L’occhio della Tigre

L’occhio della Tigre

E’ un vero piacere parlare con una delle bandiere dello sport italiano, la sciatrice alpina Manuela Moelgg. Al termine di questa stagione agonistica Manuela ha annunciato il proprio ritiro dalle competizioni. Siamo andati a trovarla.

Ma prima di cominciare l’intervista…un aneddoto, raccontato da una sua compagna di Nazionale.

Non lo dimenticherò mai; aveva già fuori i bastoni dal cancelletto, si è girata, mi ha guardata dritta negli occhi e mi ha detto “ si, e siamo già in troppe !”. E poi via, è partita.

Quando ho visto per la prima volta Manuela Moelgg io ero in Squadra C. Sapevo bene chi fosse, ma non avevo mai avuto occasione di parlare con lei. Eravamo a Ushuaia. Eravamo veramente tanti noi giovanissimi, ed un bel giorno mi mandarono, per la prima volta, a fare un allenamento di gigante con la Squadra A. Tu mi conosci, immaginati quanto fossi felice di poter fare una cosa del genere, esuberante come sono.

Mi preparo, vado in partenza e mi metto ad aspettare le ragazze del Team A; non mi sembrava il caso di partire io per prima. Faccio il mio riscaldamento ed ecco arrivare la Moelgg e la Gianesini. Ero insieme ad Anna Hofer ed insieme io e lei ci siamo messe un po’ in disparte ad aspettare.

Dopo una mezz’oretta, quando Manuela stava per partire, non vedendo arrivare altre ragazze, mi sono avvicinata e le ho chiesto “ma siamo solo in quattro?” Sai io ero abituata ad allenarmi con gruppi molto più numerosi. Non lo dimenticherò mai; aveva già fuori i bastoni dal cancelletto, si è girata, mi ha guardata dritta negli occhi e mi ha detto “ si, e siamo già in troppe!”. E poi via, è partita. Io mi sono sentita malissimo e mi sono detta tra me e me: “porca…. come mi sento fuori posto!”.

Poi a fine giornata, mentre tutti ridevano al traguardo, è venuta ad offrirmi del tè e mi ha sorriso. Lei aveva voluto scherzare, mentre io pischelletta della Squadra C avevo preso tutto alla lettera!

Ciao Manu !! Ti abbraccio! Sofia Goggia, Argentina, 27 aprile 2018.

Tutti ti chiamano la Tigre. Per quanto ho avuto modo di vedere tu sei una ragazza gentile, educata, sorridente e cordiale. Io una tigre che sorride sempre non l’ho mai vista… 

Sai, quando sono in partenza ed arriva il momento di lottare, io lotto. Come una tigre, che quando arriva il momento di mangiare non si fa fermare da nessun ostacolo. Forse questo soprannome deriva proprio dal fatto che ho sempre lottato e dal fatto che anche nei momenti più duri non mi sono mai tirata indietro.

Tante volte mi sono sentita dire “quando indossi il pettorale diventi un’altra persona”; effettivamente lontana dal momento della discesa sono come dici tu, sorridente e cordiale. Ma con il pettorale addosso io sento qualcosa di diverso in me, e viene fuori la Tigre.

Ho dimostrato a me stessa che la Tigre è capace di ripartire e raggiungere il proprio obiettivo, e sono contenta. Ora stop!

14 podi, 283 pettorali di Coppa e la decisione di chiudere con lo sci di Coppa del Mondo comunicata a tutti al termine della stagione 2017/2018. Se ti aspetti un “brava hai fatto bene” da me, aspetti e speri! Ma dico, sei capace di salire sul podio con continuità, fai una prima manche olimpica in gigante da leader, bagni il naso a tante giovani e ruspanti sciatrici internazionali e ti ritiri? Dai, ora puoi dirlo… hai scherzato e ci sono cascati tutti come pesciolini d’aprile.

No, non ho scherzato. Ho gareggiato tante stagioni, una dietro l’altra, senza saltarne nemmeno una e senza essermi mai fatta male. Questa è una vittoria per me, dato che in gara i miei 14 podi sono tutti riferibili a secondi e terzi posti. Il gradino più alto mi è sfuggito, ma per me arrivare al traguardo di carriera perfettamente sana vale quanto una vittoria.

Ci sono stati anni difficili lungo il mio percorso sportivo, ed andare avanti non è stato semplice; il mio obiettivo era quello di tornare al top e quindi chiudere in bellezza. Gli anni negativi sono stati pesanti, anni in cui ogni aspettativa veniva disattesa e tutto sembrava andare per il verso sbagliato. Era impegnativo ricercare e ritrovare la giusta motivazione per ripartire.

L’anno scorso ho fatto un podio a fine stagione e mi sono detta: dai, la prossima stagione ci saranno ancora le Olimpiadi, facciamo ancora uno sforzo e poi chiudiamo. Indipendentemente da come andrà. Tutto sommato l’inizio di stagione è stato molto positivo, poi le Olimpiadi sono andate come sono andate, comunque ho chiuso in una discreta posizione. Ho dimostrato a me stessa che la Tigre è capace di ripartire e raggiungere il proprio obiettivo, e sono contenta. Ora stop!

Ok… io un altro anno ti avrei visto volentieri sciare…

Oltre ad essere un’atleta sei anche un’imprenditrice impegnata nel settore del turismo. Facciamo finta che quest’anno io abbia trascorso qualche giorno di vacanza nel vostro residence di San Vigilio di Marebbe. Avevo prenotato on line perché volevo conoscere da vicino due campioni dello sci e volevo arricchire la mia collezione di selfie. Insomma ero spinto dalla curiosità. Adesso che i selfie li ho fatti, cosa mi racconti per convincermi a tornare anche in futuro?

Il nostro residence è una piccola struttura familiare di nuova costruzione, siamo proprio di fronte alle piste. Serviamo ai nostri ospiti una super colazione, una colazione come quella che amiamo noi sportivi, bella abbondante. E’ mia mamma ad accogliere i nostri ospiti, a modo suo, davvero con il cuore. E poi se non siamo in giro, ci siamo io e Manfred (d’ora in poi io ci sarò molto più spesso…) visto che abitiamo nella stessa casa, al piano di sopra.

Ci si vede a colazione oppure al garage, quando partiamo per i nostri giri in bicicletta. I nostri ospiti-amici da noi tornano volentieri, anche perché abbiamo vicino Plan de Corones, con le sue magnifiche piste; ad esempio la Erta, la nera dove si disputa la Coppa del Mondo, che è proprio di fronte a casa mia. E poi in estate è possibile fare tanti tour diversi, a piedi oppure in bici, percorsi di diverso livello che possono andare bene sia per gli amatori sia per chi cerca qualcosa di più impegnativo. La nostra zona è il top per vedere le Dolomiti.

Sei nata a Brunico e vivi a San Vigilio. Sono terre che distano forse trenta chilometri dal confine italo austriaco. Sai che c’è sempre qualche brillantone pronto a dire… “quelli che vivono lì sono più tedeschi che italiani”. Prova a spiegare cosa significa essere italiani, pur sapendo comunque parlare sia l’italiano sia il tedesco e pur avendo radici saldamente piantate in un territorio che potremmo definire, oltre che italiano e sudtirolese, ladino.

Esatto, ladino! Io infatti mi sento pienamente ladina; sono una ladina che gareggia per l’Italia e sa anche il tedesco. Mi sento ovviamente italiana, ed è per questo che per tanti anni ho corso con la squadra azzurra. In più conosco ed uso il tedesco ed il ladino, che non è un dialetto ma una vera e propria lingua. La storia di queste zone è antica e controversa e molti non la conoscono. Le generazioni più giovani non possono modificare la storia; siamo in Italia e siamo ladini.

Taglio il traguardo e scarico tutta la mia adrenalina con un urlo, un forte urlo che mi svuota di quanto ho accumulato curva dopo curva. 

hoto by: Pentaphoto/Mateimage Alessandro Trovati.

Il momento più difficile in pista, il momento in cui la paura ha generato dentro di te la più forte scarica di adrenalina della tua carriera.

Percepire l’adrenalina è un po’ come sentire le farfalle nello stomaco. Ogni gara porta con sè una buona dose di adrenalina. Alcuni atleti la utilizzano per darsi una spinta in partenza, altri per tirarsi fuori dagli impacci in momenti di pericolo.

Io personalmente la scarico dopo la linea del traguardo, in particolar modo quando il risultato è positivo. Taglio il traguardo e scarico tutta la mia adrenalina con un urlo, un forte urlo che mi svuota di quanto ho accumulato curva dopo curva.

La caduta, il volo, non lo concepisco come una situazione da interrompere con uno scatto adrenalinico; la caduta è spesso la soluzione conseguente ad un errore, la caduta spesso serve ad evitare danni peggiori.

Tu e tuo fratello Manfred avete solo un anno di differenza d’età. Parlami del vostro legame.

Il nostro è un legame molto forte, e lo è da sempre. Siamo cresciuti insieme, siamo entrati nella Guardia di Finanza insieme, in Coppa del Mondo abbiamo debuttato nello stesso anno. Anche quando siamo impegnati in diverse località di gara ci sentiamo sempre, prima e dopo la competizione. Ci sosteniamo a vicenda, sia nei momenti difficili sia nei momenti migliori, nella delusione e nella felicità del risultato positivo.

Tra di noi non è mai esistita alcuna sfida per primeggiare; quando va bene lui, mi dice “forza, ora tocca a te” ed io faccio lo stesso. Anche in estate ci alleniamo tanto insieme in palestra; posso dirlo con certezza assoluta, Manfred è il mio migliore amico.

Vi somigliate anche molto.

Si e non solo nell’espressione del viso. Anche nei modi di fare; chi conosce bene entrambi a volte mi dice “ma lo sai che sembri Manfred”. Anche nel modo di stare a tavola, di muoverci, di parlare siamo simili. Il nostro è un legame forte e profondo.

Gli atleti spesso e volentieri vengono alloggiati in camere doppie. Apri la porta della stanza, vedi che c’è già una valigia ai piedi del letto di fianco al tuo… alzi li occhi e vedi…. no! Lei no! Tutte, ma non lei! Chi è stata la peggiore compagna di stanza in questi anni?

Oh mamma… ma non è carino dire certe cose! Io non ho cambiato molto spesso compagna di stanza in questi anni. Anni fa ero sempre in camera con Denise Karbon e ci trovavamo davvero bene. Avevamo gli stessi ritmi ed avevamo trovato il giusto modo per andare d’accordo. Da quando Denise ha smesso di gareggiare questa sintonia l’ho ritrovata con Chiara Costazza. Con le altre ragazze ci sono stata talmente poco che non so cosa dirti.

Con Sofia (Goggia ndr) stare in camera è impegnativo, perché è una gran casinista ed ha ritmi diversi dai miei. In camera insieme ci sono stata pero’ solo due giorni.

Se invece penso alla fase sonno, non potrei proprio stare con Irene (Curtoni ndr) e Marta (Bassino ndr) perchè dovrei stare zitta zitta dalle sette di mattina sino a mezzogiorno; io mi sveglio presto e loro invece dormono tanto.

Il rimpianto più grande, la gioia più intensa.

La delusione più profonda; i Mondiali 2009 a Val d’Isere e le Olimpiadi di quest’anno in Corea. Ero in testa alla fine della prima manche e nella seconda le cose non sono andate come speravo. Avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta della mia carriera.

La gioia più grande è quella di avere una bellissima famiglia, che mi ha sempre sostenuto, in ogni modo ed in ogni momento. Loro sono la mia gioia più grande.

Vieni a bere qualcosa?” Ho accettato, ma mica per andare a bere… “ d’accordo, ma andiamo a cena !!”.

Ti ho vista pochi giorni fa partecipare ad una serata di gala, mano nella mano con un bel giovanotto. Il suo viso mi dice qualcosa, devo averlo già visto da qualche parte. Chi è?

E’ Werner Heel, il discesista. Sono tanti anni che stiamo insieme, dal 2009.

Dopo la delusione dei Mondiali 2009 (Manuela in netto vantaggio sulle avversarie, nella seconda manche cadde e perse un titolo che sembrava già messo in tasca – ndr) Werner mi scrisse un bigliettino. Non era il solito “mi dispiace che tu sia uscita” che mi sentivo dire da tutti. Lui mi propose di pensare ad altro. “Vieni a bere qualcosa?” Ho accettato, ma mica per andare a bere… “ d’accordo, ma andiamo a cena!!”.

La nostra storia è nata così, l’abbiamo tenuta ben nascosta per un annetto, ed oggi siamo ancora qui insieme. Spero di realizzare con lui tante altre belle cose… e magari una di queste è uno dei motivi che mi hanno convinto a smettere con le gare.

Non volevo fare l’indiscreto.

Ma no, te lo dico tranquillamente. Dopo tanti anni di competizioni la voglia di diventare mamma c’è e magari prossimamente capiterà anche a me di vivere momenti belli e speciali. Una volta le sciatrici smettevano intorno ai 28 anni di gareggiare, oggi si va avanti fino a 34. Si può provare a portare la carriera sempre più avanti, ma comunque prima o poi questa finisce; e se sei andata troppo oltre un certo limite d’età, diventa complicato impostare la vita di tutti i giorni. Se pensi alla maternità ad un certo punto devi avere la forza di fermarti.

Chi era Manuela nel 2000, ragazzina al debutto in Coppa del Mondo e chi é oggi che ha lasciato le competizioni con in bacheca 14 podi di Ski World Cup?

Ero una ragazza determinata, una combattente. Avevo un allenatore molto severo e non spendevamo energie se non negli allenamenti. Non parliamo di uscire… a quei tempi era proprio proibito. Esisteva una regola e la si seguiva, tutto sommato anche volentieri. Oggi posso dire che è stata un’impostazione che negli anni mi ha dato dei risultati.

Negli anni di agonismo ho vissuto tante esperienze, positive e non, ho viaggiato tanto ed ho imparato a trarre anche dalle sconfitte insegnamenti che mi hanno aiutata a crescere come persona.

Queste esperienze mi saranno utili anche nella mia vita di domani, la vita normale di tutti i giorni, quando starò un po’ di più a casa, magari per cucinare (cosa che mi piace moltissimo fare). E avrò il tempo per andare in bicicletta, la bici è una vera passione; domenica parto, vado a Mallorca per andare in bici e fare un po’ di gare.

Gare in linea su strada o salite in mountain bike?

Su strada, bici di velocità. Poi farò con Maserati un tour Parigi-Modena per beneficenza, a favore dei bimbi malati; si parte il 7 giugno.

Quando hai annunciato il tuo ritiro il Guru dello Sci (misteriosa figura satirica del mondo social-ski), ha pubblicato un meme esplicito e divertente. Quanto conta la bellezza nella vita in generale e nel mondo dello sport in particolare?

Già il Guru, ma possibile che nessuno sappia chi sia!

E’ una cosa molto personale, ciascuno di noi percepisce la propria bellezza modo suo. A me piace molto avere cura di me stessa, mi piace truccarmi e mostrare senza problemi la mia femminilità ed il mio essere donna.

Nel 2000 nessuno si sognava di scendere in pista con un filo di trucco; oggi è tutto cambiato. A truccarsi anche in gara sono in parecchie, ha iniziato la Vonn e le altre sono andate a seguire. Nello sci non abbiamo molte occasioni per mostrare la nostra femminilità; capita spesso che tolto in casco non ci riconoscano più.

Quando c’è l’occasione (come l’altra sera al gala, quando mi hai vista mano nella mano con Werner) mi fa piacere indossare un abito lungo, mettere delle scarpe con un bel tacco, curare le mani.

Stavi molto molto molto bene…

Grazie!

La bellezza nello sport?

Conta molto, eccome. In particolare adesso che tutto gira sui social. Quando ho iniziato chi aveva un semplice sito internet era già avanti! Oggi se non hai tre-quattro canali social attivi e vitali sei tagliato fuori.

Gli sponsor ti seguono se capiscono che a livello mediatico hai una certa presenza, e prima di mettersi in contatto con te, ti contano i followers. E’ chiaro che sui social bisogna presentarsi in un certo modo, quindi la bellezza ha il suo peso.

Comunque nel mio caso la cura della persona non è finalizzata assolutamente a fini commerciali: lo faccio per me stessa. Essere in ordine è un mio piacere personalissimo.

Facciamo il Gioco della Torre. Dimmi cosa butti giù e cosa salvi.

Facciamo il Gioco della Torre. Dimmi cosa butti giù e cosa salvi.

Un paio di jeans…un vestito da sera. Tengo i jeans, li uso tutti i giorni, non potrei mai buttarli via.

Un piatto di Sushi e sashimi ….un piatto di affettati misti. Ciao salumi, tengo il sushi!

Il Milan…la Juventus. Tengo il Milan, per Gattuso, sono sempre stata tifosa di Gattuso. Un grintoso, mi è sempre piaciuto.

Un viaggio ai Caraibi…. una crociera tra i fiordi scandinavi. Mi tengo i Caraibi…

Una rosa…una margherita di campo. Una margherita di campo; la rosa punge troppo.

Sofia Goggia…. Federica Brignone. Le butto giù tutte e due!!!! Io ho finito, in questo momento le butto giù tutte e due! (segue una bellissima risata di gusto – ndr). Non ne voglio più sapere… ho smesso !!

Io vado d’accordo con tutte, ogni atleta della Nazionale ha il suo modo di essere ed io mi trovo bene con tutte quante. Lo sci è uno sport individuale, anche con la tua compagna di stanza sei in competizione. Ma poi la gara finisce e si torna persone normali, con simpatie ed antipatie. Siamo persone normalissime; io comunque vado d’accordo con tutte.

Vabbè io ci ho provato… se mi rispondevi facendo una scelta mi saliva lo share a mille.

Ti presto la mia lampada di Aladino che ti consentirà di realizzare i tuoi tre desideri più importanti, che sono…?

Famiglia, assolutamente al primo posto. Poi essere sempre soddisfatta delle cose che farò in futuro e… mi basterebbero questi due.

La terza scelta è obbligatoria.

Allora direi riuscire a mantenere un buon rapporto con tutte le persone che mi hanno aiutata nella mia vita da atleta, ormai trascorsa.

L’appartenenza alla Guardia di Finanza per me è, ed è sempre stata, molto importante. Con la divisa delle Fiamme Gialle io mi sento particolarmente a mio agio.

Ti vedremo ancora sugli sci?

Certo! Mi vedrete sicuramente con i colori del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle. L’appartenenza alla Guardia di Finanza per me è, ed è sempre stata, molto importante. Con la divisa delle Fiamme Gialle io mi sento particolarmente a mio agio. Ci tengo molto.

Poi mi vedrete con le insegne di Maestra ed Istruttrice Nazionale di Sci poi…vedremo. Mi vedrete ancora anche al parterre a fondo pista dopo le gare di Discesa e Slalom, perché andrò a vedere sia il mio ragazzo sia mio fratello.

Benissimo Manuela, per adesso ci lasciamo qui. Ci vedremo presto, prestissimo. Grazie e Buona Vita !!

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