Vi presento Laura Locatelli, una donna felice.

Vi presento Laura Locatelli, una donna felice.

La mia prima volta dietro le quinte di un teatro, era per un saggio di danza, ero alta un metro e qualche puffo e nonostante l’atavica timidezza, uscire sulla scena mi faceva sentire a mio agio.

Nata a Crema (CR), Laura Locatelli lavora come attrice per il teatro, il cinema e la televisione.

Il suo curriculum professionale è lunghissimo, lo potete trovare nella sezione bio del suo sito http://www.laura-locatelli.com.

Ho provato a cercare qualcosa sulla tua vita privata in rete, in modo da poterti presentare brevemente ai lettori. Fatti salvi gli studi compiuti, non si trova nulla. Per scoprire la tua data di nascita ho dovuto navigare online inserendo le mie credenziali KGB. Raccontami qualcosa di te.

Non hai trovato niente? Forse non è un caso, io faccio l’attrice, interpreto le vite degli altri e la mia la tengo ben lontana dai riflettori. Non è poi così strano. Io non sono famosa quindi chi vuoi che segua la mia vita privata, che mi faccia il terzo grado come stai facendo tu adesso…

Se inizi a svicolare dalle domande ti lego alla sedia e mi bevo il tuo aperitivo…

Quelli famosi famosi spesso mettono la loro privacy in gioco a favore del proprio personaggio, ma io questo non ho mai dovuto e voluto farlo. Mi piace usare molto i social, ma lo faccio in maniera narrativa; posto in prevalenza materiale legato alla mia vita professionale e solo talvolta fatti ed immagini di vita privata. Sempre con un limite, senza mai superare quello che tu chiami il firewall di Laura.

Quindi niente post con pranzo, cena, colazione, sonno, doccia, shopping…

No per il momento no… poi nella vita non si può mai sapere!

Caratterialmente sono essenzialmente una timidona, non sono mai stata una di quelle che arrivano in compagnia e animano e ribaltano il gruppo. Sono curiosa, sono un’esploratrice, sono determinata, sono sensibile (a volte troppo) e gli amici dicono che io esprima una forte empatia.

Ad una donna l’età non si chiede…

Non c’è problema, te la dico io, io sono orgogliosa della mia età; ho trentotto anni. Quando ho cominciato a fare l’attrice avevo trent’anni, però ne dimostravo cinque o anche dieci di meno (a seconda di ciò che dovevo portare in scena) e questo mi faceva gioco, non mi sembrava il caso di dichiarare la mia vera età anagrafica. In questa fase della vita mi sento cresciuta e quindi dichiaro la mia vera età volentieri, senza fare calcoli di convenienza professionale.

Ho iniziato tardi ad interessarmi alla recitazione; il mio background familiare era molto lontano dall’ambito artistico, da ragazzina ho fatto danza, ho studiato, ho fatto l’università, poi ho lavorato e solo ad un certo punto mi sono detta “vorrei vedere come è…”

Non è mai stato un hobby quello della recitazione, perché da subito mi sono calata in questa avventura con molta serietà. Dovevo capire se e come ci si poteva vivere. E subito dopo avere mosso i primi passi in questo mondo, mi sono innamorata pazzamente di questo lavoro, tipica sindrome degli artisti che vengono letteralmente rapiti dalla luce della ribalta.

Laura Locatelli, attrice di teatro, attrice televisiva ed attrice cinematografica. Noto volto della pubblicità, media trainer, doppiatrice, speaker, vice presidente di una onlus eccetera eccetera eccetera. Eclettica o baùscia?

Si, un po’ baùscia si. Ma anche eclettica; diciamo metà e metà. Il mio percorso non è troppo lineare. Inizio una cosa, poi la metto da parte e ne comincio una diversa, poi la prima risalta fuori e si interseca con altre dieci. A volte mi dico “le cose del passato le metto via” e poi invece anche se le butto fuori dalla porta mi rientrano dalla finestra.

La bellezza aiuta, la bellezza limita.

La bellezza aiuta, senza dubbio. Dobbiamo essere onesti, è un bell’aiuto. La piacevolezza aiuta molto ad entrare in relazione con gli altri, è una delle chiavi di accesso, anche se ovviamente non è l’unica. C’è chi è piacevole per ciò che pensa, per ciò che dice, per ciò che fa; però se risulti piacevole a chi hai davanti anche prima di aprire bocca, sei in vantaggio. Da donna comunque ti dico che questo primo tipo di contatto visivo amo metterlo da parte immediatamente per entrare in relazione con gli altri ad un altro livello. Essere un oggetto di desiderio è limitante e bisogna imparare a gestire al meglio le avances, che non mancano e che vanno da un semplice complimento all’idea che qualcuno ha di potere creare una relazione di tipo sessuale. Ho una certa abilità ed una grande prontezza nel spiazzare le persone; mi basta poco per rimetterle al proprio posto, ma sempre con garbo e riuscendo a passare ad un livello diverso in tempi strettissimi.

Un brutto giorno la tua bellezza fisica inizierà a sfiorire.

Un po’ la temo questa cosa, in fondo la bellezza mi è sempre servita per sentirmi a mio agio. Da persona timida, il sapere di risultare piacevole mi ha sempre aiutata a rompere il ghiaccio. Sto lavorando duro su me stessa per sentirmi sempre bene, indipendentemente da come appaio agli altri. Vedere le donne mature che inseguono a tutti i costi l’estetica della giovinezza mi intristisce da pazzi; anche senza il biglietto da visita della bellezza puoi comunque farti apprezzare, ce la si può fare tranquillamente. Se hai qualcosa da dire, qualcosa da comunicare.

Poi quando tra qualche anno ci arriverò ti dirò davvero come gira…

Nella mitologica historia de Il MIlanese imbruttito tu interpreti la parte della mogliettina tanto dolce, sempre pronta a sorridere, sempre disponibile, buonina buonina da fare invidia al Lupo de Lupis. Anche in uno spot Sky molto attuale appari sempre come la brava mogliettina e la dolce mammina. L’apparenza inganna?

Un pochino… diciamo che si è creata un’immagine di me del tipo “sono una dolce ragazza”, un’immagine molto rassicurante. Ci sono però registi che in fase di casting hanno visto in me la donna dallo sguardo gelido, adatta a ruoli tutt’altro che rassicuranti. Ho anche interpretato il ruolo di donna killer o di amante perfida; a tratteggiare questo tipo di personaggi mi diverto un casino! La mia parte dark è divertentissima.

In ambito pubblicitario e nella commedia è ovvio che “bionda, occhi azzurri, sorriso dolce” diventa un cliché; io mi diverto comunque. Indipendentemente dal personaggio, io dentro sono buonina sino ad un certo punto, in realtà sono una peperina, se non lo fossi non potrei fare il mestiere che faccio.

Un luogo comune; con la cultura non si mangia. Sei d’accordo?

Non è facile, non dico che non si mangi, però per vivere producendo un reddito costante ed accettabile ti devi davvero impegnare molto. Bisogna essere poliedrici, eclettici, un po’ baùscia… e sapersi vendere bene. Nel mondo del teatro, della tv, della comunicazioni bisogna essere capaci di relazionarsi nel modo giusto con gli altri; è fondamentale. Bisogna saper mixare la cultura allo show business, se pensi di vivere solo di cultura allo stato puro devi essere un grande, un pezzo unico ed irriproducibile.

Nella tua carriera sei passata dal teatro classico di Pirandello e Strindberg al Frankenstein di Mary Shelley. Dai ruoli comici di Camera Cafè e de Il Milanese imbruttito alle soap come Un posto al Sole. Ogni attore ed ogni attrice ha un proprio sistema per resettarsi, per dimenticare il personaggio vecchio ed entrare completamente in un nuovo ruolo. Tu che sistema utilizzi?

Non resetto completamente, anche se ovviamente cerco di staccare mentalmente tra un personaggio e l’altro. A volte non hai nemmeno il tempo di resettare; ad esempio questa estate in una fiction ho dovuto fare due piccole parti, al mattino il cammeo di una prostituta e la sera la suora!! Hai voglia resettare… Ci vuole una maggior concentrazione quando cambi drasticamente genere e passi magari dal leggero al drammatico intenso. In me i personaggi non scompaiono mai completamente, diciamo che si stratificano e vanno a comporre poi quello che nel gergo si chiama “il mestiere”, l’esperienza di scena.

Questo a volte facilita ed a volte toglie un filo di spontaneità, come in tutte le cose della vita è essenziale sapere bilanciare. E poi diciamolo, l’attore di mestiere fa il ladro, ruba da se stesso e dagli altri, non si butta via nulla della propria storia. Il mestiere dell’attore è un gioco bellissimo, favoloso, somiglia tanto alla crescita dei bambini che mettono in campo immedesimazione, interpretazione, osservazione, critica, divertimento, coraggio e paura.

!Ci sono attori che non usano il metodo dell’immedesimazione personale ma sono dei “tecnici del ruolo” e non si lasciano coinvolgere; loro soffrono meno.

Qual è il ruolo che ti ha fatto maggiormente soffrire, quello che ti ha portato ad un passo dal dire “non lo posso fare, mollo”?

C’è stato un momento della mia carriera che io etichetto come “acquisizione esperienze” ed in questa fase ho lavorato con un regista indipendente che mi ha affidato un ruolo molto ma molto drammatico, un ruolo che io ho interpretato con grande intensità: roba da passare tutto il tempo a piangere, straziante. Mamma mia, meno male che ultimamente sto facendo tante cose leggere…devo compensare!! Ci sono attori che non usano il metodo dell’immedesimazione personale ma sono dei “tecnici del ruolo” e non si lasciano coinvolgere; loro soffrono meno. Io invece amo la recitazione perché mi consente di buttare dentro le mie emozioni, ed a volte questo fa soffrire. Lo ricordo ancora quel ruolo, non vedevo l’ora che finisse, non ne potevo più!

Lui non ci ascolta e non ci legge, è troppo preso dal nuovo spettacolo che sta portando in scena. Puoi parlare liberamente; quel tale imbruttito, quel Germano Lanzoni, che tipo è?

Germano è un uomo d’oro, un artista ed una bellissima persona. Lavorare con lui è divertimento puro, a volte dopo lo” stop azione” io scoppio a ridere e quasi muoio, ci sono dei backstage pazzeschi che ti potrei raccontare. Dietro al suo cliché di attore comico ed esilarante c’è un uomo di grandi valori e di grande cultura. E’ un uomo che ammiro molto. E’ un animale da palcoscenico pazzesco, ha un’esperienza notevole ed io ogni volta che sono di fianco a lui cerco di assorbire e rubare. Con lui ho calcato il palco di Zelig Live quasi senza fare prove… con lui ti devi buttare. E’ un grande.

Domande e risposte flash, senza pensare, tempo di risposta concesso 1 secondo.

Milan o Inter? Inter, perché papà era tifoso dell’Inter. Però del calcio non me frega proprio nulla

Fedez o Pink Floyd? Pink Floyd, almeno so qualche canzone a memoria da poter cantare…

Sofia Loren o Marilyn Monroe? Marilyn perché è un mito che ha lasciato una serie di incognite che ancora oggi affascinano. Lei è il paradosso maschera/persona; la si identifica con determinate caratteristiche e poi invece nella vita privata era l’opposto. Brivido.

Shushi o pane e salame? Sushi, non mangio il salame perché quando ero ragazzina mi dava molto fastidio l’odore, è una specie di allergia psicologica.

Sushi o pane e nutella? Sushi, sempre sushi, sono proprio milanese, il sushi è il piatto tipico milanese! Bah, pesce crudo, roba per gatti….

Ballerine o tacco 12? Tacco 12, però se mi fai scegliere tra tacco 12 e scarponcini tipo montagna scelgo gli scarponcini. Le ballerine no, sono fuorilegge. Sul tacco 12 mi è rimasto il ricordo del mio primo anno all’università allo IULM; io arrivavo dal paese in autobus alle sei e mi trovavo alle otto del mattino le milanesi con il tacco 12… ma da dove diavolo erano spuntate? Alle otto del mattino…

Cortina d’Ampezzo o spiaggia salentina? Spiaggia, non so sciare ed amo il mare.

Cane o gatto? In questo momento cane perché ho un meraviglioso golden, un nonnetto, ha diciassette anni. Prego tutti i giorni perché resista; lui rimarrà per sempre il mio cane. Quando non ci sarà più, io tornerò ad essere una gattara.

Auto o moto? La moto è una figata però mi incute timore. Potendo, moto, ma per ora macchina.

quello faccio è respiro consapevole, respiro diaframmatico, e lo faccio da quando avevo ventidue anni

So che pratichi la meditazione. Cosa stai cercando in te stessa?

Sto cercando di smettere di cercare, sto cercando di esser qui, ora. La meditazione è un metodo per approfondire i diversi aspetti della vita. Più che altro quello faccio è respiro consapevole, respiro diaframmatico, e lo faccio da quando avevo ventidue anni. Ho partecipato anche ad un corso di meditazione taoista con un bravissimo maestro, ma questo genere di tecnica si è dimostrata troppo complicata per me. Apprezzo anche la meditazione di Osho, anche la dinamica che è strong.

La più grande delusione professionale della tua vita ed il momento top della tua carriera?

state un paio di opportunità sulle quali contavo veramente, ed invece si sono rivelate delle delusioni. Si trattava di produzioni in ambito web che avevano tutte le caratteristiche per sfondare, portando anche a me di riflesso un deciso aumento della popolarità, ma non sono andate bene come speravamo.

La soddisfazione professionale Numero 1?

Il Milanese Imbruttito, ma negli ultimi anni sono diversi i ruoli che mi hanno dato belle soddisfazioni, e sono tutti legati tra di loro dal fatto di essere leggeri, divertenti e sorridenti. Questa è una fase della mia vita che mi sorride. I ruoli impegnativi , quelli dove si piange, sono esperienze ormai passate.

Collabori con un’agenzia che si occupa di personal branding: spiegami di cosa si tratta.

In un mondo dominato dalla comunicazione, il personal branding è una tecnica che insegna a comunicare nel modo ottimale, insegna a crearsi una reputazione ed a mantenerla. Per comunicare in modo corretto e funzionale alle proprie necessità un pizzico di attitudine personale serve, ma i meccanismi si possono costruire, insegnare ed imparare. E’ una professione nuova che a mio avviso avrà un forte sviluppo in un futuro breve.

Mi costringi a fare già dei bilanci? Ma la mia carriera è appena iniziata… Ci sono state un paio di opportunità sulle quali contavo veramente, ed invece si sono rivelate delle delusioni. Si trattava di produzioni in ambito web che avevano tutte le caratteristiche per sfondare, portando anche a me di riflesso un deciso aumento della popolarità, ma non sono andate bene come speravamo.

La soddisfazione professionale Numero 1?

Il Milanese Imbruttito, ma negli ultimi anni sono diversi i ruoli che mi hanno dato belle soddisfazioni, e sono tutti legati tra di loro dal fatto di essere leggeri, divertenti e sorridenti. Questa è una fase della mia vita che mi sorride. I ruoli impegnativi , quelli dove si piange, sono esperienze ormai passate.

Collabori con un’agenzia che si occupa di personal branding: spiegami di cosa si tratta.

In un mondo dominato dalla comunicazione, il personal branding è una tecnica che insegna a comunicare nel modo ottimale, insegna a crearsi una reputazione ed a mantenerla. Per comunicare in modo corretto e funzionale alle proprie necessità un pizzico di attitudine personale serve, ma i meccanismi si possono costruire, insegnare ed imparare. E’ una professione nuova che a mio avviso avrà un forte sviluppo in un futuro breve.

Venderesti l’anima al diavolo per interpretare….

Non venderei l’anima al diavolo per interpretare un bel tubo di niente. La carriera non è mai passata davanti alle altre cose che costituiscono la mia vita; certo se dovessi esprimere un desiderio ti potrei dire che sarei felicissima di interpretare un’opera in costume, preferibilmente cinematografica, una di quelle che vincono il tempo e rimangono come pietre miliari. Qualcosa tipo “Nuovo Cinema Paradiso” o “C’era una volta in America” o “Il dottor Zivago” o “Arancia meccanica”…

Uhm, per un film così forse un pezzettino d’anima al diavolo la cederei…

Nessuna paura del ruolo? Se ti proponessero uno di quei film che ti marcano a vita, tipo “Ultimo tango a Parigi” scapperesti o ti butteresti anima e corpo nella produzione?

Sono sconsiderata e coraggiosa. Un ruolo così me lo giocherei. Se fossi certa di essere in buone mani, circondata da veri professionisti, me lo giocherei.

Laura finiscila di mangiare patatine mentre registriamo. Non prendertela ma hai visto che panciotta che ti è venuta? Non dico che devi fare la dieta, però curati in pochino…

Ahahah spiritoso!! Lo sai che io anche se mangio un bue non ingrasso di un etto! Eh si, la panciotta comunque c’è… dai facciamo il primo annuncio ufficiale con questa intervista; sono in attesa del mio bimbo, un maschietto che arriverà a maggio. E’ un momento magico, sono al settimo cielo e sono felicissima. Il futuro papà è felicissimo anche lui, è tutto meraviglioso.

Viviamo in una società complicata; recessione economica, lampi di egoismo, discriminazione, difesa ad oltranza della propria confort zone, difficoltà di relazione, poca accoglienza. Ti spaventa presentare il tuo bimbo ad un mondo come questo?

Non mi spaventa, mi terrorizza. Mio figlio si troverà a vivere un’epoca difficile e spero tanto che lui possa assorbire dalla sua mamma e dal suo papà una delle prime doti degli attori: sapersi mettere nei panni degli altri. Se tutti giocassero una volta nella vita a fare teatro, ovvero a mettersi nei panni dell’altro, il mondo sarebbe migliore e la vita sarebbe più facile da vivere. Mio figlio nascerà in Italia, in un paese civile, con tutta una serie di servizi a sua disposizione e pertanto sarà un privilegiato; dovrà rendersene conto e meritarsi il suo privilegio imparando a relazionarsi con chi non ha avuto la sua fortuna.

Grazie Laura, buon lavoro, buona vita ed un bacione!

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