendo conosciuto Miglio, secondo me ci direbbe “sciagurati, cosa siete diventati”. Era abbastanza un incontentabile. Io gli risponderei: “Professore stiamo facendo del nostro meglio, ci dia una mano lei a capire se le sue teorie possono essere applicate anche ai giorni nostri”. Ai suoi tempi potevano forse funzionare, forse. Penso che forse qualcuno non le ha applicate bene. La nostra classe dirigente di un tempo. Non penso a Bossi, Bossi secondo me è stato la persona che ha cercato nel migliore dei modi di portare avanti quelle idee. Però ahimè se andiamo a guardare la classe dirigente della Lega di qualche anno fa, di un po’ di anni fa, dobbiamo chiedere scusa ad un po’ di gente.

La Commissione Giustizia del Senato ha valutato il disegno di legge delega che prevede anche l’abolizione dei Tribunali dei Minori, a seguito della presentazione di un emendamento orientato in tale senso a firma della senatrice PD Ferranti. Tutti contrari gli addetti ai lavori della cosiddetta società civile. Vorrei il suo pensiero e quello del vostro gruppo parlamentare in merito a questa ipotesi.

L’abolizione del Tribunale dei Minori a nostro avviso non è stata una grande idea. Ed infatti gli addetti ai lavori non erano molto contenti. Mi rendo conto che ogni tanto la politica fa dei danni, e di conseguenza ci vorrebbe un po’ più di oculatezza nel momento in cui si prendono decisioni di questo tipo. La speranza è che, visto e considerato che siamo in un bicameralismo perfetto, quando tornerà alla Camera il progetto ci torni con miglioramenti evidenti; il nostro obiettivo è migliorare il testo.

Senatore due paroline sulla questione dei vitalizi.

Dalla scorsa legislatura i vitalizi per i nuovi parlamentari non esistono più. Noi paghiamo un’assicurazione complementare con il metodo contributivo, veramente tanti soldi al mese, troppi. Siamo obbligati a pagarli, e se non hai fatto in carica quattro anni sei mesi ed un giorno, perdi tutto il versato. Giusto, non giusto? Secondo me no. E’ giusto che ci sia il metodo contributivo, era impensabile quanto succedeva in passato quando dopo un solo giorno di legislatura ti portavi casa la pensione, quello che c’è adesso è il mix migliore tra i due sistemi possibili. Io personalmente avrei permesso ai parlamentari di scegliere se aderire o meno a questa assicurazione complementare obbligatoria, così si evitavano le polemiche. Chi voleva aderiva, chi non voleva si organizzava diversamente. Sarebbe stato anche più onesto nei confronti dei cittadini.

Recentemente parlando di immigrazione in un talk show de La7 il giornalista David Parenzo l’ha attaccata accusando il suo partito di avere sdoganato il razzismo nelle istituzioni. Accusa pesante. Il fatto che a volte abbiate esagerato con la provocazione dialettica è innegabile. La vostra è una politica razzista ? 

Su Parenzo preferisco non rispondere perché vorrei evitare querele a lei, al giornale ed a me stesso. Di lui ho una brutta opinione. Lui utilizza i talk show per motivi personali. Torniamo alla Lega. Noi spesso abbiamo alzato i toni, e su questo nessuno dice di no, perché è sotto gli occhi di tutti. Io comunque vado a guardare le proposte che uno fa. Se propongo di ridurre i tempi per le identificazioni dei richiedenti asilo, (adesso sono trecentosessanta giorni e noi vorremmo arrivare ad applicare la media europea, ovvero poco sopra i quaranta giorni) sono razzista? Bene, allora anche il ministro degli Interni Minniti è razzista, perché ha proposto la stessa cosa. Se propongo che chi non ha diritto ad avere l’asilo debba tornare al suo paese d’origine, sono razzista? Ok, ma allora anche Minniti e l’Europa sono razzisti. Se propongo di fare accordi internazionali con gli stati di provenienza dei richiedenti asilo, in modo da poterli eventualmente rimpatriare, sono razzista? Sicuramente si, e razzista come me è il ministro degli Interni e l’Europa. Noi chiediamo trasparenza. Se tu scappi da una guerra sei mio fratello e ti devo aiutare. Se vieni in Italia per motivi economici, con 4.200.000 italiani sotto la soglia di povertà che non arrivano alla fine del mese, io dico: se ho un euro lo do prima ad un italiano. Se questo significa essere razzista, allora sono razzista.

Se il consenso elettorale della Lega alle prossime elezioni politiche risultasse fortemente indebolito, mollerebbe la cadrega? 

Io non lascerò la Lega nemmeno se dovesse andare allo 0,001%. Io sono nato, politicamente parlando, nel 1990 con la Lega e per me non esiste altro partito se non la Lega. Se la Lega dovesse decidere che Gian Marco Centinaio non serve più alla causa allora tornerei a fare il mio lavoro, senza problemi. Assolutamente no, se mollare la cadrega (sedia in lombardo – ndr) significa mollare il movimento, la risposta è no. Il movimento mi rappresenta e dopo ventisette anni di militanza fa parte della mia vita. Dai tempi delle superiori ad oggi, ogni mio ricordo mi riporta alla Lega.

Abolirei la legge Cirinnà, in quanto sono stato un avversario della legge sulle unioni civili e penso che i bambini abbiano bisogno di una mamma ed un papà

Ultima domanda. Un calcio di rigore per un politico della Lega Nord. I primi tre problemi che tenterebbe di risolvere se fosse al governo del Paese. 

Sicuramente il problema del lavoro perché so cosa vuol dire rimanere a casa senza lavoro. Bisogna cercare di riportare i tassi di occupazione italiani ai valori europei. Il 100% è una utopia, ma si può e si deve raggiungere un tasso di occupazione più dignitoso. Abolirei la legge Cirinnà, in quanto sono stato un avversario della legge sulle unioni civili e penso che i bambini abbiano bisogno di una mamma ed un papà, non possono avere due papa’ e due mamme. Il terzo problema da eliminare, e qui almeno faccio contento il segretario Salvini, è rappresentato dalla legge Fornero.

Grazie Senatore per la disponibilità e buon lavoro.

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