Qualcuno sostiene che si tratti di una lingua morta. Altri lo tirano in ballo quando devono fare qualche dotta citazione (che fa sempre molto figo) in un latinorum paesano che tanto piacerebbe al dottore di Lecco, che ci si perdeva nelle grida.
Tra i giovani solo alcuni lo studiano, mentre quando eravamo giovani noi, bacucchi del millennio precedente, si faceva anche alle medie inferiori.
Sentite come suona bene… anche se non si comprende, il latino accarezza le orecchie.
Dedicato all’amico Francesco Lepore che ogni giorno su Linkiesta.it scrive in latino nel proprio spazio “O tempora, o mores”.