Nel momento in cui è necessario scegliere quale incontro di serie A seguire nel fine settimana, guardo la classifica. Salta subito all’occhio un Genoa vs Torino, scontro diretto tra due formazioni che ad inizio stagione ambivano ad una posizione di classifica migliore dell’attuale.
Certo, esistono società che sono ancora di più al di sotto delle proprie aspettative iniziali (Milan docet), ma in ogni caso mal comune nessun mezzo gaudio.
Il Genoa ambiva ad un campionato senza brividi, preoccupazioni e mal di pancia.
I granata pensavano di potersi giocare un posto UEFA ed invece sono parcheggiati in un grigio centro classifica; al momento la zona UEFA la vedono con il binocolo.
Il Genoa ambiva ad un campionato senza brividi, preoccupazioni e mal di pancia. La classifica ci dice che la formazione rossoblù rischia invece seriamente di impantanarsi in una lotta per una salvezza molto complicata.
Andando in macchina da Milano verso Genova penso tra me e me: “oggi vedrò un partitone, ci saranno in campo due squadre orgogliose, hanno fame di punti… oggi in campo vedrò i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”. Ma quando mai, caro mio Blade Runner, aspettative deluse.
Pochi sorrisi, visi preoccupati.
Il tempo è clemente, temperatura piacevole, lo stadio si riempie piano piano.
Mi avvicino al Luigi Ferraris (sempre sia lodata la società ospitante che mi mette a disposizione un posto auto stampa nelle adiacenze dell’impianto… parcheggiare a Genova è una mission impossible… infatti qui vanno tutti in scooter) e guardo i volti dei tifosi genoani che camminano verso i tornelli. Pochi sorrisi, visi preoccupati.
Il colpo d’occhio che ti regala Marassi (founded 1911) è sempre notevole; in uno spazio posto all’estremità della tribuna centrale canta a squarciagola un gruppetto di poco più di cento tifosi del Toro. Ricordiamo che la Lega Serie A dedica questa 14^ giornata di serie all’UNICEF.
Primo tempo. Il calcio d’avvio lo batte il Genoa. Cosa possiamo raccontare di questo primo tempo? Che è stata una noia mortale, una frazione di gioco piatta e noiosa, che gli spettatori presenti al Ferraris potrebbero fare una class action per ottenere il rimborso del 50% del costo del biglietto.
Entrambe le formazioni applicano un gioco speculare e così facendo si elidono e si neutralizzano. Quando una squadra riparte dalle proprie retrovie l’altra pressa altissima e la blocca a centrocampo. Tattica efficace, il pubblico però non vede una fuga che sia una, un tiro che sia uno (qualche alleggerimento verso la porta avversaria magari si) e si annoia.
L’unico acuto di un primo tempo apatico è del granata Cristian Ansaldi
Radu e Sirigu certamente avranno rimpianto di avere lasciato negli spogliatoi il proprio smartphone; avrebbero avuto tutto il tempo per postare qualcosa in FB.
L’unico acuto di un primo tempo apatico è del granata Cristian Ansaldi che al minuto 29 – su assist di Armando Izzo – lascia partire un bel diagonale che esce di poco. Troppo poco. Ed infatti le due squadre sono accompagnate negli spogliatoi, verso il thè caldo di caressiana memoria, da un bel concerto di fischi destinato (par condicio) a tutti e ventidue i giocatori.
Sintesi della prima frazione di gioco: tre grammi di buona volontà e nulla più.
La cosa migliore del primo tempo? Lo striscione esposto in curva dai tifosi del Grifone che esprime solidarietà per i fratelli albanesi colpiti dal terremoto.
Vecchio Cuore Rossoblù…grandi!
Secondo tempo: la musica cambia.
Secondo tempo: la musica cambia. Non ascolteremo di sicuro la nona di Beethoven ma comunque la musica sarà differente rispetto al primo – soporifero – tempo.
Per almeno venti – venticinque minuti il gioco lo propone il Genoa ed il Toro prova a pungere con qualche ripartenza (definirli contropiede sarebbe troppo).
Al 52′ Pandev, sotto misura, ha una grande opportunità: vede la porta e potrebbe colpire ma il suo “tiro” è un blando appoggio verso il portiere avversario; la difesa granata chiude e sventa definitivamente l’incursione genoana.
Pandev si dispera per l’errore… vorrei ben vedere! Se io avessi fatto un errore così da ragazzino con la squadretta dell’oratorio, oggi sarei ancora, dopo quarant’anni, dietro l’altare in ginocchio sui ceci. Non si sbagliano occasioni così, bisogna essere cattivi, ti giochi la salvezza, devi essere cattivo.
Il Toro traballa e per un attimo si scompone.
Una migliore predisposizione agonistica mette poco dopo il grifone Kevin Agudelo in condizione di matare il Toro. Il ragazzo, classe 1998, fa tutto da solo. Punta la porta avversaria, entra in area di rigore, sbraccia per farsi spazio e tira: traversa.
Il Toro traballa e per un attimo si scompone, avanza per scaricare dal groppone la paura provocata dagli avversari, ma dimentica di coprire bene la retroguardia. Passa meno di un minuto ed il numero 30 del Genoa Andrea Favilli riceve in area un invito filtrante, la difesa del Toro dorme, e Favilli indirizza la palla sulla base del palo sull’uscita di Sirigu.
Mazzarri si agita in panchina e chiede alla sua squadra di serrare le fila. Ultima chiara occasione da gol per i grifoni; Pandev lancia Cassata, il mediano scarica un tiro che Sirigu respinge uscendo di pugno. Non va, rete stregata. Il Torino sbanda ma non cade.
Da questo momento, siamo alla mezzora della ripresa, il Genoa spegne la luce ed il Torino inizia per la prima volta cercare qualcosa di più del punticino che muove la classifica.
Minuto 32 st. Verdi (buona la sua gara nel complesso) batte un corner, il traversone è ben calibrato, sale in cielo Bremer che di testa infila un incolpevole Radu. Il Torino passa, il Torino sbanca Marassi.
I giocatori di Thiago Motta tentano un ultimo disperato attacco ad Alamo alla ricerca di un punticino, ma è il Toro ad andare ancora vicino al gol con Verdi; Radu salva in corner.
Rimane solo il tempo per vedere uno spaesato Edera (entrato al minuto 88 per Verdi) prendersi due cartellini gialli in sei minuti ed andare a casa con le orecchie basse. A sua discolpa annotiamo che il primo giallo è stato davvero esagerato e non andava assegnato. Però un giocatore che lo riceve (anche se ingiustamente) in serie A deve avere sangue freddo e non può farsene rifilare un altro dopo un battito di ciglia. Male, molto male.
Cala il sipario. Il Grifone è gravemente ferito e non vola più. Ma è una bestiaccia dura e cattiva e prima di farsi strappare tutte le penne combatterà fino alla fine della stagione.
Tre punti sono troppi per un Torino timido e zero punti sono troppo pochi per un Genoa quantomeno volenteroso; ovviamente nella ripresa, perché la prima frazione di gioco è da dimenticare.
Le dichiarazioni degli allenatori.
Thiago Motta – Genoa: “Abbiamo preso gol nel momento migliore. Non ci sta la sconfitta. Tra primo e secondo tempo abbiamo cambiato qualcosa riuscendo a creare superiorità a centrocampo e portare più uomini in area. La classifica è scomoda però non deve spaventarci. La squadra ha trovato delle difficoltà, poteva anche andare diversamente. Così è il calcio. Abbiamo cercato di proporre gioco contro una squadra impostata per recuperare palla e ripartire. Sapevo cosa mi trovassi davanti. Ho visto un tifo straordinario, alla fine la delusione ci sta. Noi siamo i più arrabbiati, i giocatori si allenano bene e soffrono per la mancanza di vittorie”.
©Francesco Scaccianoce
Le parole di Mazzarri: attivate il link.
http://torinofc.it/news-video/30/11/2019/mazzarri-torino-channel_23245.
(fonte torinofc.it – sito ufficiale Torino Calcio).
Per dovere di cronaca segnalo che al termine della partita nei confronti di squadra e società rossoblù è partita una fortissima contestazione; tutti a casa sotto un uragano di fischi. Brutto segno.
Le nostre statistiche:
Possesso palla Genoa 63% – Torino 37%.
Tiri verso la porta avversaria: Genoa 13 – Torino 12
Calci d’angolo: Genoa 6 – Torino 4
Falli commessi: Genoa 14 – Torino 19
Genoa: Radu, Ghiglione (1′ st Ankersen), Romero, Biraschi, Pajac, Schone, Cassata, Sturaro (37′ st Gumus), Pandev, Favilli (21′ st Pinamonti), Agudelo. All. Thiago Motta
Torino: Sirigu, Izzo, N’koulou, Bremer, De Silvestri, Baselli (18′ st Meité), Rincon, Ansaldi (24′ st Laxalt), Lukic, Berenguer, Verdi (42′ st Edera). All. Mazzarri
Arbitro: Massa di Imperia.
Marcature: nel st. 32′ Bremer.
Angoli: 6 a 4 per il Genoa .
Recupero: pt 1’ — st 4’
Espulsioni: 49′ Edera (T) per doppia ammonizione.
Ammoniti: Bremer, Baselli, Sturaro, Edera, Agudelo.
Spettatori: capienza: 36599 spettatori – presenti circa 20.000 – dato ufficiale non comunicato.
Gleison Bremer (Torino) Thiago Motta (Genoa)