Questa volta avrei detto Juve

Questa volta avrei detto Juve

“Abbiamo deciso, e questo mi dispiace, di sospendere il campionato di calcio femminile – queste le parole del presidente federale Gabriele Gravina – per quanto mi riguarda è una nota negativa. Sarebbe stato uno spot bellissimo per tutto il movimento dare pari dignità alle ragazze per quanto riguarda la conclusione almeno del campionato più importante”.

Lunedì 8 giugno 2020, cala il sipario sul campionato di calcio di serie A femminile, lasciando un ambiente sportivo scosso, diviso e amareggiato.

Non si può dire che non si sia provato sino all’ultimo a trovare la quadratura del cerchio, ma ogni tentativo è andato a vuoto per una palese ed inconciliabile mancanza di comuni intenti.

Nella riunione del 20 maggio, il Consiglio Federale si era riservato per la Serie A femminile di valutare ancora le condizioni di ripresa del campionato mancando solo 6 giornate da giocare, per non disperdere i risultati ottenuti in questi mesi in termini di crescita e visibilità e al contempo per garantire una più veloce ripresa dell’attività sportiva e degli allenamenti di gruppo con l’obiettivo di tutelare la salute delle calciatrici e il livello del campionato.

Da allora, è stato riunito tre volte il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio Femminile e una volta l’Assemblea delle Società di Serie A.

Niente da fare, fumate nere a ripetizione ed oggi lo stop: abbiamo scherzato, tutto annullato.

© Francesco Scaccianoce

Lo scudetto 2019/20 non verrà assegnato, mentre per definire le classifiche con relative promozioni e retrocessioni, oltre che l’accesso alla UEFA Women’s Champions League, si utilizzerà l’algoritmo applicando gli stessi criteri correttivi validi per i campionati professionistici maschili.

Ludovica Mantovani, presidente della Divisione Calcio femminile della Figc, non usa mezzi termini.

“Abbiamo illustrato tutte le iniziative che la Federazione ha proposto al fine di favorire la ripresa del campionato. Un protocollo ad hoc per la tutela delle calciatrici, la fornitura e distribuzione di test e tamponi, assistenza medica nell’applicazione del protocollo sanitario, un supporto concreto da parte dell’AIAC che ha messo a disposizione anche i propri tecnici e preparatori atletici, oltre allo stanziamento di contributi specifici.

Purtroppo, nonostante tutto, le posizioni assunte dalle società sono rimaste fortemente frammentarie e dal lato delle calciatrici non emerge oggi un fronte deciso e compatto nel voler giocare. A malincuore e in controtendenza rispetto alla riapertura che fortunatamente sta interessando tutto il paese – ha concluso il presidente della DCF – comprendo la proposta di sospendere definitivamente anche il campionato di Serie A in attesa di poter fissare la sua ripresa in maniera anticipata rispetto a quanto inizialmente previsto, come auspicato dal presidente Gravina, anche per tutelare la Nazionale Femminile attesa dalle ultime decisive gare per le qualificazioni agli Europei del 2022”.

(fonte: figc.it)

Le posizioni delle parti in campo.

Beatrice Merlo (Inter) © Francesco Scaccianoce

LE CALCIATRICI – Fonte assocalciatori.it – 8 giugno 2020

Alla vigilia della decisione sulla eventuale ripresa della Serie A Femminile di calcio, teniamo molto a chiarire quello che è il nostro stato d’animo attuale e quelli che sono i pensieri che abbiamo maturato.

Siamo sempre state unite in questi mesi attendendo con pazienza che ci venisse comunicata una decisione rispetto al nostro futuro. Abbiamo compreso che dovevamo aspettare, perché c’erano priorità da affrontare e molte cose da capire rispetto ad una situazione di emergenza che ha colpito profondamente il nostro Paese e che giustamente richiedeva riflessioni ponderate per fare ripartire tutte le attività della nostra vita con una adeguata sicurezza.

Quando è arrivato il nostro momento ci è stato detto che c’era la volontà di provare a farci proseguire per non guastare il bel percorso che il calcio femminile stava facendo nel nostro Paese. Aperte ad ogni soluzione ci siamo messe a disposizione per capire se ci fossero le adeguate condizioni per continuare.

Mentre attendevamo e lavoravamo ad una ripresa, però, è anche emersa la vera realtà del nostro sport oggi. L’emergenza ha di fatto messo in luce tutte le fragilità di un sistema ancora acerbo ma promettente che stava crescendo in questi anni e che ha dovuto affrontare una fulminea e gravosissima situazione.

Le calciatrici oggi sono molto confuse. Non abbiamo paura ad ammetterlo. Non lo eravamo, eravamo unite in un unico pensiero in questi mesi, ora non lo siamo. E questo perché l’attesa genera dubbi, soprattutto per come è stata vissuta.

Nonostante quanto riconosciuto, nonostante le perplessità, i dubbi, la confusione che questa attesa lunga tre mesi ha generato, ancora una volta siamo qui, a parlare con una voce comune, perché pur nelle diversità ormai più che lecite di opinione, ci siamo rese conto che invece ci sono cose che abbiamo ben chiare e su cui ci troviamo unite come e più di sempre. E allora vogliamo parlare di quello che ci unisce e di quello che alla fine riteniamo davvero importante.

A tutt’oggi, dopo molti mesi di inattività, permangono irrisolte criticità di carattere sanitario ed organizzativo e siamo quasi a ridosso dell’inizio di una nuova stagione. Mentre discutiamo della ripartenza, non possiamo farle tutte dallo stesso punto di vista. Molte calciatrici tutt’oggi non sono state convocate per gli allenamenti. Non sono messe nelle condizioni di praticare il loro sport e sono deluse dal fatto di non avere questa possibilità. Anche l’attesa di una decisione sarebbe stata differente avendo tutte rivisto l’erba di un campo da gioco, ma oggi non è così.

Apprendiamo della proposta di terminare il campionato con una formula ridotta di play off e play out che coinvolgerebbero sei delle dodici squadre del nostro campionato. Non la condividiamo, perché non vediamo come possa essere tutelato il merito sportivo con una modalità di gioco che a nostro avviso non garantirebbe la vera equità. Le calciatrici pensano questo: o scendiamo tutte in campo o non ci scende nessuna. Tutte devono essere in grado di lottare per i propri obiettivi, oppure devono tutte mettere un punto su questa stagione e prepararsi per la prossima partendo dalle stesse condizioni.

Quello che appare in sintesi ai nostri occhi è che il nostro sistema va riformato. È tempo di decidere quale direzione dobbiamo prendere perché situazioni simili non sussistano più. Siamo le calciatrici della Serie A Femminile, si parla di noi e delle imprese della Nazionale di cui alcune di noi fanno parte e che sentiamo nostra. Ma è ora di garantire le giuste tutele a tutte quante, uno status da professioniste e condizioni reali di professionismo.

Come sempre fatto, non ci esprimiamo in merito alla prosecuzione o meno di questa stagione. Siamo consapevoli che potrebbe essere per noi un’opportunità riprendere, ma crediamo anche che l’opportunità vera emersa in questi mesi, o forse una necessità non più procrastinabile, sia quella di spingere verso l’alto questo sistema, facendolo crescere e mettendo le giuste basi per elevarci come calciatrici, assieme ai nostri club e alla nostra federazione, per dare sostanza e risorse vere a questo pezzo di calcio che già a livello d’immagine è nel cuore di molti.

Valentina Giacinti (Milan) © Francesco Scaccianoce

LE SOCIETA’

Juventus, Milan, Tavagnacco e Orobica si sono dette pronte e favorevoli a riprendere il campionato. Tutte le altre società, con i dovuti distinguo, no. 

In quattro non si gioca a calcio, si gioca a briscola.


La vittoria di Pirro. 

La Juventus rimane formalmente al primo posto della graduatoria, ma nonostante il cospicuo vantaggio accumulato sulle avversarie non porterà a Torino lo scudetto 2019-2020.

La Fiorentina conquista il secondo posto in Women’s Champions League grazie al calcolo dell’algoritmo messo a punto dalla FIGC. Il Milan rimane al palo.

La situazione contingente ha partorito una mostruosità, la nave appena varata fa acqua da ogni parte.

Se il covid non avesse fermato il campionato nulla avrebbe potuto impedire alle giocatrici bianconere di Rita Guarino di conquistare il titolo. La squadra è di gran lunga la più forte del torneo; grande tecnica individuale, ottima disposizione in campo, ambiente coeso, mentalità vincente. Poche squadre si sono dimostrate in grado di vendere cara la pelle nel confronto diretto con le torinesi; nessuna avrebbe potuto vincere una corsa a tappe con questa Juventus in pista. Lo scudetto andava assegnato, per manifesta superiorità.

Antonio Cincotta (Fiorentina Women’s) © Francesco Scaccianoce

La Fiorentina di Cincotta ed il Milan di Ganz possono entrambe recriminare; la viola per non avere avuto la possibilità di imporsi sul campo, fugando possibili borbottii di fondo. Il Milan per essere rimasto al palo ancora una volta, proprio al momento di tagliare un traguardo che già nella scorsa stagione aveva mancato alla Dorando Pietri.

L’Orobica il Tavagnacco scendono in serie B, il Napoli ed il  San Marino vengono promosse in Serie A.

Sarà necessaria una profonda ed attenta riflessione prima di gettarsi nuovamente nella mischia della prossima stagione agonistica.

© Francesco Scaccianoce

Le parole di Rita Guarino – coach della Juventus – raccolte da Repubblica dicono molto, se non tutto.

“É stato difficile mantenere alte le motivazioni delle ragazze, anche se sono state bravissime ad allenarsi in case piccole. Alla Juve siamo privilegiate, siamo tornate agli allenamenti dopo poco tempo e con i dovuti controlli e protocolli di sicurezza. Siamo solo in tre squadre a potercelo permettere e questo dovrebbe far pensare. Bisogna fare i conti con la realtà, in questo periodo molte squadre hanno perso i loro sponsor o hanno arretrati nei pagamenti. Altre invece non hanno i mezzi per potersi allenare rispettando il protocollo nemmeno per svolgere allenamenti individuali. Finchè non ci sarà una parità non ha senso ripartire. Le giocatrici sono ferme da troppo tempo. Per la loro salute devono prima ritrovare la condizione necessaria per la ripartenza, così facendo si possono evitare infortuni. Se si vuole agire bisogna farlo in fretta e con i giusti modi.”

Alia Guagni (Fiorentina Women’s) © Francesco Scaccianoce

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