Alea iacta est… quasi

Alea iacta est… quasi

Roma ha ospitato sabato 14 il primo Gran Prix di Formula E capitolino, ovvero il Gran Premio delle cosiddette Formula Uno elettriche.

Da dove possiamo partire per parlarne? Partiamo da Roma.

Roma Caput Mundi. Unica, inimitabile, eterna.

Roma rumorosa, Roma incasinata, Roma dal clacson facile. Roma tutta buche; ci sono e sono davvero tante, profonde e piazzate ad arte. Ne schivi una e ne becchi due. Roma, la città del mitologico Spelacchio, l’albero di Natale più sfigato del pianeta, Roma con i suoi mezzi pubblici mai in orario.

Roma, la città più bella del mondo. Roma, con il suo centro storico che da tremila anni ci ricorda la nostra appartenenza a quella che oggi definiamo sinteticamente la nostra cultura occidentale. Roma multietnica, Roma ed i suoi perenni ed onnipresenti turisti. Roma dei vicoletti, Roma delle osterie. Roma Caput Mundi. Unica, inimitabile, eterna.

©Francesco Scaccianoce

Proprio in questa controversa ed affascinante città, è sbarcato il circus della Formula E. Ha piantato il proprio campo base all’EUR (il monumento urbanistico a cielo aperto che la capitale nasconde al proprio interno) e ne ha circoscritto un ampio perimetro stradale.

Il quartiere è stato progressivamente chiuso al traffico, le strade sono state asfaltate a nuovo con spese a carico della Formula E, tracciata la pista, impiantati i servizi ed il paddock.

All’interno dell’area evento è stato anche creato uno spazio chiamato E-Village, dove il numeroso pubblico ha potuto competere con i piloti di Formula E nella Gaming Zone, partecipare alla sessione di autografi ed incontrare i propri piloti preferiti prima della gara. E soprattutto vedere e provare gli ultimi veicoli elettrici e ibridi in mostra nella Drive Zone.

Che si trattasse di un evento sportivo e mediatico di alto profilo lo si è capito subito; la benedizione impartita dal Papa ad una delegazione di FIA ABB Formula E, avvenuta all’interno della propria residenza di Santa Marta, lo testimonia in modo inequivocabile.

Quindi le vetture sono scese in pista rombando… Ecco, proprio rombando magari no, diciamo che sono scese in pista con il loro inconfondibile sibilo.

Le principali case automobilistiche hanno da diverso tempo iniziato a tracciare la propria strategia commerciale green

Alea iacta est. Il dado è tratto, la svolta verso la destinazione “mobilità elettrica” è avvenuta. Le amministrazioni pubbliche hanno già dato segnali chiarissimi e disegnato le regole d’ingaggio del futuro. Milano, ad esempio, ha già varato un crono programma che porterà i motori diesel degli automezzi a sparire progressivamente; nel 2030 l’intero territorio meneghino sarà off limits per i motori sprovvisti di alimentazione non elettrica. Mezzi pubblici inclusi. Roma chiuderà dal 2024 l’accesso al proprio centro storico ai diesel. Le città europee che si stanno mobilitando per fermare presto i veicoli più inquinanti sono moltissime: un elenco lungo che include ad esempio Atene, Madrid, Parigi, Copenaghen, Stoccarda, Oslo e via andare.

Le principali case automobilistiche hanno da diverso tempo iniziato a tracciare la propria strategia commerciale green; in Europa, oltre Oceano e nel continente asiatico. La filosofia dell’ibrido sarà progressivamente sostituirà dall’elettrico puro. Non c’è Salone dell’Auto al mondo che non abbia una vastissima area occupata dalle automobili elettriche, e sempre più le prestazioni di queste ultime sono di assoluto rilievo (Tesla docet).

Per farci meglio capire che il mercato e la politica sono ormai decisamente orientati verso una progressiva scomparsa dei motori alimentati con combustibile fossile, mancava solo un passaggio. Mancava una componente importantissima, capace di sensibilizzare, coinvolgere e lanciare in modo definitivo un cambiamento in divenire che possiamo definire epocale. Lo sport, o meglio in questo caso, il motorsport.

©Francesco Scaccianoce

La FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) ha iniziato a progettare un campionato mondiale che potesse richiamare quello della Formula Uno nel 2012 e nel 2014 ha dato il via al primo GP-E. Le tappe della stagione agonistica 2017-2018 porteranno le squadre a Hong Kong, Marrakesh, Santiago del Cile, Mexico City, Punta del Este, Roma, Parigi, Berlino, Zurigo e New York City.

La velocità di punta è di 230 chilometri all’ora, con una ripresa fulminante. Da 0 a 100 km/h in soli tre secondi.

Diamo un’occhiata più da vicino a questi bolidi a propulsione elettrica.

Le vetture sono sostanzialmente tutte identiche. Le gomme sono di categoria all-season, sono prodotte per tutti da Michelin e vengono utilizzate sia in condizioni di pista asciutta sia con pista bagnata.

Le auto da corsa sono lunghe max 5.000 mm, sono larghe max 1.800 mm, sono alte max 1.250 mm. L’ altezza da terra è di massimo 75 mm; il peso (compreso il pilota) è di minimo 880 chili. La cellula di sopravvivenza è realizzata in fibra di carbonio/alluminio con alettoni anteriori e posteriori in carbonio. Il telaio è in carbonio/kevlar. Tutte queste parti, identiche per ogni vettura, sono prodotte dalla Dallara. La batteria, il cuore della vettura, ha una potenza massima di 200 chilowatt, sfruttabile in gara solo fino a 180 chilowatt.

Vanno veloci? Direi di si, anche in considerazione del fatto che tutte le gare si disputano su circuiti cittadini. La velocità di punta è di 230 chilometri all’ora, con una ripresa fulminante. Da 0 a 100 km/h in soli tre secondi.

Dalla prossima stagione verranno adottate numerose variazioni sul tema; l’evoluzione delle auto sarà sensibile e ci saranno anche novità regolamentari. Ovviamente si tratta di prestazioni che al momento non sono paragonabili con quelle di una Formula Uno, ma forse l’errore è proprio quello di fare paragoni tra due campionati che in fondo di simile non hanno molto.

La domanda che si è posta la FIA è stata: possiamo dare una connotazione sportiva ad un fenomeno tecnico, sociale ed economico che ci condurrà a nuove tecnologie ed a un nuovo modo di concepire il trasporto su gomma? La risposta, per quanto stiamo vedendo è positiva e confortante.

Ed il pubblico come ha accolto questa novità? Se guardiamo ai numeri direi in modo gratificante. Stimati circa quarantamila spettatori, tribune sold out, prati pieni.

Il ritorno mediatico? Al di sopra di ogni aspettativa. Una sala stampa di grandi dimensioni stipata all’inverosimile, con colleghi e testate provenienti da ogni parte del mondo. Con Mediaset che in questo frangente ha fatto la parte del leone, mettendo in campo una squadra di giornalisti e tecnici di alto profilo, coprendo l’evento con speciali, interviste e la diretta del GP in chiaro su Italia 1.

Ci rimaneva da valutare la presenza tra le squadre dei grandi marchi dell’automobilismo. Anche se il motore utilizzato dalle vetture è per tutte il medesimo (McLaren) le major delle quattro ruote hanno supportato le diverse squadre in pista. Ci sono tutte. Non le elenco per non dimenticarne qualcuna e per non fare palese pubblicità. Vi invito però a dare un’occhiata al sito della Formula E, molto esaustivo ( www.fiaformulae.com).

l’inglese Bird su Virgin Racing ha regolato tutti gli avversari con una tattica di gara decisa e vincente.

Ma chi ha vinto? Dopo 33 giri (2,84 km per giro e 21 curve) a spuntarla tra i diversi piloti (molti provenienti dalla F1 come Heidfeld, Buemi, Vergne) e tra i nomi che ci riportano ad un grande passato (Nelson Piquet jr e N.Prost) è stato l’inglese Bird che su Virgin Racingha regolato tutti gli avversari con una tattica di gara decisa e vincente.

A lui è stato consegnato il trofeo del vincitore dal Principe Alberto di Monaco, affiancato dal patron della Formula E Alejandro Agag , dal Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani e dal Presidente del Parlamento europeo Tajani.

©Francesco Scaccianoce

In chiusura di giornata il CEO di Formula E Agag ed il sindaco di Roma Virginia Raggi hanno annunciato che il Gran Premio di Roma si svolgerà anche nei prossimi quattro anni.

Un’unica perplessità, condivisa da quasi tutti i presenti. Il “rumore” delle vetture. I bolidi da competizione elettrici sono decisamente silenziosi. Questo effetto silenzioso è senza dubbio un fattore positivo se lo pensiamo applicato al concitato traffico delle nostre metropoli; vetture private silenziose non possono che migliorare il nostro stile di vita. Però in ambito motorsport, il sibilo ad alta frequenza prodotto dalle auto da corsa lascia un tantino interdetti. Diciamolo chiaro, non scatena l’adrenalina che produciamo quando vediamo sfrecciare a tutto gas i bolidi con motore a scoppio a benzina; bisognerà pensare a qualche artificio che, con misura, dia maggiore appeal acustico a queste supercars.

Virginia Raggi Sindaca di Roma ©Francesco Scaccianoce

Per il resto, siamo sulla buona strada; alea iacta est… e non si torna indietro.

Un sentito ringraziamento per la preziosa collaborazione a Irene Saderini (Mediaset) e Jessica Borrell (FIA E-Formula Press Officer).

Special thanks for your cooperation, Irene Saderini (Mediaset) & Jessica Borrell (FIA E-Formula Press Officer). 

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