Anni fa accompagnai mio figlio, allora adolescente, al centro sportivo del Cimiano calcio, una delle più blasonate scuole calcio Milan italiane. Giovane portiere di belle speranze (sino ad allora schierato in campo in maglia neroazzurra) il mio Francesco venne ricevuto dal suo futuro allenatore e da un anziano signore in tuta da allenamento.
Mentre il mister lo interrogava con toni molto fermi e decisi (probabilmente per sondarne la personalità, che ad un portiere non può mancare) l’anziano signore lo guardava silenzioso, fissandolo con un’espressione serena e confortante.
il gioco del calcio è bellissimo
Finito il primo colloquio, quell’anziano signore avvicinò il ragazzo e con un sorriso gli disse: “benvenuto Francesco, sono contento che tu sia qui. E non solo perché ci chiamiamo allo stesso modo… ti abbiamo seguito e so che sei un bravo ragazzino; tu pensa ad allenarti con impegno e divertiti, perché il gioco del calcio è bellissimo”.
Quell’anziano signore era una delle leggende del grande Milan. Per tutti era “Zago”, al secolo Francesco Zagatti.
Quando dieci anni fa scrissi il libro commemorativo per i 40 anni del Cimiano, mi soffermai a lungo sulla sua figura; oggi scrivo nuovamente di lui con grande gioia su queste pagine.ù
Francesco Zagatti nacque il 18 aprile del 1932 a Venaria Reale, in provincia di Torino, segno zodiacale Ariete. Entrò ancora adolescente nelle giovanili del Milan sino ad arrivare a giocare con la squadra Primavera rossonera.
Con la Primavera del Milan si aggiudicò per due volte il Torneo di Viareggio, vera e propria tesi di laurea per il calcio giovanile internazionale (1952 e 1953).
Nel 1952 il Milan sconfisse in finale il Partizan di Belgrado per 3 a 1 mentre nel 1953 fu la Juventus ad uscire battuta dal campo per 1 a 0 (gol del Trap – Giovanni Trapattoni al 36’ pt).
Pur continuando a giostrare con le giovanili, Zago entrò nel giro della prima squadra nel 1951, debuttando in serie A il 1 giugno del 1952 a Roma contro la Lazio (Lazio-Milan 1 a 1). Fu l’avvio di una carriera magnifica, sempre giocata con la casacca rossonera sulle spalle e per un certo periodo con la fascia da capitano, poi ceduta al suo amico Cesare Maldini.
252 partite, difensore (o meglio come si diceva una volta… terzino) schierato per 214 volte in serie A. Due reti, 1 Coppa Latina (1956), 4 scudetti 1954-55, 1956-57, 1958-59,1961- 62) ed una Coppa dei Campioni (1962-63); questo è il palmares di un grande campione che il Milan ha inserito nella propria Hall of Fame.
Zago smise di giocare il 9 settembre del 1962, in occasione della partita di Coppa Italia Parma- Milan che i rossoneri vinsero per 0 a 1.
Entrò subito nello staff tecnico delle giovanili rossonere, divenendo un preziosissimo osservatore e talent scout. Dal 1966 al 1970 guidò la formazione Primavera dalla panchina e nella stagione 1976-77 collaborò con il patron Nereo Rocco nella guida della prima squadra.
Nel 1982, in tandem con l’amico Italo Galbiati, tornò alla guida del Milan in serie A dopo l’esonero del tecnico Gigi Radice. Terminata questa esperienza rientrò a casa base, tra i suoi giovani, divenendo uno dei punti di riferimento delle giovanili del Milan e delle scuole calcio Milan che stavano nascendo.
Francesco Zagatti ci ha lasciati il 7 marzo 2009 all’età di 76 anni a causa di una complicazione epatica.
Il Cimiano Calcio (cimiano.it) celebra il suo Zago ogni anno dando vita ad un torneo di calcio giovanile che, in questo 2019, vede disputarsi l’undicesima edizione.
La cosa piu’ strana? Era sentirmi chiamare Presidente da un monumento sportivo conosciuto in tutta Italia.
Lascio a Roberto Cipriani la chiusura di questo pezzo.
Ci sono momenti nella vita in cui pensi al passato, alle cose belle e alle persone che attraversando la tuo percorso ti hanno lasciato qualcosa , come un “graffio al cuore”. Tra queste ci metto senz’altro Francesco Zagatti, il mister.
Attraverso’ la mia giovinezza all’eta’ di 17 anni, acquistato dal Milan lo trovai come mio allenatore nella squadra “primavera”. Mi colpi’ di lui il trasporto che aveva coi ragazzi, cosa che non ha mai perso.
A differenza di altri lui aveva sempre una parola di incoraggiamento, mi chiedeva della mia famiglia e anche se chiedeva grande impegno, non faceva drammi accondiscendendo anche al mio carattere, non incline a considerare il calcio come un mestiere, ma un gioco.
credit photo: www.acmilan.com
Da presidente del Cimiano ed avendo costruito il centro che vedete ora , decisi di prenderlo per inserirlo come responsabile del settore giovanile. Fu una scelta molto oculata e diede col suo nome , capacita tecniche e umane una spinta notevole nelle iscrizioni al club.
Passava molto piu’ tempo sui nostri campi che su quelli del Milan, e lo vedevo alla fine degli allenamenti seduto fuori dagli spogliatoi con la fila dei ragazzini che lo salutavano: “buona sera mister” e da lui una parola e una carezza per tutti loro; questo era Zagatti.
La cosa piu’ strana? Era sentirmi chiamare Presidente da un monumento sportivo conosciuto in tutta Italia. Ciao mister, chissa’ se ci guardi da lassu’ , sicuramente avresti ancora una parola buona per i tuoi ragazzi.