Ho due cari, carissimi, amici che abitano in provincia di Milano, proprio come me. Entrambi sono nati al sud, in Calabria. Rosario viene da Potenzoni (piccolo comune vicino Vibo Valentia) ed Antonio è nato invece a Taurianova.
Vivono e lavorano da decenni a Milano, spesso e volentieri tornano nella loro terra d’origine, una terra che conoscono intimamente. Non si conoscono, hanno due attività diverse ed oggi entrambi hanno detto e scritto la stessa cosa.
Oggi si è celebrata la XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ideata e coordinata dall’associazione LIBERA di don Ciotti.
Oltre venticinquemila persone, provenienti da tutta Italia, hanno sfilato a Locri, scandendo il motto “siamo tutti sbirri”. La manifestazione è stata turbata alla vigilia da una serie di scritte infami, lasciate sui muri della cittadina.
Cosa hanno ricordato i miei carissimi amici? Che per battere le mafie esiste una via obbligata.
Rosario è stato sintetico: In Calabria di Mafia si sa abbastanza, è del LAVORO CHE SA TROPPO POCO!!!!!!!!!!!!!!
Antonio ha articolato maggiormente il proprio pensiero. Antonio è Antonio Marziale, fondatore dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, Cavaliere della Repubblica, insigne sociologo e Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
“ Tutto è importante nella lotta alla mafia: le marce, i convegni, le cerimonie commemorative. Niente è da sottovalutare. Ma, per essere concreti, niente è più importante della libertà dell’individuo, del soggetto soprattutto in divenire, ossia del minorenne.
E cosa rende libere, davvero, le persone? Il lavoro! La prospettiva di poter realizzare una vita “normale” potendosi sposare, procreare, garantire al proprio nucleo familiare il minimo indispensabile.
Tutto ciò è possibile? No!
C’è un aneddoto che mi ha colpito quando, da adolescente, ho letto la vita di San Vincenzo de Paoli, il Santo della Carità, che trovandosi a passare lungo una via si imbatte in un confratello, disperato perché un povero viandante continuava a bestemmiare nel mentre lui gli parlava di Dio. “Hai provato a dargli un tozzo di pane prima di parlargli di Dio?”: chiese Don Vincenzo all’altro sacerdote. “No”: rispose il religioso. “Allora è inutile che gli parli di Dio”: chiosò il Santo.
Avete provato a dare lavoro alla gente prima di parlare di legalità e lotta alla mafia? No! E, allora, di cosa stiamo parlando?”
Sono d’accordo con voi amici cari, le mafie si sconfiggono con il lavoro, perchè il lavoro rende l’uomo LIBERO (ed aggiungo io con la cultura ed una buona scuola)..