20 febbraio 2021. Campionati del Mondo di Sci alpino. Cortina d’Ampezzo. Pista Drusciè A.
La partenza della prima manche della gara iridata di slalom speciale femminile è prevista per le dieci del mattino. A bordo pista si sta benissimo, la temperatura è piacevole e splende il sole.
Le atlete sono già in quota in partenza da diverso tempo; il cancelletto si apre a 1.710 metri, l’arrivo è previsto a 1.490 metri. Pendenza massima del tracciato 60%, pendenza media 40%.
Le campionesse più accreditate partono per prime, le concorrenti più giovani e le meno attese devono attendere il proprio turno.
Con il pettorale numero 31, in paziente attesa, c’è una giovane ragazza slovena. Chissà con quale patema d’animo si sarà svegliata di buon mattino e con quale emozione sarà uscita dal suo albergo, posto vicino al torrente Boite, nel fondovalle di Cortina ad un passo dal ponte.
Lei sa perfettamente che occhi e telecamere sono puntati sulle stelle della specialità, ma sa anche quanto sia fondamentale questa gara per la sua carriera.
Per mille motivi in una gara mondiale, one shot, il rischio è dietro l’angolo. Sono molte le atlete che non terminano la propria run e di fianco alla sigla DNF (che attesta l’uscita di pista) si iscrivono nomi illustri come la nostra Federica Brignone e la sempre sorridente svizzera Michelle Gisin.
Ma il cuore quella mattina è saldo e la giovane slovena chiude la prima manche al diciassettesimo posto, sia pure con un distacco importante dal podio.
La seconda discesa è prevista per le 13,30. L’atleta della Smučarska zveza Slovenije SloSki parte per quattordicesima (vista l’inversione delle trenta) affronta la discesa con grinta, si prende i suoi rischi, sfrutta al massimo l’integrità della pista e compie un piccolo miracolo.
Il suo tempo appare da subito idoneo al raggiungimento di un discreto risultato finale e l’atleta della SloSki si va a sedere sulla poltrona che nel leader’s corner accoglie la prima della classifica provvisoria.
Probabilmente convinta di doverla lasciare in fretta, giusto il tempo di scattare qualche foto ricordo per potere dire “mi ci sono seduta”.
Ed invece da quella poltrona vedrà molte discese delle sue colleghe che, una dopo l’altra, si classificheranno alle sue spalle. Al termine della gara il pettorale 31 staccherà il secondo tempo assoluto della run 2 (staccato di soli tre decimi dal miglior tempo della vincitrice Katharina Liensberger) e si piazzerà al quinto posto assoluto dello slalom mondiale, a soli sette decimi dal bronzo di Mikaela Shiffrin.
Ora possiamo dare un nome a questa giovane ragazza che ha saputo dare vita ad una bella favola dello sport: Andreja Slokar.
Andreja è nata il 15 ottobre 1997 a Ajdovščina, una cittadina di circa settemila abitanti posizionata nel Carso sloveno. La sua città è un gioiellino, adagiata nella valle del Vipacco, e dista una ventina di chilometri dall’attuale confine con l’Italia e quattordici dalle spiagge dell’Adriatico.
La sua fondazione risale ai tempi delle popolazioni illiriche, per poi divenire la romana Castra ad Fluvium Frigidum e passare nei secoli sotto le dominazioni gote ed ostrogote, bizantine, longobarde, franche, bavaresi, austroungariche, italiane. Oggi fa parte della Repubblica di Slovenia.
Lo scrittore Piero Chiara non rimase insensibile al suo fascino e vi ambientò buona parte del suo ultimo romanzo “Vedro Singapore?” Siamo nel cuore della Mitteleuropa.
Le prime gare FIS di Andreja risalgono al 2017, due anni prima aveva esordito in Coppa Europa e nel 2018 in Coppa del Mondo. Cortina 2021 è stata la sua prima esperienza ai Mondiali.
Insieme alle colleghe Veronika Sossa di Primorski Dnevnik e Maria Rosa Quario di Sciare Magazine abbiamo fatto due chiacchiere con Andreja in zona mista alla fine della gara di Cortina. Un po’ in italiano (che Andreja parla bene) ed un po’ in sloveno (che Veronika ha tradotto in simultanea).
Andreja è una bella ragazza, cortese, gentile nei modi e nei toni, sorridente e lascia intravedere un pizzico di timidezza che, vista la sua sciata impetuosa, non ti aspetteresti.
Bene, allora partiamo.. in italiano.
Nooooo, io non lo parlo così bene… oh mamma mia, in italiano chissà cosa dico… Promettimi che se dico stupidaggini poi tu scrivi nel modo giusto.
Promesso. Abbiamo sfiorato una medaglia mondiale, non è mancato molto al podio.
Ma no la medaglia è ancora lontana. Devo sciare meglio e forse un giorno una medaglia arriverà.
Quinto posto ai mondiali, quali sensazioni hai provato rimanendo seduta così a lungo sulla poltrona del leader della gara?
Non me lo aspettavo proprio. Nella prima manche ho fatto un grave errore ed ho avuto paura di avere rovinato tutto. Nella seconda discesa mi sono detta “adesso vado, senza paura, ci provo, rischio e vedo come va”. Non pensavo ad una medaglia ma volevo riuscire a sciare bene. Ho fatto qualche errore anche nella seconda run, ma tutto sommato ho sciato abbastanza bene.
Sei stata seduta sulla sedia del leader per mezza mattina, se non arrivava Mikaela Shiffrin non ti scollavi più…
Pensa che a me è sembrato tutto così veloce, quando è arrivata lei io mi ero già alzata, faticavo a rendermi conto di quello che stava accadendo. Non sono tanto abituata a sedermi lì… Non pensavo alla mia gara ed alla mia posizione, guardavo le discese delle altre atlete ed il tempo è volato.
Quinta al Mondiale, si entra nelle trenta al mondo. Cambia tutto, ora si guarda diversamente al futuro.
Si, cambia molto. Il miglior risultato della mia vita sportiva è arrivato ai Mondiali. Sono contenta, molto contenta. E’ successo tutto così velocemente, ancora fatico a crederci. Ora devo prendermi un attimo di tempo per ragionarci e rendermi conto di quanto è accaduto. E’ stato tutto così veloce. Datemi tempo, non ero pronta a tutto questo, interviste, telecamere, dirette.
Più che un brillante punto di arrivo la gara di oggi va vista come un punto di partenza.
Certamente, ma non dimentico i miei obiettivi di inizio stagione. Adesso tornerò a gareggiare in Coppa Europa perché vorrei vincere la classifica generale. E poi chiusa la Coppa Europa inizierò a pensare alla Coppa del Mondo.
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NDR. Andreja non è riuscita a conquistare la prima posizione nella classifica generale di Coppa Europa. E’ giunta al secondo posto a soli 44 punti dalla norvegese Monsen non avendo potuto disputare la gara finale di Reiteralm in Austria. Si è comunque aggiudicata la classifica di Slalom e la coppa di specialità con due vittorie e due secondi posti.
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Come hai iniziato a gareggiare?
Facendo delle gare locali, una specie di campionati degli sci clubs del litorale (ai quali partecipava anche la collega Sossa, che oltre ad essere una valente cronista è anche una Maestra di sci – ndr). Per me era un’attività sportiva quasi ricreativa, poi però i miei genitori mi hanno incoraggiata e sostenuta ed ho iniziato a prendere più sul serio la possibilità di fare sci a livello agonistico. Non era l’unico sport che praticavo, ma per gareggiare ho scelto lo sci. Devo molto ai mie genitori, alla mia famiglia. Davvero molto.
Adesso bisogna dimostrare che questo risultato non è solo il frutto di una giornata di magia. Dovrai impegnarti e renderti costante ad alto livello.
Lo so. Questa sarà la grande sfida del mio futuro. Da oggi qualcosa cambia. Devo giocarmela su un piano diverso e darò tutta me stessa per riuscirci.
Noi seguiremo Andreja e faremo il tifo per lei.