Belli e cattivi

Belli e cattivi

#SEMPREKOBE

Bryant, 24 (Los Angeles Lakers) / ©Francesco Scaccianoce

Manca poco all’avvio della partita Milan – Torino, quarto di finale di Coppa Italia.

Le luci dello stadio si spengono ed appare sui mega schermi l’immagine di Kobe Bryant. Il suo nome è riprodotto su tutti i tabelloni pubblicitari insieme all’hastag #SEMPREKOBE.

L’impianto audio del Meazza propone a tutto volume il celebre brano dei Queen, “Who wants to live forever”. Lo speaker ufficiale rossonero Germano Lanzoni legge un commovente messaggio in ricordo del cestista statunitense, recentemente scomparso in tragiche circostanze insieme alla giovanissima figlia Gianna e ad altre sette persone.

Striscione Curva Sud Milan in onore di Kobe Bryant, 24 (Los Angeles Lakers)/©Francesco Scaccianoce

Il Milan ha saputo onorare al meglio la memoria del proprio sfortunato ed illustre tifoso.

Non solo un magnifico atleta, ma anche un appassionato tifoso milanista, tanto attaccato ai colori del Diavolo da dichiarare “se un giorno mi tagliassero un braccio ne uscirebbe sangue rossonero”.

San Siro è profondamente commosso, le luci dei cellulari lampeggiano in tutti i settori punteggiando gli spalti come tante candeline. Al minuto 24 san Siro spontaneamente dedica una standing ovation a Kobe.

Il Milan ha saputo onorare al meglio la memoria del proprio sfortunato ed illustre tifoso.

Per essere una fresca serata invernale, con la partita trasmessa in chiaro sui canali RAI, san Siro è abbastanza colmo. Sono presenti 36.500 spettatori che portano nelle casse di Casa Milan circa 420.000 euro. Presente anche un esiguo manipolo di tifosi granata beccati per tutta la partita dai cori della Curva Sud milanista. Feeling zero tra le due tifoserie.

Il Milan è in serie positiva e dal momento dell’arrivo taumaturgico di Ibra sembra avere cambiato pelle e mentalità. Il Torino invece deve trovare il modo di rimettersi in piedi dopo l’epica bastonata ricevuta dall’Atalanta che gli ha recentemente rifilato un secco e traumatizzante 7 a 0. Ci sono tutte le premesse per assistere ad una bella partita.

Anche in questa occasione Ibra parte dalla panchina ed insieme a lui si accomoda in panca anche il suo allievo prediletto, il giovane Leão.

Hakan Çalhanoğlu e Kessie sono pronti per una eventuale chiamata di Pioli; Suso e Paquetà sembrano essere decisamente meno interessati ad essere gettati nella mischia. Si mormora di valigie pronte per entrambi. Vedremo.

Giacomo Bonaventura (Milan) e Armando Izzo (Torino)/©Francesco Scaccianoce

Come spesso accade il Milan parte bene, spigliato e caricato da propositi belligeranti. Al minuto 7 Hernandez si spinge bene in avanti ma l’azione sfuma per eccesso di generosità. Al minuto 12 un vivacissimo Rebić propone un bel traversone dalla sinistra, Jack Bonaventura si fa trovare pronto ed insacca.

Sembra che tutto giri a mille per i rossoneri, mentre in casa granata forse inizia ad apparire qualche fantasma della memoria.

Forse proprio per scacciare in fretta questi fantasmi il Toro alza il proprio baricentro, esponendosi alle ripartenza della squadra di Pioli. Castillejo punge e Sirigu rimedia dopo un rapido cambio di fronte. Quando sembra che la partita sia in totale controllo milanista, i granata colpiscono a freddo.

Minuto 34, Bremer avvia l’azione sulla tre quarti, scambia con Verdi, riprende la sfera ed infila Donnarumma. 1 a 1.

Prima dello scadere del tempo Krunic e Rebić cercano ancora la via del gol, inutilmente. Rebić rifila una gomitata ad Izzo e viene solo ammonito; il rosso non sarebbe stato fuori luogo, si è trattato di una reazione davvero poco ortodossa.

L’avvio della ripresa è di chiara marca granata. I giocatori di Mazzarri passano in vantaggio, ancora con Bremer al minuto 71, deviazione di testa di un cross di Ola Aina e gol del vantaggio ospite.

In campo Ibra e Leão, subentrati in corso d’opera, cercano di riacciuffare il risultato per i capelli. Il Milan gioca bene, preme e toglie l’aria ai giocatori del Torino. I Mazzarri boys probabilmente pensano di essere ormai riusciti nell’impresa e giochicchiano cercando di tenere palla. Vujadin Boškov in una situazione del genere probabilmente avrebbe osservato che “partita finisce quando arbitro fischia”. I giocatori del Milan lo sanno, quelli del Toro evidentemente no.

Hakan Calhanoglu (Milan) / ©Francesco Scaccianoce

Minuto 46 del secondo tempo, Çalhanoğlu trova il jolly. Botta dal limite e rete. San Siro ruggisce. 2 a 2.

Il Milan potrebbe colpire ancora ma Ibrahimović si mangia un gol fatto; un ululato si alza al cielo, ma nessuno osa dire nulla. Ad Ibra tutto si concede e tutto si perdona.

Zlatan Ibrahimovic (Milan) ©Francesco Scaccianoce

Supplementari. Minuto 95′, Çalhanoğlu imbeccato da Leão ha una limpida palla-gol ma Sirigu salva compiendo un mezzo miracolo.

Minuto 103, Sirigu si ripete strozzando l’urlo del gol in gola ad Hernandez. Sul fronte opposto san Gigio da Castellammare blinda la sua porta con due strepitose parate.

Minuto 106 e minuto 108. Il Diavolo chiude la partita con Çalhanoğlu e Ibrahimović. Doppietta per il turco e primo gol rossonero per lo svedese. Il catino del Meazza ribolle come ai bei tempi.Quinta vittoria consecutiva per Pioli ed altra caduta rovinosa per il Toro di Mazzarri.

Zlatan Ibrahimovic (Milan) gol/©Francesco Scaccianoce

TOP
Çalhanoğlu
: entra e spacca la partita, fa cambiare passo alla squadra, segna due reti decisive, convince come non mai.

Ibrahimovićincarna lo spirito di questo Milan. Non molla niente, non indietreggia mai, non si accontenta di nulla. Nella ripresa dopo un intervento particolarmente ben riuscito viene complimentato da Donnarumma che gli va incontro. Una pacca sulla spalla e forse un “bravo”. Ibra guarda il portiere, gli punta l’indice al petto, gli indica la linea di porta dove Gigio dovrebbe andare e lo fulmina con lo sguardo. Non c’è spazio per nessuna smanceria mentre si gioca; un vero Diavolo.

Hakan Calhanoglu (Milan) /©Francesco Scaccianoce

Pioli: a Milan Tv dichiara che “tutti i complimenti vanno girati solamente ai miei ragazzi che hanno dato vita ad una prova fatta di qualità e sacrificio”. Generoso, ma può trattenere un po’ di questi complimenti anche per se stesso. Ha trovato il modo di inserire in squadra un cavallo pazzo come Ibra senza creare cataclismi nello spogliatoio, ha disegnato una formazione logica e sostenibile, ha iniziato ad azzeccare i cambi con continuità. Sta gestendo bene un gruppo che partita dopo partita (anche aiutato dalla Dea Fortuna) cresce e convince. Niente male mister.

FLOP

Nessun vero flop, ma non si può non sottolineare come si stia erodendo il feeling che esisteva tra i tifosi e Piątek. I tempi del pum pum pum sembrano lontani ed in occasione della sua sostituzione i fischi sono stati tanti e sonori. Situazione già vista con Suso… i tifosi sanno essere feroci e quando un beniamino cade dal cuore… San Siro è una brutta bestia.

Ed ora questo Milan, bello e cattivo, dovrà incontrare in semifinale di Coppa Italia la Juve, doppio scontro, andata e ritorno. A Natale ci sarebbe venuto da ridere (o meglio da piangere) solo a pensarci. Oggi qualche sorpresina potrebbe saltare fuori dal cilindro.

Vedremo; intanto sempre Forza Milan.

MILAN-TORINO 4-2 d.t.s.

MILAN (4-4-2): G. Donnarumma; Conti, Kjær, Romagnoli, Hernández; Castillejo, Krunić (37’st Çalhanoğlu), Bennacer, Bonaventura (31’st Leão); Piątek (20’st Ibrahimović), Rebić(1’sts Kessie). A disp.: Begović, A. Donnarumma; Calabria, Gabbia; Paquetá; Suso. All.: Pioli.

TORINO (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer (38’st Djidji); De Silvestri (7’sts Laxalt), Rincon (7’sts Lyanco), Lukic, Aina; Verdi, Berenguer (45’st Millico); Belotti. A disp.: Rosati, Ujkani; Singo; Adopo. All.: Mazzarri.

Arbitro: Pasqua di Tivoli.
Gol: 12′ Bonaventura (M), 34′ e 26’st Bremer (T), 46’st e 1’sts

Çalhanoğlu (M), 3’sts Ibrahimović (M).

Ammoniti: 22′ Rincon (T), 30′ Hernández (M), 37′ Izzo (T), 37′ Rebić (M), 8’st Kjær (M), 30’st Krunić (M), 3’pts Conti (M), 8’pts Mazzarri (T), 6’sts Ibrahimović (M).

Related Posts