Firenze, 29 luglio 2021
In risposta alle voci messe in circolazione da giornalisti faziosi e cattivi (senza fare nomi, Benedetto Ferrara), il Centro Storico Lebowski smentisce categoricamente l’esistenza di una trattativa con Borja Valero*.
Il giocatore è forte, certo, ma non rientra nei parametri del nostro Club dal punto di vista delle caratteristiche umane. Come ben sapete se ci seguite, noi cerchiamo di farci strada senza tanti scrupoli nel calcio moderno applicando con costanza le sue dure regole e le sue spietate ricette: individualismo, esasperazione, egoismo, risultati a ogni costo, trasformazione dei tifosi in meri consumatori.
Come potremmo quindi essere interessati a un giocatore sincero, sensibile e umile, intelligente, attaccato alla maglia che indossa, consapevole mentre gioca di star rappresentando una comunità, capace di mettersi a disposizione del gruppo?
Inoltre, non comprendiamo come Borja Valero possa essere tanto innamorato della nostra città da decidere di rimanerci a vivere una volta finito il percorso calcistico con la Fiorentina. Questo sentimento ci sembra rivelare un bagaglio emotivo che mal si sposa con le ambizioni del Centro Storico Lebowski. A noi i tipi passionali che sanno pensare con il cuore e che sono disposti a mettersi in gioco, si sa, non son mai piaciuti.
Infine, anche il carattere intimo, autentico e semplice della sua comunicazione sui social non ci pare intonato con l’urlata spettacolarizzazione a tutti i costi che il calcio di oggi richiede. Noi non amiamo i giocatori che riflettono sulle mille sfumature della libertà, dell’amore per il gioco e dei suoi valori: il calcio si fa diversamente, perbacco!
P.S. Ovviamente, stiamo scherzando.
Nei prossimi giorni, chissà, magari avremo l’opportunità di spiegare a Borja chi siamo, e cosa vorrebbe dire per noi (e per lui) indossare la maglia del Lebowski.Nel frattempo lasciateci sognare #borjagrigionero, ringraziare quel pazzo, romantico visionario di Benedetto e soprattutto lasciateci friggere, che c’è una Sagra da fare e una Cooperativa da autofinanziare, perché i grandi cambiamenti non avvengono da soli.
Centro Storico Lebowsky
*Borja Valero Iglesias (Madrid, 12 gennaio 1985) è un calciatore spagnolo, da oggi centrocampista del Centro Storico Lebowski.
Cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, disputa le sue prime stagioni da professionista nel Real Madrid Castilla, squadra filiale delle merengues. Il 25 ottobre del 2006 debutta in prima squadra. Nella stessa stagione esordisce in Champions League.
Nell’agosto 2007 firma un contratto di cinque anni con il Maiorca. Il 22 agosto 2008 Valero passa per 4,7 milioni di sterline al West Bromwich, vincitore della Football League Championship, la seconda serie inglese. Nella stagione successiva passa proprio al Villarreal in prestito con diritto di riscatto. Il 3 agosto 2012 passa alla Fiorentina, Il 10 luglio 2017, a 32 anni, viene ceduto a titolo definitivo all’Inter. Il 16 settembre 2020 ritorna alla Fiorentina dopo tre anni firmando un contratto annuale. Il 30 giugno 2021 annuncia il ritiro dal calcio giocato all’età di 36 anni… anzi no!
Tutto comincia con un post un po’ sognante, un po’ provocatorio, con l’idea balzana (ma non troppo) di riuscire a portare un grande campione a giocare in Promozione con la maglia di una squadra sui generis di Firenze. Si parte da quella che sembrava una bischerata e si arriva alla realizzazione di un sogno sportivo; il giocatore è straniero ma ama profondamente Firenze, che ricambia a sua volta il sentimento. I valori della società combaciano con quelli del calciatore, la voglia di rimanere nel capoluogo toscano a vivere appesi gli scarpini al chiodo è grande.
Detto, fatto; Borja Valero è un giocatore del Centro Storico Lebowski e nella prossima stagione esulterà sotto la curva casalinga intitolata a Moana Pozzi nella categoria Promozione.
Scopriamo insieme il mitico Centro Storico Lebowski che è riuscito a tesserare Borja Valero.
Il nome della società è liberamente tratto dal titolo del film girato nel 1998 dai fratelli Coen, Il grande Lebowski, pellicola cult interpretata da Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, John Turturro, Philip Seymour Hoffman e Ben Gazzara.
Nel 2004 un gruppo di amici decise di seguire le sorti di una squadra di terza categoria fiorentina, l’A.C. Lebowski, che aveva la particolarità di perdere tutte le partite. Un po’ per scherzo, un po’ per la militanza di qualcuno in curva Fiesole, cominciarono ad andare a vedere le partite organizzando il tifo con bandiere, striscioni e cori. Nel 2010, dopo 5 anni al seguito costante dell’ultima squadra di Firenze, quegli ultras diventano fondatori di una nuova società, l’USD Centro Storico Lebowski.
Decisero di chiamarla Centro Storico Lebowski perchè tutto nacque in piazza D’Azeglio, in centro a Firenze.
Quando nel luglio del 2010 l’USD Centro Storico Lebowski è stato fondato, gran parte delle cose che sono accadute nei successivi otto anni non erano lontanamente immaginabili. All’epoca il Club era così fragile che ben pochi avrebbero scommesso sulla sua durata oltre la prima stagione. Tra le tante cose incerte, poche cose erano chiare già da quei giorni lontani: il Lebowski doveva essere il primo grande esperimento in Italia di azionariato popolare calcistico. Ovvero, doveva essere il primo Club italiano la cui proprietà fosse effettivamente collettiva, orizzontale, non scalabile. Questa visione aveva delle motivazioni etiche e politiche, ma nasceva anche dalla considerazione che la crisi di tante società sportive dilettantistiche (come di molte professionistiche) avesse origine in un modello di organizzazione molto rischioso. Se una società sportiva è retta da un presidente facoltoso o da un’azienda, la società sportiva è totalmente dipendente dalle sue fortune o sfortune, dai suoi capricci, dalla sua convenienza. Abbiamo incontrato troppi Club che in poche settimane sono stati costretti a chiudere o a ridimensionare le attività per il disimpegno o le difficoltà del presidente.
Una società sportiva è invece un patrimonio fondamentale di un territorio. E’ un luogo di educazione, di aggregazione, di divertimento, di salute. Non è possibile che possa sparire da un momento all’altro. E, soprattutto, deve essere in ogni momento accessibile a tutti e tutte.
Per questo motivo, fin dall’inizio abbiamo scelto un modello organizzativo in cui non fosse “uno” a dare “tutto”, ma fossero in “molti” a dare quel “poco” che potevano. Se “tanti danno poco” ogni stagione il Club ha una base solida e sicura su cui programmare ed evolversi. Il principale modo per dare quel “poco” che serve è diventare socio/a.
Dopo otto anni, abbiamo vinto 3 campionati passando dalla Terza Categoria alla Promozione, abbiamo creato una Scuola Calcio totalmente gratuita in San Frediano, in pieno centro di Firenze, in un giardino pubblico su cui era in atto un contenzioso e una vertenza per fermare una speculazione immobiliare abbiamo anche due squadre amatoriali e una squadra di calcio femminile. Infine, dopo innumerevoli peripezie, abbiamo finalmente una sede, una casa, grazie al decisivo incontro e alla successiva sinergia inaugurata con la società USD Impruneta Tavarnuzze.
IL CS Lebowski è posseduto da 975 soci, ciascuno dei quali può sottoscrivere da una singola azione (costo 25 euro) ad un massimo di quattrocento; in ogni caso, sia che ne possieda una, dieci, venti o quattrocento, in assemblea ogni “testa” esprime un solo voto.
Ma quali sono gli obiettivi ed i principi che hanno portato Borja Valero a vestire la giubba del Lebowski? Il sito sociale https://www.cslmembership.it/ ci illumina.
I nostri obiettivi
Creare un modello organizzativo dove la sostenibilità economica del progetto sportivo è garantita non dalla presenza di un mecenate o di ingenti sponsor, ma dalla qualità del radicamento sul territorio e dunque dalla partecipazione della comunità: il Lebowski vuole un calcio che sia PROPRIETA’ COLLETTIVA dei tifosi;
Offrire una scuola calcio a misura di bambino e di bambina, totalmente accessibile a tutte le famiglie del territorio e presente in sempre più giardini pubblici della città (Nidiaci, piazza D’Azeglio, giardino della Carraia). A oggi abbiamo oltre 170 tesserati/e a cui, grazie agli sforzi dei soci e delle socie, riusciamo a offrire attività, assicurazione e indumenti gratuiti: il Lebowski crede in una scuola calcio come PROGETTO EDUCATIVO a disposizione del territorio; Militare nel calcio femminile, per essere un’opportunità per molte bambine, ragazze e donne di giocare a calcio in un ambiente modellato sulle proprie esigenze, contrastando il sistema fallimentare e maschilista che relega la disciplina femminile ad una nicchia sottoposta a speculazione economica e politica, dopo anni di disinteresse e snobismo. Siamo stati la prima società sportiva in Toscana a far giocare una squadra interamente femminile nella categoria “Piccoli Amici” e contiamo oltre
60 giocatrici tesserate di tutte le età: il Lebowski vuole un calcio che sia uno strumento contro il SESSISMO;
Rendere l’impianto sportivo di Tavarnuzze un luogo sempre più aperto, ospitando iniziative di solidarietà e di scambio, aggregando le associazioni e i gruppi del territorio: il Lebowski vuole un calcio in cui lo stadio sia una CASA per la COMUNITA’ e non un ennesimo luogo di consumo;
Combattere il razzismo utilizzando lo sport come mezzo di rottura delle barriere e dei muri. Le nostre squadre sono composte da atleti e atlete di tutto il mondo e lottiamo per poter tesserare alla FIGC anche i richiedenti asilo: il Lebowski vuole un calcio che combatta le DISCRIMINAZIONI e rafforzi i legami di solidarietà sul territorio;
Garantire a tutti i nostri atleti e atlete una completa assistenza dal punto di vista della salute, sia offrendo uno staff di primissima qualità sia coprendo qualsivoglia spesa medica: il Lebowski vuole un calcio che migliori la SALUTE e la qualità della vita di tutta la comunità;
Sperimentare forme innovative di gestione di un impianto sportivo per tutelare la qualità e la sicurezza dei lavoratori presenti: il Lebowski vuole un calcio che tuteli il LAVORO e combatta lo SFRUTTAMENTO;
Raggiungere risultati sportivi sempre più importanti: il Lebowski vuole dimostrare che la cooperazione e la proprietà collettiva siano un modello VINCENTE anche dal punto di vista sportivo.
Le prime dichiarazioni di Borja Valero lasciano percepire chiaramente il suo affetto per Firenze. “Ho visto entusiasmo, organizzazione e soprattutto mi sono riconosciuto nei valori del Lebowski, a partire da quello che hanno fatto in San Frediano per ridare vita al giardino dei Nidiaci e per dare la possibilità a tutti i bambini e alle bambine del quartiere di giocare, divertirsi e imparare a vivere senza ansie uno sport bellissimo che però sta perdendo la sua umanità». «Sono cresciuto in un quartiere periferico di Madrid. Non c’era niente, era difficile anche trovare un campetto per giocare. Certe cose non si dimenticano. Il calcio è anche questo: incontro, aggregazione, possibilità di stare insieme. Di crescere. Io ho dato la mia disponibilità a giocare. Quando faccio qualcosa voglio farla bene e seriamente. Unica condizione: avranno la priorità i miei impegni con Dazn, quando dovrò commentare le partite. Per il resto mi metterò a disposizione del tecnico e magari, se capita, darò qualche consiglio. Ma non è per giocare che ho fatto questa scelta. È per dare una mano e visibilità al lavoro di ragazzi che ci mettono il cuore, e anche, a modo loro, un pizzico di follia. Cosa prometto ai tifosi? Che farò di tutto per aiutarli a costruire qualcosa di bello. Darò il massimo. Se lo meritano».
Fonte: Corriere della Sera 19 ago 2021 – Salvatore Riggio –
a proposito… noi del Lebowski non capiamo cosa diciamo. Il video vi spiega il perché.