Intervista a Laura Ravetto , deputato di Forza Italia.
Si presenti, nel modo che preferisce, ai nostri lettori. Chi è Laura Ravetto?
Laura Ravetto è una liberale, una liberale convinta. E’ un avvocato, da dodici anni parlamentare e, con mia grande gioia, tra poco sarà una mamma.
Sono interessata di politica sino da adolescente, dai tempi del liceo. A quei tempi litigavo con il mio professore di filosofia che aveva idee di estrema sinistra. Sono sempre stata appassionata di politica, anche prima di praticarla all’interno di un partito.
Per molti anni ho esercitato la professione di avvocato, specializzandomi in diritto internazionale e lavorando anche all’estero. Da dodici anni siedo in Parlamento, dove ho ricoperto l’incarico di Presidente di Commissione e di Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Ministero quest’ultimo che di fatto è quello dove si scrivono i testi di legge.
Posso dire serenamente di essere una giurista prestata alla politica. Nelle istituzioni ho sempre fatto quello che sapevo fare, ed anche ora che sono nella Commissione parlamentare Affari Costituzionali il mio contributo è del medesimo tipo.
Poi naturalmente essendo diventata anche televisiva in qualche modo mi sono politicizzata, non rimanendo aderente solo al mio ruolo tecnico.
Ci sono delle persone che si stanno riavvicinando a noi e che io non considero assolutamente dei traditori.
Elezioni in vista, cominciano le grandi manovre. I sondaggi danno la nave di Renzi in cattive acque e molti topolini pensano di lasciare la stiva del transatlantico PD cercando nuove cambuse nelle quali fare la propria tana. Li imbarcherete tutti, in nome del vincere ad ogni costo, oppure farete ad ogni livello amministrativo un’ attenta e precisa selezione tra meritevoli ed opportunisti di ritorno?
Questa domanda lei dovrebbe porla a chi prende queste decisioni: la ringrazio molto per la fiducia che ripone in me, ma non sono io a decidere le candidature, né amministrative né politiche. Certamente a me non piacciono i partiti lavatrice, quei partiti cioè che prendono persone che si sono macchiate di tradimento, gli danno una bella risciacquata e li fanno tornare nel partito come se nulla fosse.
Ci sono delle persone che si stanno riavvicinando a noi e che io non considero assolutamente dei traditori. Sono persone che probabilmente hanno solo sbagliato la propria analisi politica e che si sono fidate di un governo che atti di centrodestra alla fine non ne ha fatti. Sono persone che oggi capiscono che il progetto moderato di Silvio Berlusconi è un progetto aggregante; queste persone per me vanno accolte.
Parliamoci chiaro, con questa legge elettorale vince chi raggiunge il 40%, anche se a quella soglia non c’è un vero e proprio premio di coalizione. Qual è l’unica coalizione che può raggiungere questo traguardo? Noi. Già oggi insieme alla Lega ed a Fratelli d’Italia siamo stimati al 37%. Noi pensiamo di crescere ancora come Forza Italia e se si aggiungono delle forze politiche moderate di centro che ci consentono di arrivare al 40%… per me ben vengano! A me interessa il risultato, il risultato che porterà il centrodestra al governo del Paese.
Ius Soli no. No perchè prima di tutto non è un vero ius soli, ma è un pastrocchio.
IUS SOLI : SI perché… IUS SOLI: NO perchè…
Ius Soli no. No perchè prima di tutto non è un vero ius soli, ma è un pastrocchio. Si tratta di un mix di elementi differenti che appartengono sia al tema ius soli sia al tema ius culturae. Dico no perchè questa è una proposta di legge che parte dai bambini, strumentalizzandoli, per arrivare ai genitori.
Mi spiego meglio. Il nostro è un Paese civilissimo, dove un bambino figlio di persone immigrate non regolari comunque ha le garanzie che hanno tutti gli altri bambini.
Ad esempio mai gli verrà negato il diritto alla salute. Dirò di più, un bambino che nasce in Italia figlio di due immigrati regolari, diventa immediatamente cittadino italiano. Ma la proposta conosciuta con il titolo Ius Soli cosa dice? Dice che se un bambino è figlio di una persona che ha il permesso di soggiorno e di una persona che invece il permesso non l’ha, se nasce in Italia è comunque cittadino italiano.
Allora io le chiedo? In questo caso cosa succederebbe a quel genitore irregolare? Qualcuno potrebbe mai pensare di separarlo dal figlio? No. Ed ecco che allora, di riflesso, verrebbe immediatamente regolarizzato. Ed a me questo non sta bene.
Piuttosto sarei disponibile a discutere uno Ius Soli come quello che esiste negli Stati Uniti. Caso pratico. Se io andassi a partorire mia figlia negli USA, io non potrei trattenermi negli Stati Uniti. Lei sarebbe cittadina americana, ma io non potrei rimanere laggiù, dovrei tornarmene a casa.
Noi abbiamo già in Italia un sistema equilibrato, un sistema che garantisce tutti e che stabilisce che chi vuole raggiungere la cittadinanza, a diciotto anni può chiederla. E la può ottenere come atto finale di un percorso; la cittadinanza non può essere un semplice atto amministrativo, deve essere il compimento di un percorso.
Nel settembre di quest’anno Jamie Dimon, Ceo di Jp Morgan, ha dichiarato ad una conferenza organizzata da Barclays: il Bitcoin non è altro che una frode, destinata a fare una brutta fine. Per contro da pochissimi giorni è possibile scambiare futures basati sui bitcoin alla borsa di Chicago (CBOE). Una moneta svincolata da uno Stato emittente è, a suo avviso, il futuro che avanza oppure una crepa nel sistema economico che viene definito comunemente capitalismo?
Guardi, da liberale io vedo delle positività. Le faccio un esempio. Pensi a tutte le persone nel mondo che non possono avere un conto corrente. Per gestire i bitcoin basta un telefonino e non serve un conto corrente. In Africa ad esempio pochi hanno il conto, ma moltissimi hanno un cellulare. Potenzialmente queste persone possono utilizzare una moneta. A mio avviso il bitcoin ha una potenzialità pazzesca. Vedo anche delle criticità, ad esempio il fatto che le transazioni sono anonime e questo potrebbe favorire il trasferimento di capitali tra soggetti ambigui. Allora mi chiedo: come mai gli Stati ed i Parlamenti non si stanno attrezzando e non stanno discutendo di questo tema?
Io mi stupisco del fatto che il Parlamento italiano perde a volte tempo a discutere di cose che risalgono all’ottocento e mai (nè in aula né in commissione) ha messo all’ordine del giorno l’analisi del tema bitcoin. Io sono una competitrice virtuosa e se vedo una cosa che ha delle potenzialità e delle criticità, penso di avere il dovere come legislatore di valutarla ed analizzarla.
Quando saremo in maggioranza lo faremo.
Questo è l’impegno primario che dovrebbe avere la politica: aumentare il tasso di occupazione degli adulti e dare una prospettiva ai più giovani.
Lei sta per diventare mamma; che Italia troverà sua figlia? Le prospettive non sono particolarmente felici per le future generazioni. Un mercato del lavoro precario e contratto, una previdenza più utopica che incerta, una fiscalità oppressiva, eccetera eccetera. Se ha deciso di mettere al mondo una nuova vita è evidente che non le manca comunque la fiducia nel futuro. Sbaglio?
No, non si sbaglia. Io sono ottimista di natura. Comprendo benissimo i giovani italiani perché a loro manca una cosa, una cosa che la mia generazione è stata l’ultima ad avere: il senso della prospettiva. Quando ho iniziato a lavorare come giovane avvocato ero sottopagata, lavoravo venti ore al giorno, non potevo comprarmi niente. Però avevo il sogno. Mi dicevo: io oggi faccio un sacrificio perchè un giorno sarò un grande avvocato. E così è successo.
Invece ai ragazzi di oggi è stato negato questo sogno. Magari si impegnano ed un lavoro lo trovano, però il sogno e la prospettiva non ci sono. Dobbiamo impegnarci per ridare ai nostri ragazzi la prospettiva, il lavoro ed il sogno di poter crescere e di potersi migliorare.
Questo è l’impegno primario che dovrebbe avere la politica: aumentare il tasso di occupazione degli adulti e dare una prospettiva ai più giovani. Su queste cose si dovrebbero misurare i governi. Non voglio buttarla in politica, ma con questo governo la fuga dei cervelli verso l’estero è cresciuta ed il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto. Sarà nostro dovere, se andremo al governo, invertire questo trend.
abbiamo il dovere di riportare al governo il centrodestra e quindi dobbiamo mettere da parte le competizioni interne e vincere tutti insieme.
Forza Italia ancora una volta si getterà nell’agone elettorale in compagnia di due partiti alleati, la Lega (non più Nord) e Fratelli d’Italia. Ma questa volta ci sarà una grossa incognita. La Lega potrebbe insidiare la vostra sinora indiscussa supremazia interna nella coalizione. Siete pronti ad interpretare il ruolo non più di padri ma di semplici fratelli maggiori?
Non mi sembra che i sondaggi diano questa indicazione. Mi sembra che dicano il contrario. Dicono che Forza Italia è il primo partito della coalizione e che siamo destinati a crescere. Sono bastate poche apparizioni di Silvio Berlusconi per farci crescere in questi giorni di diversi punti; sono convinta che con Berlusconi in campo potremmo crescere di quindici punti percentuali. E’ già accaduto, se non ricordo male l’ultima volta eravamo all’11% e poi lui ci ha portati al 26%. La sua discesa in campo è fondamentale e noi saremo comunque il primo partito della coalizione.
Io ho un ottimo rapporto con Salvini, che rispetto, così come con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, e so che tutti quanti abbiamo il medesimo obiettivo. Raggiungere insieme il 40%, pur ottimizzando al massimo il risultato del proprio partito. Quel 40% ci porterà a governare; riportare al governo il centrodestra è l’importante, non vedere chi è più bravo tra di noi. E’ una grossa responsabilità che mi fa dire che certamente si chiuderanno tutti gli accordi, a cominciare da quello sul programma.
Certo a nessuno dei partiti della coalizione piace solo partecipare, vorremmo tutti vincere. Ma abbiamo il dovere di riportare al governo il centrodestra e quindi dobbiamo mettere da parte le competizioni interne e vincere tutti insieme.
Non le chiedo se suo marito, parlamentare del Partito Democratico, inizia ad essere preoccupato in vista delle prossime elezioni. Lei considera più deleterio per il nostro Paese un possibile ulteriore governo PD oppure un possibile governo a 5 Stelle?
Troverei deludenti entrambe le situazioni, ma sono certa che al governo andremo noi. Se lei mi chiede qual è il programma che più mi fa paura, ad esempio parlando di economia, le rispondo che pur trovando il programma del PD assolutamente non condivisibile, temo molto di più quello dei 5 Stelle. Perché il loro è un programma che vuole massacrare la classe media, un programma che porterebbe davvero un danno gravissimo all’economia italiana.
Ho l’impressione che l’Italia, paese fondatore della Comunità Europea, conti oltre confine come il due di spade con briscola bastoni. Cosa possiamo fare per recuperare in Europa un ruolo di maggior peso politico?
Sono assolutamente d’accordo con lei. Lo abbiamo visto chiaramente, e non soltanto nella recente vicenda EMA (Agenzia Europea del Farmaco ndr), ma anche su temi più pesanti come la politica dell’immigrazione. Si firma un accordo studiato da Germania e Turchia, nell’interesse della Germania, e poi di fatto della vicenda immigrazione nel Mediterraneo non ci si occupa più. Il Regolamento di Dublino che andava modificato non viene variato in alcun modo, la questione della flessibilità non viene presa in considerazione… Io credo che in questo momento l’Italia venga trattata come il fanalino di coda.
Come cambiare tutto questo? Bisogna fare come fece Berlusconi; da una parte portare idee innovative e dall’altra non piegarsi firmando supinamente tutti gli accordi che ci vengono sottoposti.
Io mi ricordo bene di quelli che facevano i sorrisini ironici quando Berlusconi posava a modo suo nelle foto di gruppo o portava in regalo le cravatte. Sorridevano, ma non capivano quanto invece fossero (e sono) importanti anche i rapporti umani.
La presenza del Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri a determinati incontri è importantissima, invece in passato (e con questo governo in particolare) certe trattative chiave sono state delegate dai politici ai tecnici. Tecnici preparatissimi fino che si vuole, ma certi passaggi vanno vissuti dai politici, sono loro che devono avere la responsabilità e la capacità di impegnarsi in prima persona.
Per risalire la china c’è tanto da fare.
Silvio Berlusconi is back! Un ritorno apprezzato da molti ma anche accompagnato da perplessità e svariate raffigurazioni satiriche. Se rimaniamo in campo cinematografico mi vengono in mente i meme che lo raffigurano sulle locandine de Il ritorno della Mummia o The Revenant. Perché secondo lei, nonostante tutto, il Cavaliere è ancora credibile e vincente?
Quando vedo in giro queste raffigurazioni, questi tentativi di ironizzare, capisco ancora di più quanto siamo vincenti, quanto numerosi sono coloro che hanno paura del ritorno di Berlusconi.
Ma Berlusconi non se ne è mai andato! Quali sono le tre caratteristiche vincenti di Berlusconi? Uno: è un innovatore, lui anticipa sempre tutto. Prendiamo ad esempio la questione della flat tax. Spesso sono invitata in televisione per spiegarla e sento un sacco di economisti che fanno obiezioni. La verità è che questa forma di tassazione funziona già in sessanta paesi e che adesso addirittura Trump negli Stati Uniti di fatto sta tornando ad applicarla. Berlusconi ha intuito che i tempi sono maturi per una detassazione fortissima, perché lui ha la capacità di intuire e disegnare i programmi del futuro.
Due: ha doti politiche che nessuno nel centrosinistra ha. E’ un leader che unisce. Lo vede bene anche lei, sta ricostruendo il centro, riunisce le persone, perdona e non personalizza mai. Anche nei confronti di chi ne ha fatta qualcuna di troppo, pur potendo recriminare, non lo fa. A sinistra la musica è diversa, Renzi è divisivo e si accapigliano l’uno con l’altro.
Tre: è rassicurante. Berlusconi sa che il messaggio politico deve essere anche un messaggio rassicurante, ed ha ragione. Perchè i messaggi violenti, antisistema, sono messaggi destabilizzanti che agli italiani non piacciono. Gli italiani sono gente di buonsenso, persone moderate a cui gli eccessi non piacciono.
Per quanto lui si ritenga un highlander di quarant’anni, il fattore età non gioca a suo favore.
Questa è un’osservazione che voi giornalisti mi fate spesso. Io rispondo sempre così: mi sento un po’ come il direttore commerciale della Coca Cola a cui viene detto “la Coca Cola è da un sacco di anni sul mercato, perchè non puntate su una bibita nuova?” Eh no, visto che è la bevanda più bevuta al mondo ed è considerata la migliore…io non la cambio!
Penso che ci siamo intesi…
Grazie per la disponibilità Laura Ravetto buon lavoro e buona vita.