Martedi’ 19 ottobre 2021, h 21,00. Milano, stadio Giuseppe Meazza in san Siro.
Sino a questa sera era la capolista del proprio girone di Champions League. Dopo avere battuto lo Shakhtar ed il Real Madrid (in terra di Spagna) arriva a Milano per sfidare l’Inter.
Stiamo parlando dello Sheriff Tiraspol, la Cenerentola del calcio dell’est Europa che era stata capace di ribaltare, sino a questa sera, ogni pronostico avverso portandosi in testa al Gruppo D.
E’ il caso di spendere due parole su questa formazione ancora quasi sconosciuta al grande pubblico.
Ufficialmente lo Sheriff Tiraspol, è una società calcistica moldava avente la sede nella città di Tiraspol. Milita nella prima divisione del campionato moldavo e gioca le partite interne in un impianto che può ospitare circa 15.000 spettatori.
In realtà le cose sono un pochino più complicate. Tiraspol infatti è anche la capitale dell’autoproclamata Repubblica Moldava di Pridnestrov’e (Transnistria), una nazione che in realtà non esiste e che non è mai stata riconosciuta dall’ONU e dalla comunità internazionale.
Una repubblica fantasma che vanta confini, leggi e moneta propri.
Uno stato che è fortemente influenzato dalla politica industriale del gruppo Sheriff, una holding moldava che dal 1993 si occupa di comunicazioni, energia, commercio di prodotti petroliferi ed edilizia.
Fondata e diretta da due ex agenti del KGB sovietico, Viktor Gushan e Ilya Kazmaly, intorno alla Sheriff Holding, che controlla l’omonima squadra di calcio, circolano voci (riprese da numerosi organi di stampa di tutto il mondo) che vorrebbero il gruppo coinvolto in attività non sempre limpide e legali. La squadra di calcio, a detta di molti, farebbe parte di un progetto di marketing teso a “migliorare” l’immagine complessiva del gruppo.
Comunque sia, questa sera sul prato di san Siro si sono affrontate Inter e Sheriff e finalmente abbiamo rivisto lo stadio milanese con il primo ed il secondo anello quasi esauriti, mentre in piccionaia erano posizionati una trentina di tifosi ospiti, isolati in un terzo anello deserto. Altri supporter della squadra moldava-transnistra li abbiamo osservati seduti in tribuna centrale.
La curva nord interista, sede del tifo ultras, è rimasta vuota e senza striscioni per buona parte del primo tempo. Un solo lenzuolo appeso alla balconata motivava l’assenza del tifo organizzato, contrariato dal DASPO assegnato (impropriamente a loro dire) a diciotto tifosi. Lo sciopero del tifo è terminato proprio al diciottesimo del primo tempo, quando l’intera curva nord è tornata a riempirsi di tifosi, striscioni, bandiere e cori.
Il 3-5-2 nerazzurro schiera Dimarco in difesa, Dumfries sulla fascia destra e Vidal su quella sinistra. L’avvio di partita è equilibrato, con frequenti cambi di fronte, le prime puntate in attacco sono dei moldavi, poi l’Inter inizia a prendere le giuste misure e si stabilisce stabilmente nella metà campo ospite.
Al minuto 15 clamoroso errore di Dumfries che lanciato da Dzeko si allunga il pallone al momento del tiro con il portiere in uscita.
Al 34′ Celeadnic, estremo difensore ospite, già decisivo in almeno altre due occasioni, spinge con la punta delle dita in corner una punizione di Dimarco. Dal corner successivo arriva il gol di Dzeko, spettacolare girata al volo di sinistro del numero 9 e gol. San Siro esplode in un boato. Dzeko non segnava in Champions dall’ottobre 2018.
Lo Sheriff mantiene comunque una certa lucidità, non perde la testa ed inizia a giocare di rimessa, controllo difensivo efficace e ripartenze in contropiede.
A cagione di un pisolino di Dumfries al 40′ va vicino al pareggio, Handanovic è attento e salva il risultato.
Al minuto 52 lo Sheriff conquista una punizione, Thill posiziona la palla che è distante all’incirca trenta metri dalla porta di Handanovic e scocca un bel tiro. L’intervento in tuffo dell’estremo difensore (400 presenze in nerazzurro) non è altrettanto perfetto ed il pallone si infila in rete. 1 a 1. San Siro si zittisce per un minuto, poi riparte a spingere la sua squadra.
L’Inter si carica psicologicamente e morde, pericolosa come un crotalo; tiro sinistro alto di Dumfries, palo di Perisic, gol di Vidal al minuto 58, in anticipo sul portiere avversario. I nerazzurri assediano i propri avversari, alla ricerca del gol che darebbe tranquillità e certezza della vittoria.
Il 3-1, la rete che spegne ogni velleità dello Sheriff, arriva al minuto 67′. Dal corner di Brozovic è bravissimo Dumfries a svettare per la sponda, de Vrij gira in rete al volo di destro e chiude l’incontro. 3 a 1.
Nello stesso istante in cui l’Inter sigla il proprio tris, il Milan a Porto subisce la rete della sconfitta ed il Meazza rischia di venire giù per l’entusiasmo interista.
Altre tre grandi occasioni (traversa di Lautaro, poi Sensi e di nuovo Lautaro) portano la nave di Inzaghi in porto, Gran Pavese sui pennoni. Grande vittoria che solo le ottime parate di Celeadnic limitano nel punteggio.
Molto soddisfatto a fine partita il mister Simone Inzaghi:
“Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, loro sono venuti qui sulle ali dell’entusiasmo e sapevamo che la gara sarebbe stata complicata, ma siamo stati squadra e abbiamo creato tantissimo, con due pali e una traversa oltre ai tre gol. Abbiamo espresso un ottimo gioco e dobbiamo solo capire quando non sbagliare giocata perché abbiamo preso qualche ripartenza pericolosa di troppo”.
“C’è ancora tanto lavoro da fare, ma è un piacere veder giocare questa squadra. Stesso discorso anche quando abbiamo perso contro Real Madrid e Lazio. È un piacere aver ritrovato anche così tanti tifosi allo stadio, sono un’arma in più per noi e finora abbiamo giocato tanto in trasferta. Stiamo recuperando tutti i giocatori ed è importante perché giocando ogni tre giorni avremo bisogno di tutti”.
“Dobbiamo migliorare nel concedere meno ripartenze pericolose. Dobbiamo essere più puliti tecnicamente, perché abbiamo concesso quattro-cinque contropiede. Sappiamo di dover migliorare su questo aspetto, ci stiamo lavorando. Abbiamo segnato poco per quanto creato”.
I numeri dell’incontro certificano il predominio dell’Inter: 70% di possesso palla, 14 tiri da fuori area contro 1 solo degli ospiti, 13 calci d’angolo contro 4, 8 tiri nello specchio della porta contro 3.
Inter convincente, esuberante e martellante in attacco mentre in difesa pare ancora troppo distratta. Inspiegabili alcune improvvise dormite collettive del reparto difensivo di Inzaghi che rischiano di compromettere il gran lavoro del centrocampo e dell’attacco.
Le porte della Champions si riaprono per i nerazzurri, mentre per i cugini del Milan la qualificazione al secondo turno si allontana.
INTER (3-5-2): 1 Handanovic; 37 Skriniar, 6 de Vrij, 32 Dimarco (95 Bastoni 54′); 2 Dumfries, 23 Barella, 77 Brozovic (12 Sensi 85′), 22 Vidal (5 Gagliardini 75′), 14 Perisic (11 Kolarov 85′); 9 Dzeko (7 Sanchez 75′), 10 Lautaro.
A disposizione: 21 Cordaz, 97 Radu, 8 Vecino, 13 Ranocchia, 19 Correa, 33 D’Ambrosio, 36 Darmian, 95 Bastoni.
Allenatore: Simone Inzaghi.
SHERIFF (4-2-3-1): 1 Celeadnic; 13 Costanza, 2 Arboleda, 55 Dulanto, 15 Cristiano; 21 Addo (20 Nikolov 75′), 31 Thill; 77 Bruno Souza, 22 Kolovos (98 Cojocaru 84′), 10 Castañeda (6 Radeljic 46′); 9 Traoré (19 Cojocari 90′).
A disposizione: 33 Pascenco, 16 Julien, 18 Kyabou, 99 Yansane
Allenatore: Jurij Vernydub.
Marcatori: 34′ Dzeko (I), 52′ Thill (S), 58′ Vidal (I), 67′ de Vrij (I)
Ammoniti: Dimarco (I), Cojocaru (S)
Recupero: -, 3′.
Arbitro: Makkelie (NED).
Assistenti: Steegstra, de Vries (NED).
Quarto Uomo: Kooij (NED).
VAR: Kamphuis (NED)
Assistente VAR: van Boekel (NED).