Le figlie del vento

Le figlie del vento

Ai Campionati del Mondo paralimpici di Parigi è ancora tutto italiano il podio dei 100 metri categoria T63.

Vittoria e un magnifico primato del mondo per Ambra Sabatini che stacca un prezioso 13.98 precedendo all’arrivo le compagne di Nazionale Caironi e Contrafatto. 

Le tre azzurre, già campionesse olimpiche a Tokyo 2020, animano la serata di Parigi 2023 emozionando i tifosi italiani che stanno seguendo questi Mondiali. 

La finale sembra l’esatta replica della gara olimpica di due anni fa. Torna a vincere l’oro la campionessa paralimpica Sabatini, alla sua seconda importante vittoria in carriera. Partita più lenta, nel lanciato la toscana riesce a raggiungere l’altra azzurra Caironi che era già fuggita via e taglia il traguardo con il record del mondo di 13.98, tolto alla sua compagna per quattro centesimi. Il secondo posto d’argento per la bergamasca è di 14.35, mentre la siciliana Contrafatto è bronzo in 14.67.

Paris 2023 World Championship Para Atheltic nella foto: Ambra Sabatini Foto Augusto Bizzi / FISPES

Ai microfoni si presentano insieme, sempre unite e avvolte dal tricolore. La neoprimatista mondiale Ambra Sabatini (prima donna a scendere sotto i 14 secondi nei 100 metri più veloci della storia per la categoria T63 è esaltata: “Non me lo aspettavo per niente, devo ancora realizzare di aver fatto il record, era un obiettivo che cercavo da tanto. Sono arrivata qui con molta tensione perché le ragazze mi hanno dato da fare per tutta la stagione, le ho prese a destra e sinistra dopo Tokyo e invece eccomi qua. Mi sono riconfermata ed è grandioso perché era difficile. Sono migliorate tanto, Martina aveva fatto un record incredibile e io ho provato ad avvicinarmi più volte, Monica ha realizzato il personale quest’anno, siamo tutte cresciute molto”.

Come ricorda Claudio Arrigoni sulle pagine del Corriere della Sera Ambra è la prima donna a scendere sotto i 14 secondi nei 100 metri più veloci della storia per la categoria T63. 

La festa coinvolge tutto lo stadio, loro che sventolano una bandiera di dieci metri, Ambra che corre a baciare il fidanzato Alessandro, Monica che urla la sua gioia al cielo, Martina che spende qualche lacrima di delusione prima di aprirsi alla gioia di un sorriso per quelle che non sono avversarie, ma amiche vere. (C.Arrigoni – Corsera)

Molto lucida l’analisi di Martina Caironi: “Da Tokyo sono cambiate tante cose perché due anni sono tanti, ma siamo ancora qui e ancora nella stessa posizione. È stata una gara ad alto livello, personalmente non sono soddisfatta, forse c’è stata un po’ di rigidità. L’emozione dopo tanti anni c’è ancora, soprattutto quando sei quella da battere. Ma sono contenta comunque di essere stata battuta così perché penso che sia l’unico modo per poterla digerire. La partenza mi è sembrata abbastanza buona. Non avendo Ambra vicina e vedendola con la coda dell’occhio, a un certo punto ho cominciato a pensare, ma nei 100 non si deve pensare”.

E ora pensa alla prossima sfida di sabato: “La cosa positiva è che da una piccola delusione posso tirar fuori le energie per una gara di testa nel salto in lungo”. 

Ancora più lontano va lo sguardo di Monica Contrafatto: “Siamo le tre meraviglie dell’atletica paralimpica italiana e spero che lo saremo ancora a lungo. Quest’anno ho fatto il personale a 42 anni, quindi il fisico ancora regge. Adesso vacanze, poi a settembre ricominciamo il nostro anno immerse nell’allenamento e ci rivedremo a Parigi”.

Tre slot per le prossime ParaOlimpiadi del 2024 sono intanto al sicuro.

Andiamo a conoscere un pochino meglio queste nostre tre splendide atlete, partendo dalla campionessa olimpica e mondiale in carica.

Ambra Sabatini pagina Facebook

Ambra Sabatini è nata nel 2002 a Livorno, è cresciuta ed è residente a Porto Ercole, pratica attività sportiva sin da piccola. Prima nel pattinaggio per due anni, poi nella pallavolo per sei anni per approdare infine nell’atletica leggera come mezzofondista.

All’età di 17 anni è vittima di unincidente stradale nel quale perde la gamba sinistra con successiva amputazione fin sopra il ginocchio. “Praticavo atletica anche prima dell’incidente nella specialità del mezzofondo”. 

Dopo la riabilitazione si è subito cimentata nel nuoto e nel ciclismo, in quanto non aveva inizialmente a disposizione una protesi da corsa: quest’ultima, arrivata nel 2020, le ha consentito di tornare a gareggiare nell’atletica, dapprima ai campionati italiani paralimpici con ottimi risultati, fino ad arrivare al Grand Prix di Dubai in cui ha corso i 100 metri piani nella categoria T63 in 14″59, registrando il nuovo record mondiale paralimpico, valido per la qualificazione ai Giochi paralimpici di Tokyo del 2020.

Proprio durante questi ultimi, alla sua prima partecipazione vince la medaglia d’oro oltre a battere il record mondiale — da lei sempre registrato — con un tempo di 14″11, precedendo le connazionali Martina Caironi e Monica Contrafatto.

Del suo sport ama veramente tutto, soprattutto il fatto di doversi concentrare su un obiettivo e cercare di realizzarlo. L’atleta cui si ispira è Martina Caironi: “Quando ero ancora in ospedale guardavo i video delle sue gare: è lei l’esempio su cui mi sono basata per capire che potevo riprendere a correre”.

A Tokyo, Ambra ha battuto proprio Martina al termine di una gara straordinario e di un podio tutto italiano completato dal bronzo di Monica Contrafatto: Dopo la vittoria ha dichiarato: “Mi sembra incredibile, ancora non ci posso credere. Era un sogno che avevamo da sempre, eravamo un duo che è diventato un trio e siamo riuscite a farcela. Una medaglia che rappresenta il riscatto di questi due anni dall’incidente. Ora finalmente mi sento completa”.

In un talent si esibirebbe come disegnatrice: “E’ una cosa che so fare bene”. Il suo film preferito è ‘Momenti di gloria’. Per lei la parola resilienza ha un valore preciso: “Significa risorgere dagli abissi dopo un momento di sconforto e trovare un motivo per andare avanti”.

Martina Caironi Pagina Instagram

Martina Caironi è nata nel 1989 a Alzano Lombardo (BG) 

Martina gareggia con una protesi fissata alla gamba sinistra, dopo aver subito l’amputazione della stessa in seguito a un incidente in moto avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007: all’epoca aveva solo 18 anni e stava tornando da una festa in motorino, quando un’auto l’ha investita schiacciandole la gamba sinistra.

In diverse interviste ha raccontato che un suo grande modello è stato Oscar Pistorius, visto per la prima volta a un convegno, è subito diventato un punto di riferimento della sua vita dopo l’incidente.

Grazie a questa fonte di ispirazione inizia a reinventarsi e ad allenarsi per competere nell’atletica paralimpica.

Nel 2012 diventa campionessa paralimpica ai Giochi di Londra nei 100 m piani, mentre l’anno successivo ottiene due ori, nei 100 m piani e nel salto in lungo, ai Mondiali paralimpici di Lione.

Nel 2015 a Nembro, correndo per le Fiamme Gialle, ottiene il suo primo record mondiale nei 100 m piani con il tempo di 15”05.

Partecipa alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, rimandate al 2021a causa del COVID-19 e vince una splendida medaglia d’argento. Argento che bisserà nel salto in lungo cat T63.

Fa parte del Comitato Paralimpico delle Fiamme Gialle, è rappresentante degli atleti nel consiglio e nella giunta nazionale del Comitato Italiano Paralimpico, e fa volontariato raccontando la sua storia nelle scuole.

E’ anche stata testimonial di Differenza Donna, il primo osservatorio nazionale che si occupa di combattere la violenza contro le donne con disabilità attraverso atti concreti e azioni di awareness. 

Martina Caironi è protagonista del docu-film di Simone Saponieri L’Aria sul viso, che racconta la vita dell’atleta e il suo essere donna.

Martina è stata insignita del Collare d’Oro al Merito Sportivo, la massima onorificenza del CONI.

Monica Contrafatto pagina Facebook

Monica Contrafatto è nata in Sicilia a Gela nel 1981.

Il 4 maggio 2015 è stata la prima donna soldato dell’Esercito Italiano a essere decorata: in quel giorno ha ricevuto, in cerimonia solenne, la Medaglia al valore dell’esercito per il comportamento tenuto durante un attacco subito da forze avverse, condotto con 3 colpi di mortaio il 24 marzo 2012 contro la FOB (Forward Operative Base) “Ice” nel distretto del Gulistan, nella provincia di Farah in Afghanistan, nel settore Sud-Est dell’area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East.

Nell’azione di guerra subita vi sono stati un morto e cinque feriti, di cui due gravi, tra cui la Contrafatto, militare in forza al 1º Reggimento bersaglieri che subisce gravi lesioni alla gamba destra.

La medaglia è stata conferita con il Decreto del presidente della Repubblica n. 319 è del 23 dicembre 2014,mentre il 10 aprile 2013 è stata decorata con la Croce d’Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero.

“Lo sport? È la cosa più bella che esista al mondo, quindi per me è vita”. 

Medaglia d’oro al valore dell’Esercito, nel 2012, su un letto d’ospedale (il 24 marzo dello stesso anno aveva perso una gamba destra a seguito di un attentato), vede alle Paralimpiadi di Londra per la prima volta correre delle ragazze amputate: “In quel letto d’ospedale promisi a me stessa che un giorno avrei messo una protesi da corsa e avrei partecipato ai Giochi di Rio. E così è stato”. Del suo sport ama la libertà: “Quando corro mi sento un super eroe”.

L’atleta a cui si ispira è Fiona May: “Sono una appassionata di salto in lungo ed ero una sua grande fan quando gareggiava”.

Se non avesse fatto l’atleta avrebbe fatto quello che faceva, il militare. Il momento sportivo più bello? “Non uno ma tutti, dalla mia prima gara alle convocazioni, da Doha nel 2015 fino a oggi“.

Uno dei brani che ascolta prima di una gara è ‘90 minuti’ di Salmo. Cos’è la resilienza? “ Sono io, una persona che si rialza ogni volta che cade e non si ferma mai”.

A Tokyo 2020 ha confermato il bronzo vinto a Rio 2016. Del podio tutto italiano osserva: “È stata un’impresa straordinaria. Abbiamo realizzato il nostro grande sogno di essere tutte e tre sul podio e di colorare di verde bianco e rosso il cielo di Tokyo e di rendere fiere di noi tutta l’Italia”.

Monica ha vinto una medaglia di bronzo paralimpica nei 100 metri piani categoria T42 ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016 con il tempo di 16″30.

Agli Invictus Games del 2018, a Sydney, si è aggiudicata la medaglia d’oro nei 100 metri piani.

Il 4 settembre 2021 conquista la medaglia di bronzo ai Giochi paralimpici di Tokyo 2020, con il tempo di 14”73.

Ndr: 

Le categorie paralimpiche vengono determinate dall’IPC, l’International Paralympic Committee, sono definite per ogni sport e ne formano parte del regolamento stesso.

Si differenziano quindi a seconda della patologia, del grado di disabilità e delle funzionalità fisiche dell’atleta. All’interno di ogni categoria possono essere presenti vari livelli della stessa disabilità, ma con uguale profilo funzionale (ossia le reali capacità tecnico-tattiche dell’atleta) che ne permettono il confronto sportivo e la competizione.

Il prefisso “T” riguarda le gare su pista (corse o corse in carrozzina) e le gare di salto.

Il numero 63 corrisponde a: amputazione monolaterale transfemorale (con protesi).

Fonti: Fispes – Fidal – Comitato Italiano Paralimpico – Corriere della Sera –

Foto copertina: Foto Bizzi/FISPES

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