Marco Cappato è nato nel 1971; laureato in economia, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagnaEutanasia legale. E’ stato deputato europeo radicale, Consigliere comunale e metropolitano a Milano e presidente di Radicali Italiani. Cura l’edizione domenicale della rassegna stampa di Radio radicale “Stampa e regime”, ed è giornalista pubblicista.
Senti Marco, ma sei proprio sicuro che l’indirizzo mail che mi hai dato sia giusto? m.cappato@radicali.it. Ma i Radicali esistono ancora? Fammi spuntare un po’ i gruppi parlamentari… ma guarda che non ci siete…
È giusto, è giusto….In effetti il nostro gruppo parlamentare non c’è (e comunque anche quando c’ era si chiamava Gruppo Federalista Europeo), ma troverai il Partito Radicale tra le organizzazioni con status consultivo all’Onu e Radicali Italiani tra i promotori della legge di iniziativa popolare “Ero straniero” e di quella per la liberalizzazione del trasporto pubblico romano.
Poi troverai molti radicali nei verbali di carabinieri e polizia, e non per fatti di corruzione ma per azioni di disobbedienza civile. Insomma, Radicali in circolazione se ne trovano ancora.
Oltre all’attività politica nei Radicali Italiani tu combatti le tue battaglie civili anche come front man dell’Associazione Luca Coscioni. Nel giugno dello scorso anno ho avuto il piacere di intervistare Mina Welby, altra grande anima dell’Associazione, che mi ha raccontato la sua esperienza personale ed il lavoro del vostro gruppo. Qualcosa è cambiato nell’ultimo anno sul tema del fine vita?
Il video appello al Parlamento di fine 2014 giace ancora come lettera morta?
Il Parlamento continua ad ignorare da quattro anni la nostra Legge di Iniziativa Popolare per la legalizzazione dell’eutanasia. Alla Camera è stata approvata mesi fa la legge sull’interruzione delle terapie e sul testamento biologico. Però ora anche questa è bloccata al Senato dai giochini dei partiti, spaventati dall’idea di assumersi finalmente la responsabilità di decidere.
Nel frattempo, chi ha i soldi o i contatti prova a risolvere nella clandestinità oppure andando all’estero, se è ancora nelle condizioni di farlo.
Eutanasia: il Parlamento si faccia vivo. Guarda il video appello al Parlamento 2014 attiva questo link
Marco tu sei nato a Milano ma sei ormai anche cittadino onorario di Roma. Raccontami in due parole queste due città, le loro similitudini e le loro peculiarità.
Temo che un vero cittadino romano sia quello costretto a sfidare tutti i giorni il traffico dalla periferia. Io quando ci vado ho il privilegio di camminare in zone che nemmeno la malapolitica e le orde turistiche sono ancora riuscite a devastare. Per il resto, ormai sono tornato in pianta stabile a Milano, che è una città che funziona e che potrebbe diventare il simbolo della trasformazione urbana dolce ed ecologica se riaprisse i navigli. Roma invece è una creatura splendida, soffocata dalla prepotenza. L’unico modo per farla respirare sarebbe quello di far rispettare le regole.
“CREDERE, disOBBEDIRE, COMBATTERE. Come liberarci dalle proibizioni per migliorare la nostra vita.” E’ il tuo libro, da poco uscito nelle librerie in tutta Italia. Testamento di un rivoluzionario che inizia a scorgere da lontano i cinquant’anni o grido di dolore nei confronti di una società sorda e disattenta?
I cinquant’anni li scorgo da vicino, ma per un testamento mi pare ancora un po’ presto. Ho solo pensato che la vita vissuta finora e le idee messe insieme valesse la pena raccontarle. Sarei felice se a qualcuno facessero venire voglia di darsi da fare. A me comunque è servito per fare il punto e pensare a qualcosa di nuovo.
Tra pochi giorni inizierà presso il Tribunale di Milano il processo che ti vede imputato di aiuto al suicidio per avere accompagnato incontro alla dolce morte in Svizzera lo sfortunato Fabiano Antoniani, nello scorso mese di febbraio. Rischi una pena pesante. Pentito di quanto hai fatto?
Avevo messo nel conto questa possibilità perché il reato previsto dal Codice Penale del Fascismo è molto chiaro. Penso però che anche i principi di libertà fondamentali contenute nella Costituzione e nei documenti internazionali sui diritti umani siano altrettanto chiari, e che siano prevalenti. Non sono pentito perché finalmente ora c’è un’occasione per fare chiarezza.
Cosa pensa tua moglie Simona (stimata collega giornalista- ndr) della possibilità di vederti in futuro dietro le sbarre?
Simona sta vivendo con me ogni fase di eventi che non lasciano spazio per perdersi in elucubrazioni su un futuro comunque non vicino. Se ci scappa una battuta di solito è sulla gestione eventuale del nostro bassotto Luigi.
Quasi tutti quelli con cui parlo sono convinti che lo Stato italiano non si farà mettere all’ angolo in una posizione che risulterebbe incomprensibile ai più. Resta il fatto che la richiesta di archiviazione da parte della procura di Milano è stata poi respinta dal giudice per le indagini preliminari. Fare previsioni diventa dunque inutile, e abbandonarsi a preoccupazioni pure. Meglio darsi da fare. Anche per Luigi.
In primavera andremo alle urne per rinnovare il Parlamento ed alcuni Consigli Regionali. Questo è il momento delle grandi promesse. Tutti gli schieramenti prendono in campagna elettorale impegni mirabolanti per il futuro, salvo poi smentirsi puntualmente nei fatti post elezioni. Ma sul tema della dolce morte sono, anche a chiacchiere, tutti molto cauti. Si tratta di un tema scottante che rischia di far storcere il naso ad altri poteri forti domiciliati oltre Tevere. A tuo avviso, oltre all’impegno dei Radicali Italiani, su chi si può contare?
Tutti i sondaggi danno maggioranze nette a favore persino della legalizzazione dell’eutanasia. Dunque tutto dipende dal grado di democraticità di queste elezioni. Se si potrà parlare di questo e di altri temi, allora gli alleati diventeranno molti. Se invece l’unico dibattito consentito sarà quello sui partiti, allora potremo solo contare sulla non violenza e sul coraggio dei malati.
In un mondo popolato da nanetti la mancanza di un gigante si nota ancora di più. Due parole in ricordo di Marco Pannella.
Essere irriconoscibili. In due parole fu questo il testamento politico di Pier Paolo Pasolini indirizzato al congresso del Partito Radicale. Pannella ci riusciva, per creare nuove libertà, invece di campare sulle conquiste del passato. È l’opposto della politica marketing, che vende slogan scollegati dalla realtà.
Oltre a seguire la seconda squadra di Milano, quella nerazzurra, quella che ci ha scippato il derby con un rigore all’ultimo minuto, come trascorri il tuo tempo libero?
Agli scippatori dedico pochi attimi distratti, quanto basta per saperli essere ancora la prima squadra di Milano. Per il resto, mi piace stare con persone che hanno voglia di parlare e di ascoltare. A fare cosa, è secondario. Una riunione politica o una cena non cambia molto. A parte mettere ordine nei conti o sulla scrivania, il resto è tempo libero.
Giulio Regeni. Un giovane sfortunato che dobbiamo dimenticare in ossequio alla ragion di Stato che ci consiglia di non rompere troppo le scatole all’Egitto (nostro strategico partner politico ed economico) oppure una vittima innocente che merita giustizia ad ogni costo?
La risposta è scontata dunque rischia di non valere molto. Per ridurre gli effetti deleteri della Ragion di Stato non bastano dichiarazioni facili e like su Facebook. Bisogna occuparsi del sistema di garanzia dei diritti umani, a partire dall’affermazione del diritto sovranazionale a conoscere gli affari di Stato.
Il Partito Radicale sta lavorando per la definizione di questo diritto da parte dell’Onu.
Presto anche a te la mia lampada di Aladino? Esprimi tre desideri. Ps: nella lampada non si fuma!
Invece di tassare il lavoro, Aladino farà pagare per il consumo del pianeta e delle sue risorse. E se Aladino non lascia fumare, ci restano comunque tisane e vaporizzatori. PS. Legalizzala Aladino.