Si vendetta, tremenda vendetta… da ieri a cantare questi versi non è più solo il gobbo Rigoletto nell’ottava scena del secondo atto dell’opera omonima musicata da Giuseppe Verdi, ma anche la nazionale di calcio di Spagna under 21.
Nel 2017 la nazionale di Germania sconfisse in finale di misura (1 a 0) le Furie Rosse; ieri sera ad Udine gli spagnoli – a distanza di due anni – si sono presi una sonora rivincita, strappando agli avverarsi teutonici il titolo continentale.
Abbiamo seguito diversi incontri di questo torneo, che in questa occasione si è disputato in Italia (Bologna, Reggio Emilia, Udine, Trieste, San Marino e Cesena) e ieri sera siamo stati presenti alla finale, giocatasi alla Dacia Arena di Udine.
36 gradi, cielo sereno, tribune sold out, 23.232 spettatori censiti dall’UEFA, in gran prevalenza di fede germanica. I tifosi della Spagna sono in minoranza ma quando serve sanno farsi sentire. Anche i loro cronisti in tribuna stampa sono particolarmente caldi e rumorosi in corso di telecronaca, tanto da strappare ai più composti colleghi tedeschi qualche sorriso ironico. Keep calm & pensa alle coronarie è il consiglio che l’intera tribuna stampa indirizza in particolare ad un simpatico collega della radio spagnola che urla come un dannato rasentando la zona rossa pre infarto.
Il clima pre partita è gioioso, tanto che persino l’affollatissima tribuna VIP ed Autorità partecipa con gusto alla ora che viene lanciata dalla curva tedesca in più riprese.
Le dichiarazioni pre partita lasciano intendere che la gara sarà piacevole e combattuta. Il numero 10 delle Furie Rosse Dani Ceballos è perentorio “sarà una partita tattica, siamo due squadre forti fisicamente, e non ci sono margini di errore. E’ una partita in cui divertirsi e dobbiamo dare tutto per vincere eguagliare i cinque titoli dell’Italia”.
Andrea Pirlo, in rappresentanza della UEFA mostra alle squadre il trofeo continentale, poi lo ripone al sicuro e si parte quindi con la gara.
La Spagna parte fortissimo con una ragnatela di passaggi di prima eseguita ad alta velocità ed al minuto 7 è già in vantaggio.
Oyarzabal gioca di sponda, Baumgartl si fa tagliare fuori preso in contropiede e Fabian Ruiz sgancia un tiro radiocomandato di sinistro a girare che trafigge il portiere tedesco sul secondo palo. Bellissima segnatura e boato nello stadio, a testimonianza del fatto che la il pregevole gesto tecnico ha impressionato anche i tifosi alemanni.
La Germania pare stordita e sino al minuto 16 gli iberici giocano ed i tedeschi guardano gli avversari giocare. Poi il diesel dei ragazzi in maglia bianca entra in temperatura e qualcosa inizia a cambiare.
Una prima conclusione di Amiri (G) viene bloccata e dopo pochi secondi lo stesso Amiri ci riprova scegliendo di concludere da posizione defilata, con il difensore iberico Martín Aguirregabiria che respinge.
A tratti la partita diventa fallosa ed inizia a vedersi il cartellino giallo. L’incontro si trascina sino al termine del primo tempo con la Germania che riesce ad alzare il proprio baricentro senza tuttavia mai impensierire la difesa avversaria.
Vallejo rischia di andare a farsi una bella doccia anticipata a causa di una sua brutta entrata in ritardo su Waldschmidt (verifica VAR ed ammonizione), ma poi si fa perdonare con gli interessi intercettando un sinistro pericoloso di Oztunali al 42’.
Una Spagna piaciona chiude il primo tempo in vantaggio di una rete, un risultato tutto sommato stretto per quanto visto in campo.
Nell’intervallo classica invasione di campo, innocua quanto ormai quasi scontata.
Chi pensava che la Germania sarebbe rimasta nella ripresa tranquilla tranquilla a guardare le trame ed i palleggi avversari evidentemente non conosce la tempra dei tedeschi. I giovani panzer rinunciano al palla lunga e pedalare tutto fisico ed iniziano a tenere palla, imponendo il proprio ritmo e le proprie misure in campo. Gli spagnoli soffrono il non potere avere di continuo la palla al piede e la loro prestazione scende decisamente di tono, rinchiusa tra le maglie di un 4-4-2 per lo più difensivo.
La Germania punge, dapprima con Amiri subito al minuto 2 e successivamente con Waldschmidt all’8’ ed al 16’. I tedeschi spingono e siccome il calcio è uno sport strano, proprio nel corso della loro miglior fase di gioco, subiscono il raddoppio.
La Spagna vola in contropiede, ma Ceballos non riesce a trovare lo spazio a causa del rapido rientro dei difensori tedeschi. Fabián Ruiz, che aveva seguito l’azione, viene servito di tacco e calcia di sinistro. Nübel non trattiene, Dani Olmo raccoglie la corta respinta e beffa il portiere tedesco con un morbido pallonetto. 2 a 0.
Ed un cronista di provata fede rossonera si ritrova a sognare la coppia Ceballos – Olmo con la maglia del Diavolo.
La Germania si rimette in cammino verso l’area di rigore iberica, ma il passo è sempre meno baldanzoso ed i minuti che corrono veloci sul display dello stadio Friuli iniziano a trascorrere troppo velocemente per poter pensare ad una clamorosa inversione di rotta nel punteggio. Il gol della bandiera alla fine arriva, al minuto 88 con il caparbio Amiri, i tifosi applaudono ma è il canto del cigno per i ragazzi tedeschi.
Tre minuti di recupero e poi inizia la festa degli spagnoli, per la quinta volta Campioni d’Europa under 21.
MVP Uefa della partita lo spagnolo Olmo.
Capocannoniere del torneo il tedesco Waldschmidt con sette reti realizzate.
MVP dell’intera manifestazione il napoletano Fabian Ruiz.
Meritata senza alcun dubbio la vittoria finale degli iberici che ci lascia un grande amaro in bocca se pensiamo che nella partita d’esordio a Bologna, la nazionale azzurra era stata capace di imporsi per 3 a 1. Ma la caduta con la Polonia ha disintegrato il nostro sogno e le nostre alte aspettative della vigilia. Questo è lo sport, vince il migliore.
Così il tecnico delle Furie Rosse Luis de la Fuente al termine della cerimonia di premiazione: “la partita contro l’Italia ci ha rinforzato mentalmente, ci ha dato unione. Da quel momento la squadra è cresciuta sempre, giocando un gran calcio, all’altezza del livello di questo gruppo. – Abbiamo saputo difendere, contrattaccare, controllare il gioco. E’ una grande squadra, faccio i complimenti ai miei giocatori. – Abbiamo lavorato duramente a livello giovanile in Spagna, questa è una grande generazione. E’ importante coronare il lavoro con un titolo, che questi ragazzi si merita”
Di tono diverso la sintesi finale tedesca, espressa dal difensore Jonathan Tah: “una serata deludente, frustrante. La Spagna ha fatto tanto possesso nel primo tempo ma ha segnato con l’unico tiro in porta. Nel secondo tempo abbiamo attaccato e creato di più noi. Purtroppo abbiamo segnato troppo tardi”.
Stefan Kuntz, allenatore Germania: “Nel primo tempo abbiamo faticato a giocare, ma abbiamo fatto vedere di poter essere pericolosi. Dopo aver subito il primo gol abbiamo cercato di reagire, e abbiamo giocato al meglio delle nostre possibilità dopo aver subito il secondo gol. Siamo cresciuti dalla prima partita con la Serbia, giocando molto bene contro la Romania. Abbiamo fatto vedere di crederci sempre. Da questo torneo usciamo con una grande esperienza e la consapevolezza di dover crescere ancora”
Appuntamento al 2021, si giocherà in Ungheria ed in Slovenia.
SPAGNA-GERMANIA 2-1 (1-0)
SPAGNA (4-2-3-1): Sivera, Aguirregabiria, Nuñez, Vallejo, Firpo; Roca, Fabian Ruiz (32′ st Merino); Olmo, Ceballos, Fornals (27′ st Mayoral); Oyarzabal (10′ st Soler). In panchina: Simon, D. Martin, A. Martin, Mere’, Manu Vallejo, Zubeldia, Lirola, Pedraza, Mir. Allenatore: De la Fuente.
GERMANIA (4-3-3): Nubel; Klostermann, Baumgartl, Tah, Henrichs; Dahoud, Eggestein (33′ st Nmecha), Serdar (61′ st Neuhaus); Oztunali (28′ st Richter), Waldschmidt, Amiri. In panchina: Müller, Schubert, Eggestein, Mittelstadt, Anton, Uduokhai, Koch, Maier, Lowen. Allenatore: Kuntz.
ARBITRO: Jovanovic (SRB).
RETI: 8′ pt Fabian Ruiz, 24′ st Olmo, 43′ st Amiri.
Ammoniti: Vallejo, Nuñez, Sivera. Angoli: 1-7. Recupero: 2′ pt, 3′ st.