Probabilmente coloro che in gioventù soffrirono sulle sudate carte, battagliando con le versioni di latino, oggi storceranno il naso vedendo citato Publio Virgilio Marone in ambito pedatorio.
Eppure quell’antica locuzione, “l’amore vince tutto”, si adatta perfettamente a quanto visto questa sera in occasione di Milan – Spal.
La formazione rossonera scende in campo con soli 10 punti all’attivo; di fronte trova schierata una Spal che di punti ne ha 7 e naviga in acque scure, essendo penultima in classifica.
Il Milan è reduce dalla sconfitta maturata contro la Roma e la sfida con gli spallini non sembra proprio essere uno dei big match della stagione, una delle partite di cartello capaci di richiamare il pubblico delle grandi occasioni.
auguri che, a nome di tutti i rossoneri, lo speaker del Milan Germano “Gegio” Lanzoni rivolge al grande Marco Van Basten che oggi compie 55 anni.
La serata è freddina e viene idealmente scaldata (mentre le squadre eseguono la fase di rifinitura) solo dagli auguri che, a nome di tutti i rossoneri, lo speaker del Milan Germano “Gegio” Lanzoni rivolge al grande Marco Van Basten che oggi compie 55 anni.
Ma Omnia vincit amor, l’amore per i propri colori supera qualsiasi delusione e qualsiasi scorno. Nonostante tutto ciò sugli spalti ci sono 46.475 spettatori; delusi, incavolati neri e persino a tratti incattiviti. Però ci sono, e portano nelle casse del Milan oltre un milione di euro.
Arroccati al terzo anello circa 300 tifosi ospiti tifano per i calciatori di Ferrara.
Alla lettura delle formazioni il nome di qualche giocatore rossonero viene salutato non proprio con manifestazioni di palese affetto. Nel Milan ci sono alcune novità tattiche; Suso, Conti, Leao, Calabria e Biglia siedono in panchina.
!Prima del fischio d’avvio viene ricordato che la decima giornata di campionato è dedicata alla memoria di Giorgio Ambrosoli
Prima di parlare brevemente della cronaca dell’incontro è bene sottolineare come lo sciopero del tifo ultras sia ormai solo un ricordo. I tifosi della Curva Sud non smetteranno per un solo istante durante l’intero incontro di sostenere i giocatori del Milan. Il messaggio è stato inviato, la squadra lo ha recepito ed ora è giunto il momento di fare ciascuno la propria parte; sul campo e sugli spalti.
Prima del fischio d’avvio viene ricordato che la decima giornata di campionato è dedicata alla memoria di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana ucciso nel 1979 per ordine del banchiere della mafia Michele Sindona. A quarant’anni dalla sua scomparsa lo sport lo ricorda nella sua Milano.
Brevemente, la cronaca dell’incontro.
Il primo affondo, dopo pochi minuti di gara è di Paquetà (più incisivo nella ripresa che nel primo tempo), ma il suo fendente viene spedito in corner da un provvidenziale Berisha.
Un Milan macchinoso e timido agevola l’azione di una Spal che alza il proprio baricentro, conquistando due calci d’angolo nei primissimi minuti. Atteggiamento che risulta alquanto sgradito ai tifosi rossoneri che iniziano a sottolineare ogni errore di impostazione dei ragazzi di Pioli. Kessie paga per tutti, beccato quasi ad ogni tocco di palla.
La squadra capisce che è necessario rompere gli indugi (anche perché ballare la musica suonata da una modesta Spal in casa propria grida vendetta in cielo) e reagisce. Minuto 12, sgroppata di Hernandez, traversone verso il centro dell’area, deviazione sporca di Piatek che diventa involontariamente un assist doc per Castillejo. Tiro a colpo sicuro a due passi dalla porta e sfera che impatta violentemente sulla traversa.
La Spal sa perfettamente di incontrare un Milan che vive un momento di debolezza psicologica e cerca di trarne beneficio. Al minuto 24 Floccari prova a trafiggere Donnarumma, ma il suo colpo di testa si spegne sul fondo.
Minuto 29 – Kessie lancia la sfera in profondità per Calhanoglu che scocca un tiro di sinistro: Berisha blocca in due tempi.
Il primo tempo è tutto qui. Una salva di fischi accompagna il duplice fischio del signor Piccinini ed il rientro delle squadre negli spogliatoi. Potremmo sintetizzare questa prima fase di gioco con la locuzione “vorrei, ma non posso”. La buona volontà nei giocatori del Milan si intravede, ma rimane a livello di buona intenzione. Sul campo più imbarazzo che spavalderia.
Secondo tempo. Calabria sostituisce Musacchio, dolorante all’adduttore. Al minuto 48 un un ricaricato Paquetà, manda in rete Hernandez con un lancio millimetrico. L’arbitro annulla per un evidente fuorigioco.
Ismael Bennacer (Milan) Leo Duarte (Milan)
Due altre discrete occasioni per i rossoneri anticipano il momento clou dell’incontro. Al minuto 57 Stefano Pioli richiama in panchina Castillejo ed al suo posto getta nella mischia Suso. Un uragano di fischi accoglie ingenerosamente il giocatore attualmente più discusso dell’intera rosa.
Colui che per molti tifosi rappresenta la sintesi di tutti i mali del Diavolo impiega solo sei minuti per mettere la sua firma sulla partita. Spinta galeotta di Vicari su Piatek che cade proprio in quel triangolino di campo che Suso adora. Il direttore di gara assegna la punizione al Milan e lo spagnolo piazza il pallone con cura. Tiro, traiettoria perfetta, gran gol. E lo stadio esplode, perdonando molto se non tutto al suo giocatore più talentuoso.
Milan 1 – Spal 0. Il gol scioglie un Milan contratto e la musica cambia ritmo; il Milan prende coraggio, raccoglie l’entusiasmo degli spalti e gioca in modo decisamente più brillante.
Minuto 72. Berisha blocca in due tempi il tiro di Hernandez. Minuto 79 Paquetà prova uno slalom in area, tentativo di scavetto del brasiliano ma il portiere estense para.
Minuto 81. Batti e ribatti in area, Romagnoli e Duarte cercano la deviazione decisiva che però non arriva.
Il tempo vola e la Spal rinuncia ad ogni atteggiamento prudenziale buttandosi alla ricerca del pareggio. Una buona opportunità arriva al minuto 86 con Kurtic che spedisce la sfera oltre la traversa di Gigio Donnarumma. Al minuto 88 standing ovation per l’uscente Paquetà, al suo posto Bonaventura, accolto con grande affetto da San Siro.
Triplice fischio e tre punti per i rossoneri. Un bel sospiro di sollievo. Il gioco non è ancora dei migliori, non lo possiamo definire certo brillante; la squadra ha bisogno di lavorare ancora con intensità. Però abbiamo visto una buona inversione di tendenza nell’approccio. Un atteggiamento positivo chiaramente percepito anche dai tifosi che, per l’intero incontro, hanno invocato a piena voce la presenza sul tappeto verde di “undici leoni”.
Qualche numero. Il possesso palla dice Milan 56% – Spal 44%. Passaggi riusciti per i ragazzi di Pioli 78%, una buona percentuale. 17 i falli compiuti dai rossoneri; troppi e soprattutto in buona parte inutili.
Il Milan torna nella colonna di sinistra della classifica, occupa il 9° posto a pari punti col Parma mentre la Spal resta penultima a quota 7.
In Sala Stampa raccogliamo le dichiarazioni di Stefano Pioli: “la squadra questa sera è stata bene in partita, con buona personalità, non ho visto fragilità. Se si tratta di una svolta lo capiremo in occasione delle prossime partite. Da un punto di vista tecnico dobbiamo ancora crescere, ma sotto l’aspetto caratteriale la squadra ha tenuto bene testa ad un avversario molto fisico. Da un punto di vista mentale questo è un chiaro passo avanti.”
“Avrei preferito soffrire meno in panchina e far soffrire meno i tifosi, ma vincere soffrendo fortifica. Dobbiamo imparare a fare qualche fallo in meno, soprattutto evitando i falli inutili; poi i calci da fermo si pagano, so quanto li abbiamo pagati domenica scorsa”.
“Mi chiedete una valutazione della prestazione di Paquetà, vedo che voi giornalisti amate molto parlare dei singoli calciatori, io non amo invece parlare dei singoli, preferisco valutare il gruppo. Comunque vi dico che Paquetà ha giocato una partita migliore rispetto alle precedenti ma può giocare ancora meglio; molti altri miei giocatori possono fare molto di più. Al Milan servono qualità e spirito. Oggi abbiamo messo tanto spirito, poi la partita è stata risolta da un tocco di qualità. Dobbiamo imparare a farli andare sempre in sincrono”.
Riguardo alle scelte iniziali di formazione: “ le mie scelte tengono sempre in considerazione la brillantezza fisica e psichica dei miei giocatori; i giocatori che ritengo più giusti, partita per partita, li scelgo. Ho fatto così oggi e così farò ancora in futuro. Spesso le partite si vincono o si perdono con i cambi, questa sera abbiamo vinto anche grazie ai cambi. Siamo entrati in campo con la voglia giusta e chi poi è entrato in campo in corso d’opera ha positivamente incanalato la sua rabbia nel gioco a beneficio della squadra”.
Ora il Milan dovrà misurarsi in successione con Lazio, Juventus e Napoli. Un trittico terribile che potrà dirci qualcosa di più sulla stagione rossonera.
Ad maiora.
MILAN (4-3-3): G.Donnarumma; Duarte, Musacchio (46′ Calabria), Romagnoli, Hernandez; Paquetà (87′ Bonaventura), Bennacer, Kessiè; Castillejo (57′ Suso), Piatek, Calhanoglu. A disposizione: Reina, A.Donnarumma, Conti, Gabbia, Biglia, Krunic, Borini, Rebic, Rafael Leao. Allenatore: Pioli.
SPAL (3-5-2): Berisha; Cionek, Vicari, Tomovic; Strefezza (82′ Paloschi), Murgia, Missiroli (71′ Valoti), Kurtic, Reca (82′ Sala); Petagna, Floccari. A disposizione: Letica, Thiam, Igor, Felipe, Salamon, Cannistra, Valoti, Valdifiori, Mastrilli, Moncini. Allenatore: Semplici.
ARBITRO: Piccinini di Forlì. MARCATORI: 63′ Suso (M). NOTE: Ammoniti G.Donnarumma, Duarte, Calhanoglu (M);Floccari, Vicari, Cionek, Kurtic (S). Recupero 0’pt – 3’st.
Hakan Calhanoglu (Milan) Giacomo Bonaventura (Milan)