Esistono nella vita momenti di magia che si rivelano e si svelano senza preavviso, senza l’intervento apparente di nessuno. Altri momenti magici invece sono plasmati dall’opera dell’uomo. Intorno ad un tavolo si uniscono capacità e sensibilità, si avvicinano uomini e donne e
ciascuno mette il proprio ingrediente all’interno di un contenitore comune; un contenitore che possiamo chiamare progetto, una sorta di athanor alchemico.
In Sardegna, da undici anni, alcune donne ed alcuni uomini (dopo un anno di intenso lavoro preparatorio) danno vita ad una magia. Questo magic moment è il Festival Andrea Parodi, la più importante manifestazione italiana dedicata alla World Music
Realizzata per la prima volta appunto undici anni fa per ricordare pubblicamente Andrea Parodi (che tutti abbiamo conosciuto come front man del gruppo dei Tazenda in una prima fase della propria carriera, ed in seguito musicista più legato alle tradizioni della sua terra), la manifestazione passo dopo passo è maturata e cresciuta giungendo oggi ad essere, coram populo, un momento di cultura musicale apprezzato in tutto il mondo.
Nella Fondazione Andrea Parodi, che gestisce questo evento, sono confluite le persone che hanno condiviso la propria vita personale ed artistica con Andrea (scomparso prematuramente nel 2006 a causa di una brutta malattia oncologica), uomini e donne del mondo della cultura, artisti di altissimo livello e le amministrazioni pubbliche locali. Ma anche semplici ammiratori e collaboratori, giovani e meno giovani, innamorati di un personaggio carismatico che ha rappresentato molto per la Sardegna.
Il Premio Andrea Parodi è un award di world music. Per capire cosa sia esattamente la world music dovremmo parlarne per settimane. Nel corso dei tre giorni del Premio si sono tenute diverse tavole rotonde che hanno provato a tracciare i confini di questo genere musicale.
Una definizione, forse un pochino troppo enciclopedica, sostiene che la world music sia una contaminazione reciproca del pop e della musica folk -etnica. Credo che sia una definizione riduttiva; nella world music c’è molto di più, ma per scattarne una fotografia non sfocata, torneremo a confrontarci su questo tema in futuro, interpellando musicisti, musicologi e colleghi giornalisti che la conoscono molto meglio di me.
Dopo l’apertura del bando che consentiva l’invio della propria propria candidatura (ne sono giunte 220 da ogni parte del mondo) sono stati selezionati nove finalisti.
Aniello Misto con “Aumm aumm” (cantata in napoletano); Ararat Ensemble Orchestra con “Nietaan” (in wolof); Dindùn con “L’amur” (in piemontese);
Giuseppe Di Bella con “Ncucciarisi” (in siciliano);
Feral Cor con “La Sajetana” (in genovese);
Kor con “Albore” (in logudorese);
La Maschera con “Te vengo a cerca’ “, (in napoletano e wolof); Monsieur Doumani con “Gongs” (in cipriota);
Terrasonora con “Padre vostro” (in napoletano e swahili).
Tutti gli artisti si sono esibiti sul palco dell’Auditorium comunale di Cagliari dall’8 al 10 di questo mese di novembre, sotto l’occhio attento di tre giurie.
Una Giuria Tecnica composta da prevalentemente da musicisti, una Giuria Critica composta da giornalisti delle più importanti testate nazionali ed una Giuria Internazionale.
E’ stato un grande piacere far parte della Giuria Critica, ma l’espressione delle preferenze è risultata molto impegnativa; tutti e nove i finalisti hanno dimostrato di essere all’altezza di questa manifestazione ed avrebbero tutti meritato una menzione ed un riconoscimento.
Nel corso della prima serata ogni concorrente si è cimentato con il proprio brano in concorso ed ha inoltre suonato un proprio cavallo di battaglia, extra contest.
La seconda sera (smaltita anche la tensione del debutto e la stanchezza del viaggio) i pezzi che si contendevano l’award finale sono stati riproposti, devo dire con risultati molto apprezzabili. A tutti i gruppi è stato poi chiesto di reinterpretare una traccia della carriera musicale di Andrea Parodi, e questa sorta di dedica in musica ha sortito un ottimo risultato. Si è sentito qualcosa di davvero particolare ed originale.
Le tre serate sono state presentate e guidate sul palco da Ottavio Nieddu (collega giornalista e valente organizzatore di eventi culturali) e Gianmaurizio Foderaro (storico esperto musicale e dirigente Rai). In platea, in prima fila, la grande Elena Ledda, in questa occasione non interprete ma direttrice artistica del Premio Parodi, il vero deus ex machina delle tre serate cagliaritane.
Nel corso della serata finale (trasmessa in tutto il mondo in streaming da mamma Rai), mentre le diverse giurie facevano il proprio dovere, si sono esibiti gli ospiti che Elena Ledda ha avuto modo di conoscere ed invitare nel corso delle sue numerose tournée: il macedone Stracho Temelkovski, il peruviano Jorge Pardo, accompagnato dal chitarrista Francisco Rey Soto ed il Duo D’Altrocanto (ovvero le italianissime Elida Bellon e Giulia Prete).
Ricordiamo inoltre che la seconda serata è stata aperta della vincitrice dell’edizione 2017 del Premio Parodi, la vulcanica e talentuosa Daniela Pes.
Daniele Cossellu, storico fondatore dei Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” e buon amico di Andrea Parodi ha ricevuto il Premio Albo d’oro 2018, il riconoscimento assegnato ogni anno ad una figura di rilievo del mondo culturale e artistico italiano. Per lui standing ovation.
Perla della serata una jam session guidata dalla voce di Elena Ledda che ha visto ancora sul palco alcuni degli artisti in giuria e gli ospiti della serata che si erano appena esibiti. Magnifica.
Bravi tutti ma, trattandosi di un contest, dobbiamo citare anche i vincitori di questa edizione.
La menzione per il miglior testo va a Giuseppe Di Bella con “Ncucciarisi” (cantata in siciliano). Il premio per la miglior musica e la migliore interpretazione vanno a La Maschera (“Te vengo a cerca’ “, cantato in napoletano e wolof). Il premio della critica invece vola all’estero, va a Cipro nelle mani dei Monsieur Doumani che sbancano portandosi via anche la menzione per la migliore reinterpretazione di un brano di Andrea Parodi, quella per il miglior arrangiamento e la menzione dei ragazzi in sala. Poker!
La giuria internazionale incoronai i Kor con “Albore” (in logudorese). Infine, la menzione dei concorrenti la condividono a pari merito i Feral Cor con “La Sajetana” (in genovese) e Giuseppe Di Bella.
Ma i vincitori assoluti sono… LA MASCHERA, i ragazzi napoletani che hanno trascinato con la loro musica e la loro energia il pubblico tutte e tre le sere.
Questo breve resoconto dell’11° Premio Andrea Parodi termina qui, con la promessa di andare ad incontrare nel corso dell’anno che ci separerà dalla prossima edizione alcuni dei partecipanti che ci hanno maggiormente entusiasmato e convinto.
Si chiude sempre con i ringraziamenti, che in questo caso corrispondo ad un forte e caloroso abbraccio a Valentina Casalena Parodi (il “capo” presidente della Fondazione), a Lara ed Antea, a Luca ed Alessia Parodi, ad Ottavio, a Enrico Deregibus, a Giovannino, Pierpaolo, Roberta, Francesca, Giorgia… a tutto lo staff che ha permesso a questa grande festa della musica di tornare ancora una volta in scena, sempre con Andrea Parodi nel cuore e nella mente.