Johanna Schnarf è una sciatrice alpina italiana, è nata a Bressanone qualche anno fa ed è una delle colonne portanti della Nazionale di Sci azzurra. Ha esordito nel Circo Bianco nel 1999, disputando moltissime gare ufficiali FIS tra Coppa Europa, Coppa del Mondo, Mondiali ed Olimpiadi.
OK, adesso che abbiamo assolto i nostri doveri informativi in stile Wikipedia, passiamo a conoscerla meglio; a modo nostro, come sempre. Qualche domandina alla sciatrice e molte di più alla persona.
Come preferisci che mi rivolga a te, ti chiamo Johanna o Hanna?
Hanna. Per gli amici io sono Hanna; quelli che non mi conoscono mi chiamano Johanna. Qui siamo tra amici, quindi Hanna.
Il tempo vola e manca poco al tuo primo anniversario di matrimonio. Si sta comportando bene l’ing. Berger?
E già! Manca poco. Si, si, certo, si sta comportando bene. Quest’anno non è stato particolarmente diverso dai precedenti; il matrimonio è stato un passo importante ma siamo insieme da dodici anni, quindi non è cambiato molto. Tutto normale, tutto tranquillo, tutto OK. Siamo insieme da dodici anni e da sei anni conviviamo, quindi è normale che il matrimonio non abbia portato grandi cambiamenti nella nostra vita.
Alla fine della scorsa stagione agonistica si sono ritirate dalle gare Manuela Moelgg e Verena Stuffer. Diamo un’occhiata al sito della FISI per vedere chi sarà la decana della nazionale alla Coppa del Mondo del prossimo anno. Dunque, la nonnina azzurra sarà… Johanna Schnarf!
Eh no! Sarà Chiara Costazza! Lei è nata a maggio ed io a settembre, quindi la nonnina sarà lei. Sono tra le più vecchiette, visto che sono del 1984, ma il titolo di nonnina lo lascio a Chiara! Poi sai, all’età io non penso più di tanto. Nel nostro gruppo siamo tutti amici, tutti atleti e facciamo tutti le stesse cose, indipendentemente dalla data di nascita. Quando sei in gara proprio non pensi al passare degli anni.
Anche allargando la visuale al di fuori del gruppo azzurro ho buona compagnia; anche Lindsey Vonn è dell’84. Capita talvolta di pensare che sono tra le decane del gruppo, capita che il tuo corpo ogni tanto ti mandi dei segnali, però io mi sento abbastanza bene e riesco tranquillamente a convivere con i miei dolorini. Dolorini che sono anche la conseguenza dei tanti infortuni ed acciacchi subiti in carriera. La motivazione e la voglia di gareggiare non mancano, il mio spirito è sempre quello di quando ero più giovane e non ho assolutamente intenzione di smettere di sciare a livello agonistico.
Qual è la frase che più ti ha colpita o che ha maggiormente influenzato la tua vita?
C’è una frase che mi ha colpito molto; me la disse anni fa una persona a me cara. Non è importante che dica chi sia questa persona, però la frase te la dico molto volentieri… dammi un attimo che la ricordo in tedesco, adesso me la traduco in testa e te la dico.
“ Prima di giudicarmi, prova a camminare con le mie scarpe e prova a fare la strada che ho fatto io”. Il senso di questa frase è molto chiaro e mi ricorda che molto spesso la gente parla e giudica senza conoscere i fatti e le persone. E’ una frase che mi è sempre piaciuta molto e mi ha accompagnato nei momenti più bui degli infortuni; è una delle frasi più belle che ho sentito in vita mia.
Credi alla fortuna?
A volte si. Credo che la fortuna esista, anche se per meritarsela è necessario lavorare. Non si può vivere sperando solo che la fortuna arrivi dal cielo, è necessario guadagnarsela e darsi da fare per attirarla. Un pizzico di fortuna ogni tanto non guasta.
L’hai messa in valigia una certa fotografia quando sei partita per la Corea?
Certo, l’ho messa in valigia e l’ho portata con me. La fotografia di mio papà. Ad ottobre saranno due anni che è mancato e la sua foto è sempre con me. La tenevo nella tuta, mentre adesso mi hanno regalato un ciondolo con la sua immagine; ora è davvero sempre con me. La sua foto è stata la prima cosa che ho messo in valigia quando sono partita per le Olimpiadi in Corea.
Quando sei sul palcoscenico dello sport ti presenti sempre sorridente ed i tuoi dispiaceri cerchi di nasconderli. Le delusioni sportive vanno e vengono e sono profondamente diverse dalla perdita di una persona cara. Quando mio papà ci ha lasciati non è stato un periodo facile per me; sul podio a Cortina a gennaio nella mia testa mi sono detta che sarebbe stato davvero bello averlo vicino. Lui è sempre con me, lo sento con me ed ho imparato a nascondere bene la tristezza che a volte mi prende.
Ora, mentre entriamo nell’antro della fattucchiera dove si preparano le tinte, mi racconti qualcosa circa la tua abitudine di colorarti i capelli.
Ho iniziato prestissimo a tingermi i capelli. Sino dalla terza media ho iniziato a fare un po’ di esperimenti con i colori, inizialmente erano colori che poi con un lavaggio sparivano. Sempre comunque sul rosso. Mi piacciono i colori che si avvicinano al rosso, ho provato anche l’arancione scuro ma il rosso acceso è quello che preferisco. Anche il giorno del mio matrimonio mi sono presentata con i capelli rossi.Si, ho visto le foto. Capelli e scarpe rosse. Stavi decisamente bene. Me le mandava in diretta qualche tua compagna di squadra. Sei anche riuscita a farle vestire con il vostro vestito locale, il dirndl.
Pensa che io non lo sapevo proprio che si sarebbero presentate così. Mi hanno fatto una sorpresa bellissima, quando le ho viste vestite così mi sono detta: non ci posso credere. Ero davvero molto contenta!
Non esagerare con le tinte, che poi ti cadono i capelli…
Si ma io non esagero, non mi tingo tanto di frequente. Infatti si vede anche la ricrescita. I mie capelli sono ancora abbastanza sani ed anche se forse le tinte proprio benissimo non fanno, io vado avanti con il mio rosso acceso.
E’ quindi il rosso il tuo colore preferito?
No, veramente no. Il rosso mi piace per i capelli, ma il mio colore preferito è il verde, che è anche il colore del mio casco da gara. In passato in particolare avevo una passione per il verde. Oggi diciamo che mi piacciono tutti i colori accesi. Sai, io non sono proprio “standard”, sono un pochino particolare.
21 gennaio 2018. Cortina d’Ampezzo SuperG. Podio, secondo posto. Ero in zona mista; ti ho vista davvero felice, senza voce, ma felice.
Si, ti ricordi, avevo una bella tosse. Quel giorno scendevo con il numero 1ed ho avuto subito la sensazione di avere sciato bene, però al traguardo non avevo un riferimento cronometrico da confrontare. A mano a mano che le altre atlete scendevano laposizione si consolidava, ed io ho iniziato a dirmi: dai Hanna, oggi si! Oggi SI! Era da un po’ di anni che entravo in classifica tra le migliori dieci, però il podio mi sfuggiva sempre. Invece a Cortina quest’anno me lo sentivo che era la giornata giusta. Alla fine sono arrivata seconda ed è stato un momento davvero emozionante, anche perché a fondo pista mi aspettavano la mia famiglia, mio marito, i miei amici. E poi Cortina è quasi una pista di casa, visto che dista da casa mia solo una quarantina di minuti di macchina. Gran bel ricordo, ancora adesso talvolta ci ripenso.
La città più bella del mondo?
Roma! Quanto mi piace Roma… Roma è bellissima, di Roma mi piace tutto. Ho girato abbastanza il mondo ma una città come Roma in giro non si trova. Ha la cultura, si mangia bene, si respira un’aria particolare. Mi piace un po’ tutto di Roma. E’ un museo a cielo aperto, in pochi passi attraversi tutte le epoche storiche, bello anche girarla in bicicletta.
Buche permettendo…
6 marzo 2010. Discesa libera di Crans Montana. Arrivi seconda staccata di un solo centesimo dalla vincitrice Lindsey Vonn. Felice per il secondo posto o incavolata nera per la vittoria sfuggita? Dalla tua risposta proveremo a capire se Hanna guarda al bicchiere mezzo pieno o al bicchiere mezzo vuoto.
Ero felicissima. Ero partita anche dietro, con un pettorale intorno al 30. Era una stagione nella quale non mi ero mai avvicinata al podio, puoi bene immaginare quanto fossi felice. Un risultato davvero inaspettato.
Però, un centesimo…
Ma si, dopo a mente fredda ci pensi a quel centesimo e ti dici che la differenza dal primo gradino del podio é davvero minuscola. Però in quel momento ero davvero felice ed il mio bicchiere era mezzo pieno. In generale il mio bicchiere è quasi sempre mezzo pieno, sono fatta così. Vedo sempre il lato positivo delle persone; può essere un pregio ma anche un difetto, visto che il mio eccessivo ottimismo mi procura talvolta delle belle delusioni. D’altronde anche i miei genitori sono sempre stati persone positive, il mio modo di essere non arriva dal nulla.Se guardi nel web accanto al tuo nome si vedono sempre gli stessi aggettivi: allegra, simpatica, disponibile, sorridente, piacevole. Ma benedetta ragazza avrai pure tu qualche difettuccio caratteriale…
Oh…si. I mie amici li conoscono bene i miei difettucci. Diciamo che sono molto molto testarda e quando le cose non vanno come dico io, magari mi incavolo. Ma al di fuori del giro dei miei amici più stretti questo non si vede. Perché io parlo volentieri con tutti, sono un tipo aperto, cerco di essere sempre sorridente e quindi il mio disappunto non si nota.
Mi piace parlare con la gente, vedere posti nuovi, conoscere ed imparare. E poi oltre al fatto di essere testarda ammetto di essere una casinista. Mi piace fare casino e divertirmi e poi sono anche abbastanza disordinata.
Ti è mai capitato di vedere scendere una collega e di pensare “per sapere sciare così venderei l’anima al diavolo” ?
No, addirittura l’anima al diavolo no. Mai pensato. Quando vedo scendere particolarmente bene qualche altra ragazza della nostra squadra mi dico: però, brava! Dai dai che ce la fai! Si fa anche un certo tifo per le amiche della Nazionale, pur sapendo che poi al cancelletto si è tutte avversarie ed ognuna di noi pensa a se stessa.Quindi nessuna invidia per chi ottiene risultati migliori dei tuoi?
No, non sono invidiosa, assolutamente no. Se un’altra atleta ha raccolto più di me significa che lo ha meritato. Nessuna invidia, solo lo sprone a sciare bene altrettanto e vincere come lei. Al massimo mi scappa un: “cacchio, posso farlo anch’io!” Punto e basta.
Nello sci di livello nazionale ed internazionale gira un brutto virus che ha colpito molti atleti (Goggia, Gut, Pellegrino etc etc). È la juventinite cronica. Manuela Moelgg mi ha aperto il cuore dichiarandosi milanista. Dammi anche tu questa gioia.
No, no, no, NO. Io sono sampdoriana, anche se non sono mai stata una tifosa fanatica come le sorelle Fanchini; loro sono letteralmente pazze per l’Inter. Io ero abbastanza indifferente al calcio, poi una mia cara amica e compagna di squadra di Genova (Camilla Alfieri) anni fa mi ha insegnato i cori della curva, mi ha portata allo stadio e mi ha attaccato la passione per la Samp.
E’ strano che una altoatesina tifi per la Sampdoria, ma è così. Sul virus hai ragione, anche tanti nostri allenatori e skimen sono juventini. Invece mio fratello è come te, milanista.
Chi inviteresti a cena tra Roger Federer, George Clooney e Sebastian Vettel?
Ma che domande… Federer! Mi è sempre piaciuto, sia come sportivo sia come persona. Ora se dobbiamo parlarne… anche George non sarebbe male da avere a cena. Però d’istinto ti dico Federer.
Cosa leggi nel tempo libero?
Leggo un po’ di tutto, adesso sto leggendo un libro di Sebastian Fitzek, “das Paket”. Normalmente io leggo in tedesco oppure in inglese, i miei libri preferiti sono i thriller.
La musica?
Mi piacciono tanti generi, dal reggae al metal. Ho passato, come tutti credo, diverse fasi musicali. Ho ascoltato tanto System of a Down, Metallica, ACDC, poi Bob Marley e poi i classici…
I classici intendi Mozart, Bach e Verdi…
Ma no, intendo la musica anni ’80 e ’90, Vasco eccetera. La musica classica, non tutta e non sempre. C’è stato un periodo anni fa in cui ascoltavo le Quattro Stagioni di Vivaldi. Non male. A casa mia la musica classica non andava per la maggiore anche se io sono stata una discreta suonatrice di flauto; suonavo il flauto traverso. Veramente io volevo suonare il flauto Pan, quello con le canne di diversa misura, ma nella scuola di musica che frequentavo non lo insegnavano. “Tu impara il flauto traverso, poi quello Pan te lo insegni da sola…”. Lo sci mi ha tolto il tempo per approfondire lo studio della musica, poi mi è passata un po’ la voglia ed adesso suono solo a Natale, in famiglia.
Ok, ecco la giovane Hanna, rockettara, giubbotto di pelle e borchie…
Ah si, borchie proprio si. Lo sai, sono un tipo un po’ particolare; mi piace provare tante diverse esperienze, non seguo tanto la moda, vesto a faccio quello che piace a me. Il mio outfit è più da giubbotto rock che da vestitino e tacco 12. A volte ho l’occasione di vestirmi elegante, e non mi dispiace, ma in generale sono molto scialla.
Cosa chiede Hanna (Atleta sudtirolese dell’anno 2018) alla prossima stagione di sci?
Ecco visto che parlavamo di vestitino giusto, mi viene in mente il nostro bellissimo Ballo dello Sport, che celebriamo una volta all’anno. In questa occasione, pochi giorni fa mi hanno eletta Sportiva dell’Anno del Sud Tirolo- Alto Adige 2018.
Cosa mi aspetto dalla prossima stagione: continuare il trend positivo in SuperG e migliorare in Discesa Libera. La DL non mi ha dato grandi soddisfazioni e non sono contenta, voglio cambiare passo, mentre in SG si può fare di più e migliorarsi. C’è il margine per progredire.
L’avversaria che temi di più ?
Io, me stessa e Hanna Schnarf. Tante ragazze rientreranno nel Mondiale dagli infortuni e sarà una stagione tosta, ma non temo nessuna, me la vedo con me stessa. Guardare alle altre non porta nulla, bisogna guardare a noi stessi e lavorare su di noi stessi. La cosa più importante è stare bene fisicamente e non incappare negli infortuni. Il resto verrà…
Me lo fai un paraorecchie a maglia per questo inverno?
Si, certo, promesso! Però te lo faccio ad uncinetto, ci metto anche meno. E’ un po’ che non ne faccio più, ma per te lo faccio (ma tu come fai a sapere che faccio i paraorecchie??), te lo faccio rossonero, a strisce. Prima che inizino le gare te lo porto.
Ciao Hanna… un abbraccio, buona vita ed avanti tutta! A presto.