Norcia, domenica 20 agosto 2017.
Mi avvicino a Norcia percorrendo la strada che la collega al cuore dell’Umbria. La cittadina è ancora lontana e già lungo la strada si intravedono diversi stabili abbandonati e recintati, segnati pesantemente dalle scosse del sisma del 2016.
Adiacenti alle mura della città vecchia si trovano diversi parcheggi improvvisati, alcuni asfaltati ed altri sterrati e polverosi. Basta spostarsi di poche centinaia di metri dalla Porta Romana per vedere un agglomerato di containers bianchi che sembrano ergersi a guardia al centro storico.
Varco l’antica Porta Romana e percorro il lungo viale che conduce alla piazza centrale della città. Se al di fuori delle mura si percepisce nettamente una triste atmosfera di precarietà, tutto cambia varcando i bastioni. La zona rossa è tutto sommato limitata, i bar sono aperti, i turisti vociano nella via, gli abitanti di Norcia ridono e scherzano bevendo un aperitivo. Nessun muso lungo. Certo è domenica, certo siamo in pieno agosto, certo picchia un bel sole che scalda corpo ed anima.
Bastano cinque minuti per arrivare alla piazza della Basilica. Nemmeno il tempo di guardarmi in giro che vengo quasi travolto da un gruppo di runners in maglia gialla, capitanati da un religioso da corsa, che porta un messaggio di solidarietà al vice sindaco della città.
Ed è proprio con il vice sindaco Pietro Luigi Altavilla (titolare delle deleghe Vigilanza, Commercio, Servizi Demografici, Turismo e Sport) che facciamo il punto della situazione.
Ci spostiamo all’ombra, ospitati presso lo stand della Pro Loco dove una bellissima, gentile e competente ragazza di Norcia illustra ai turisti le numerose iniziative dell’associazione (vds pagina Facebook Pro Loco Norcia).
A che punto siamo con la ricostruzione della città?
Come tutti sappiamo il 24 sarà passato esattamente un anno dal verificarsi del sisma. Faremo un Consiglio Comunale straordinario come gesto di commemorazione. Purtroppo per noi la vera sventura è stata la scossa del 30 ottobre, quella che ha distrutto tutto e massacrato ogni cosa. Una cosa davvero terribile. Come siamo messi? Diceva qualche giorno fa Errani che non è bello fare classifiche tra i diversi comuni colpiti dal sisma, ma in ogni caso Norcia è il primo comune ad avere consegnato un certo numero di SAE, abbiamo fatto tutte le scuole nuove (già consegnate ad aprile) ed i nostri bambini frequentano in queste strutture nuove, antisismiche ed ultra sicure. Stiamo ripartendo rifacendo le strade sulla circonvallazione; prima di Natale c’è stato il passaggio tra le tende e le SAE. I nostri cittadini non stanno più nelle loro tende o in sistemazioni di fortuna approssimative.
SAE = Strutture Abitative di Emergenza – ndr
Quali sono state le opzioni offerte alla cittadinanza colpita?
I decreti del commissario Errani davano la possibilità di prendere la casetta-container oppure di farsi erogare un quid al mese ed andare in una autonoma sistemazione, organizzandosi come meglio si crede. Ci sono state molte persone che hanno scelto questa seconda opzione; un’opzione che prevede l’erogazione di una somma che può andare da 400 euro per un singolo sino a 1200-1300 al mese per un nucleo familiare più numeroso. Diversi nostri cittadini hanno preso una casetta in affitto fuori Norcia oppure si sono sistemati presso i parenti fruendo del sostegno economico; altri si sono orientati verso la scelta casetta-container. In tutto ad oggi abbiamo consegnato circa duecentocinquanta SAE sul territorio comunale, ne consegneremo altre settanta circa la prossima settimana ed il 24 consegneremo dieci case popolari. Il nostro lavoro è continuo e punta a fare tornare tutti i nostri concittadini a Norcia.
Oltre il 70% della città non è più zona rossa, e come lei può ben vedere il turismo sta tornando; se ci guardiamo intorno ora forse di Norcia in piazza ci siamo solo io e la gentile signora della Pro Loco, tutti gli altri sono visitatori.
Ho bevuto un caffè sul viale ed ho percepito una certa serenità tra le vie del centro. Norcia non mi sembra oggi una città lamentosa.
Ci facciamo coraggio. Cerchiamo di darci forza e coraggio. Lo vede quel palco qui sulla piazza? Da sempre a Norcia si tiene una manifestazione chiamata “un anno fa” animata da musica anni ’60, molto gradita ai nostri ospiti turisti, in particolar modo a quelli meno giovani. Anche quest’anno, nonostante la particolarità del momento, ogni sera almeno trecentocinquanta sedie in piazza sono occupate ed i nostri ospiti assistono a spettacoli vari. Certo i numeri non sono quelli di un tempo. Lo scorso anno avevamo in piazza ventimila persone, di cui almeno cinquemila residenti; oggi siamo decisamente meno però movimento in città si vede. Questo significa che il brand Norcia attira ancora. Si c’è gente che viene solo per vedere i resti di Norcia; l’importante è che vengano, che si trovino bene e che tornando a casa dicano ciò che hanno visto.
Sono state molte le attività commerciali che hanno dovuto alzare bandiera bianca?
Fortunatamente le più grandi, che sono quattro-cinque ed hanno anche cento, centocinquanta dipendenti, non si sono mai fermate. Sino dal primo giorno successivo al sisma si sono rimboccati le maniche ed anche con i propri fondi hanno dato il via alla ricostruzione. Altre attività hanno chiuso e successivamente sono ripartite. Il problema più rilevante che abbiamo riguarda gli alberghi. Ci sono rimasti solo trecento posti letto rispetto ai tremilaseicento di un tempo. E’ importante che la Regione comprenda che per noi oltre ai finanziamenti dedicati a negozi, ristoranti, è fondamentale ottenere un sostegno per reinventare la ricettività alberghiera di Norcia. Non stiamo parlando di aiuti mirati al singolo. Si crei un Consorzio e si aiuti l’intera categoria. Abbiamo una necessità immediata di minimo altri trecento posti letto per fare ripartire la nostra economia.
Dopodomani consegneremo trenta negozi situati sul viale che conduce alla stazione; erano negozi del centro oggi non riattivabili che vengono delocalizzati altrove. Sono fuori dalle mura di Norcia, lungo un bel viale. Speriamo diventi una nuova bella passeggiata per i turisti. Grazie alla collaborazione de LA7 e del Corriere della Sera è stata poi realizzata una struttura realizzata dall’architetto Boeri finalizzata alla realizzazione di eventi e convegni.
Le persone vengono, guardano e ci fanno i complimenti per la ricostruzione. Tutto fa morale, una carezza fa piacere sempre a tutti e va bene così.
C’è qualcosa che andava fatto con la massima priorità e che per il momento non è stato realizzato? C’è stato qualche grido di dolore non ascoltato o non raccolto?
Norcia non è solo una città d’arte e cultura; è anche un luogo cardinale della fede cristiana. Tutto riparte, tutto si ricostruisce ma la Basilica di San Benedetto giace immobile tra la polvere. Rapporti difficili con l’istituzione Chiesa cattolica?
Con l’istituzione Chiesa sono in corso confronti e discussioni. E’ giusto che ci sia un dialogo per la ricostruzione della Basilica, che mi auguro sia la prima presa in considerazione. Sia il presidente Junker sia Tajani (che sarà a Norcia nuovamente tra una decina di giorni) ci hanno assicurato che la Basilica di San Benedetto sarà beneficiaria di una erogazione di circa trenta milioni di euro destinati alla sua ricostruzione. Il problema ora è come rifare questa Chiesa. Qui si sta aprendo un dialogo, alle volte anche abbastanza forte, per come riscostruire la Basilica. Io in questo caso non voglio parlare come amministratore, ma come cittadino. Vorrei che questa Basilica risorgesse presto, per restituire alla città il fulcro della nostra storia.
E spero che poi si rimetta mano alla ricostruzione anche degli altri luoghi di culto. Come si deve, non come è stato fatto nel 1979 in deroga ai criteri antisismici: infatti li abbiamo tutti a terra.
Jean Claude Junker (Presidente dela Commissione Europea) – Antonio Tajani (Presidente del Parlamento Europeo). – ndr.
Esiste un problema viabilità?
Noi stiamo dialogando, baccagliando, con ANAS eccetera perché abbiamo il grosso problema della viabilità. Una viabilità efficiente consente di avere quasi tutto. La viabilità con la Valnerina è un problema, perché lungo le strade verso Terni e Spoleto basta una minima scossa per far cadere dei massi e renderci isolati. L’altro versante, quello che ci porta più turismo, è quello marchigiano. Purtroppo c’è una galleria pericolante, la stanno restaurando e sarà inagibile sino a fine anno. E qui faccio un pochino di polemica. Io non sono mica un santo, le polemiche le faccio eccome! Non riesco a spiegarmi per quale motivo abbiamo aspettato quasi un anno per iniziare a fare rilevazioni e progetti. Tre mesi fermi e poi otto mesi per mettere a posto una galleria. Questo non va bene. Qui qualcuno deve intervenire per aggredire il tema burocrazia. In un momento come questo, sapendo cosa questa zona sta soffrendo e patendo, qualcuno deve garantirci una celere viabilità in galleria. Si sa che la nostra è una zona sismica, non si può continuare a realizzare opere in galleria che franano ogni volta che arrivano le scosse. Impensabile che Norcia e tutta la Valnerina rimangano chiuse ogni volta che c’è un terremoto. Mi auguro che Regione e Stato centrale corrano ai ripari e ci mettano attenzione.
Norcia doveva beneficiare dell’esenzione totale dalle imposte, mi pare che sia stata una promessa a vuoto…
Norcia, come tutti gli altri centotrentadue comuni del cratere sismico, doveva godere di questo beneficio. Le promesse a volte vengono fatte… ed a volte non vengono mantenute. Anche se la nostra amministrazione comunale è di colore politico assolutamente diverso da quello del governo regionale e dello Stato centrale, noi non abbiamo mai alzato un minimo di polvere per fare polemica. Noi dobbiamo lavorare, come abbiamo sempre fatto, insieme alla Regione ed allo Stato centrale per il bene unico dei nostri concittadini. La politica la faremo al momento delle elezioni.
Fa sempre bene sentire più di una campana
Saluto il vice sindaco Altavilla augurandogli buon lavoro e mi accomiato dalla sorridente rappresentante della Pro Loco; faccio pochi passi in direzione di uno dei più rinomati esercizi commerciali affacciati sulla piazza di San Benedetto, la norcineria Laudani. E’ una norcineria, simbolo di una attività antichissima oggi conosciuta in tutto il mondo.
Fa sempre bene sentire più di una campana e quindi scambio due parole con il titolare Sebastiano Laudani.
Ho appena parlato con il vostro vicesindaco. Mi ha descritto una città viva, vitale, in ripresa, con molti esercizi commerciali aperti. Pochi purtroppo gli alberghi aperti.
Le confermo quanto le ha detto il vicesindaco. Gli alberghi purtroppo sono un punto debole della ripresa. Avevamo tremilaseicento posti letto, oggi siamo a trecento. Movimento turistico in città c’è. Non come gli altri anni, però più di quanto ci aspettavamo ad un solo anno dal sisma. I negozi non sono tutti aperti, parecchi adesso saranno delocalizzati fuori dalle mura, piano piano cercheremo di ritornare alla normalità.
Quali priorità avrebbe preso in considerazione lei per pianificare la ricostruzione?
Difficile dirlo. Non è facile individuare delle priorità quando sono coinvolti centinaia di comuni e quattro regioni. Tra tutte le cose da fare bisogna mettere subito le mani sulle strade, specialmente sulla galleria di Ascoli. La zona turistica dell’ascolano, mare e terra, era molto importante per il nostro lavoro. Ora per arrivare da noi, con la galleria chiusa, ci vogliono due ore. Molta gente non viene più e la nostra economia ne risente.
Non so dove si sia verificato l’intoppo, forse negli appalti, forse nel dialogo tra Regione Umbria e Regione Marche.
Rispetto ai primi mesi dal sisma la zona rossa si è ristretta.
Noi siamo stati in zona rossa praticamente sino a fine giugno, otto mesi fuori dal nostro negozio. Qui era tutto transennato e potevamo avvicinarci solo con la scorta dei Vigili del Fuoco.
Girando ho visto diversi palazzi civili messi in sicurezza. Invece la Basilica di San Benedetto è al suolo, con la sola facciata tenuta in piedi per miracolo. Mi sembra una cosa quantomeno bizzarra. Di solito il simbolo principale di una città che rinasce è il primo a risorgere dalla polvere. A Norcia è lasciato in un cantuccio…
A mio avviso c’è stata una mancanza di accordi tra l’istituzione Chiesa e le altre istituzioni civili. La Chiesa vuol fare in un modo e gli altri in un modo diverso. Se si fossero accordati prima, anche per noi sarebbe stato più facile rientrare velocemente al lavoro e limitare la zona rossa.
Avete sentito tangibilmente la solidarietà di chi abita nel mondo ed ama Norcia?
Si la solidarietà si è sentita. Molto ha aiutato il fatto che oggigiorno si vive online. In particolare noi esercenti che vendiamo prodotti tipici abbiamo beneficiato concretamente della solidarietà di chi ci mandava le ordinazioni via web. Sotto Natale abbiamo lavorato molto via internet, forse anche più di quanto avremmo fatto con il negozio fisico aperto. Poi ci sono state le donazioni telefoniche, i famosi 2 euro. Non si sa dove siano andati a finire, ma prima o poi verranno fuori. Tutti gli italiani sono stati veramente solidali con noi. Nel momento del bisogno l’Italia c’è sempre.
Ma siamo ancora qui e non molliamo.
Investa cento lire virtuali per il bene della sua città.
Dobbiamo pensare a consegnare le case alle persone che hanno subito danni e che sono ancora ospitate in emergenza. Bisogna dare una casa sicura ai nostri concittadini. Che le facciano piuttosto in legno ed acciaio, e non come nel 1979 con cemento armato scadente, sono cascate anche quelle.
Come si percepisce la paura quando accade un evento come il terremoto di Norcia?
Mah, non è facile da descrivere. E’ una cosa nuova che provi per la prima volta. Non è bello dirlo ma non è semplice riprendersi. Molte persone deboli, che vivevano in condizioni precarie, molti anziani tra Cascia e Norcia sono rimasti colpiti a fondo. Una persona giovane si arma di buona volontà e si rimette in piedi, ma per altri i danni psicologici sono stati ingentissimi. E’ necessario un aiuto psicologico costante e serio.
Lei ha figli?
Si, ho un figlio piccolo. Piangeva, singhiozzava, voleva scappare. Non è stato facile per nessuno mi creda. Ma siamo ancora qui e non molliamo.