Four more years!

Four more years!

foto di copertina Pentaphoto/M.Trovati – www.fisi.org

Four More Years! E’ l’incitamento che i delegati alle convention presidenziali USA rivolgono in coro ritmandolo a voce alta, al Presidente degli Stati Uniti che si ricandida per un altro mandato… In FISI ci siamo andati vicini…

Nel novembre dello scorso anno sulle nostre pagine abbiamo pubblicato una lunga intervista a Flavio Roda, il Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali. ( http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2017/11/23/il-mio-presidente/26306/ ).

Oltre ad approfondire la conoscenza con Flavio Roda, abbiamo tracciato una sorta di consuntivo dei due mandati presidenziali che stava andando a chiudere, a ridosso delle allora vicine Olimpiadi coreane di Pyeongchang.

Ad aprile di quest’anno Roda si è candidato nuovamente alla Presidenza FISI, sfidando altri competitori ed il quorum del 55%, da superare per ottenere un terzo mandato consecutivo.

Flavio Roda è uscito nuovamente vincente dalla tornata elettorale ed oggi lo incontriamo per fare il bilancio di previsione del suo prossimo quadriennio alla guida della FISI.

In un’elezione che richiedeva il superamento dell’impegnativo quorum del 55% lei ha raccolto un consenso pari al 79,10%. Un plebiscito, quasi un’ elezione per acclamazione. Mi devo rivolgere a lei chiamandola Flavio Roda Imperatore oppure posso chiamarla ancora semplicemente Presidente

Penso che potrebbe chiamarmi semplicemente Flavio; le persone non cambiano a seconda dei risultati elettorali delle elezioni. Certo sono soddisfatto, nemmeno io pensavo di poter raggiungere un consenso elettorale così elevato.

I numeri sono importanti, anche in considerazione del fatto che questa volta i delegati erano presenti di persona come non mai; le deleghe non erano tante, erano invece presenti tanti presidenti di sci club, tecnici ed allenatori. Questa presenza e questo consenso ripagano per tutto il lavoro che è stato fatto.

Assemblea Nazionale FISI. Consiglio federale . Milano, 21 aprile 2018 Photo: MarcoTrovati/Pentaphoto

Nelle piattaforme programmatiche dei suoi competitors ha trovato qualche spunto interessante che meriterebbe di essere preso in considerazione dal nuovo Consiglio Federale?

Voglio essere chiaro e sincero: le cose che più mi hanno colpito sono quelle che non mi sono piaciute, piuttosto che quelle positive. Prima della tornata elettorale ci sono state delle cattiverie (in particolare modo sui social), dirette oltre che alla persona alla Federazione. Quando si affronta una competizione elettorale bisogna avere prima di tutto correttezza, sia nel proporre il proprio pensiero sia nell’esporre le critiche, che dovrebbero essere costruttive. Quando invece le critiche sono sprezzanti e cariche di odio, a me da molta noia. Io non nutro invidia oppure odio verso nessuno, ma se devo dire una cosa la dico, in quanto sono molto determinato. Non la dico sui social (in effetti io sui social non ci sono, non ho Facebook o altro) ma comunque la dico, schiettamente ed in modo diretto.

Indicazioni positive? A dire il vero grossi spunti non ne ho ricevuti, ma credo che gli elettori ne abbiano avuti ancora meno di me.

Mi consenta di vestire l’abito dell’avvocato del diavolo. Ci sono due scenari, a mio avviso, su cui bisognerebbe fare una seria riflessione. Affrontiamoli uno alla volta. Prima nota stonata: una sola presenza femminile all’interno del Consiglio Federale (l’ex fondista Gabriella Paruzzi, peraltro eletta nelle fila degli atleti e non tra i cosiddetti consiglieri laici). Non le sembra che sia una quota rosa troppo modesta?

Guardi io siedo anche nella Giunta del CONI e nel Consiglio della FIS (Federazione Internazionale Sci – ndr) e posso dire che questi consessi rispecchiano il nostro Consiglio Federale FISI. Il mondo dello sport è questo. Pensi che nel Consiglio del CONI (che racchiude i presidenti delle Federazioni, di Associazioni ed Enti di Promozione) su cento e rotti componenti c’è una sola donna eletta. Nella Giunta del CONI le donne sono solo due, nella FIS è anche peggio, c’è solo la rappresentante degli atleti di sesso femminile.

Il mondo femminile non è tanto rappresentato nei vertici istituzionali, come d’altronde non lo è nelle istituzioni locali, negli sci club e nei comitati regionali. Qui non si tratta di quote rosa, anche perché il posto ognuno deve guadagnarselo e non deve averlo calato dall’alto, in quanto maschio o femmina. Ci sono moltissime donne che sarebbero in grado di ricoprire al meglio ruoli di altissimo livello, ma il nostro sistema sportivo, tradizionalmente, ha sempre visto la presenza maschile come egemonica.

La tendenza va cambiata, ma anche le donne devono essere pronte a farsi avanti, a farsi strada, devono conquistarsi un ruolo.

Secondo spunto di riflessione. L’età media dei consiglieri laici eletti è di 65 anni. Siamo d’accordo sul fatto che l’esperienza sia una qualità e rappresenti spesso un plus, ma forse sarebbe il caso di avviare un progressivo ricambio generazionale. Cosa ne pensa?

Sicuramente. Ma il ragionamento è sempre in sintonia con quanto le dicevo riguardo le quote rosa. Devono essere i giovani a farsi largo. Io penso che ci sia la possibilità di ringiovanire l’organizzazione, però lei deve tenere presente anche un importante aspetto della questione, l’altra faccia della medaglia. Per fare un certo tipo di attività in Federazione e per fare il presidente della Federazione, bisogna dedicare tantissimo tempo al lavoro. Bisogna dimenticare la famiglia, dimenticare il proprio tempo libero, dimenticare molte delle opportunità che i giovani amano vivere. E’ giusto che un ragazzo limiti fortemente il vivere la propria vita, il proprio svago per dedicarsi a tempo pieno ad una professione che chiede un impegno di tempo elevatissimo?

E’ molto difficile abbinare vita privata e vita professionale ricoprendo determinati ruoli. Io ho fatto l’allenatore per quasi trent’anni, per me le feste comandate ed i sabati e le domeniche non esistevano; io adesso ho due figlie grandi e posso dire di non averle viste crescere. E questa è una cosa che a me pesa. E’ un fatto abbastanza naturale che un giovane preferisca vivere la propria vita piuttosto che sacrificarsi in un comitato regionale oppure in una federazione.

Noi non forziamo nessuno, ma se un giovane volesse fare questa scelta nessuna porta è chiusa, l’importante è che sia conscio che i sacrifici saranno tanti, tantissimi.

Val Senales 14/04/2018, Fisi in Tour, Photo by Gabriele Facciotti, Pentaphoto

Parliamo di sci alpino. Nella stagione 2017-2018 di FIS Ski World Cup abbiamo portato a casa complessivamente 26 piazzamenti da podio. 7 vittorie, 10 secondi posti e 9 terzi posti. Le nostre ragazze hanno raccolto 21 medaglie, i ragazzi solo 5. Da tecnico e da presidente, cosa non ha funzionato in campo maschile?

Non cosa … il campo maschile non ha funzionato! E’ una cosa che dispiace molto perché invece l’anno precedente gli uomini si erano distinti in diverse specialità. Quest’anno invece in slalom hanno fatto davvero una grande fatica; l’anno prima invece avevamo avuto grandi soddisfazioni da parte di Manfred Moelgg e di Gross. Il gigante (in difficoltà anche l’anno precedente) quest’anno ha sofferto ancora di più. Ma non perché non ci siano atleti all’altezza; forse sono state sbagliate alcune scelte, non si è data continuità a ragazzi che meritavano una seconda chance ed invece dopo la Coppa del Mondo sono stati rimandati in circuiti minori.

La discesa ha sofferto anche perché si sono riscontrati problemini a livello fisico. I risultati non ci sono stati, però il settore maschile non è quello che abbiamo visto in questa stagione, il settore maschile è decisamente più vivo di quanto si pensi. Vogliamo capire cosa non ha funzionato, vogliamo porre maggiore attenzione e rimediare a questa situazione.

Olimpiadi Coreane. Complessivamente 10 medaglie per l’Italia (3 ori – 2 argenti – 5 bronzi). Il primo oro nello snowboard con Michela Moioli, l’exploit del ciclone Goggia in discesa libera. E poi Pellegrino, Windisch, Vittozzi, Wierer, Hofer, Brignone. Post Olimpiadi due belle Coppe di Cristallo con il terribile duo bergamasco Goggia-Moioli, Silvia Bertagna vince la Coppa del Mondo di BigAir Freestyle, Valentina Greggio e Simone Origone vincono la Coppa del Mondo di Sci di Velocità (ex Chilometro Lanciato).

Si aspettava un regalo di fine secondo mandato così luccicante?

Questo fine stagione è stato un momento importante. Riguardo le medaglie io pensavo a qualcosina in più rispetto a quanto abbiamo portato a casa. Nella discesa maschile io avrei scommesso ad occhi chiusi su una medaglia e ci siamo andati vicini con un quinto ed un sesto posto. Io ero convintissimo, avrei scommesso senza alcun dubbio… ed avrei perso!

Molto importanti i risultati che sono arrivati dalle piste di snowboard; la squadra di snow è andata tutta fortissimo. La Moioli tra medaglia e Coppa si è messa in grande evidenza ma in generale sono andati tutti forte. Alle Olimpiadi nello snowboard potevamo portare a casa qualcosa in più. Il biathlon sta funzionando molto bene, i risultati ci sono. Pellegrino ha vinto un bellissimo argento in un format che non è il suo, non particolarmente adatto ad uno sprinter con le sue caratteristiche. Alla fine posso dire che sono state belle Olimpiadi, nelle quali però potevamo ottenere di più.

Il fine stagione di Coppa è stato davvero gratificante, in quanto in varie discipline si è ottenuto un risultato di prestigio, anche in discipline non olimpiche e questo è molto importante.

Nel corso del primo mandato lei è salito sul vascello FISI con pece e catrame ed ha iniziato a tappare le falle dello scafo. Il secondo quadriennio ha visto Flavio Roda varare la nave ed iniziare a farla navigare in sicurezza. Questo terzo mandato dovrebbe essere un mandato di indirizzo; sestante alla mano, che rotta vuole tracciare per la Federazione del domani?

Premetto che queste elezioni hanno un po’ interrotto la nostra attività, in particolare modo la formazione dei gruppi di lavoro delle squadre e questo ci fa un po’ penare e ci mette in difficolta, dobbiamo recuperare un mese di programmazione che ci è venuto a mancare.

Oggi è arrivato il momento di investire. Abbiamo fatto un percorso impegnativo caratterizzato da scelte difficili, abbiamo dovuto fare grandi risparmi. In alcuni momenti è stato necessario dire no a progetti di sviluppo della nostra attività proprio perché non avevamo le risorse ed avevamo una situazione finanziaria che poteva far collassare definitivamente la Federazione.

Oggi la Federazione è in sicurezza e pertanto (mantenendo i conti in ordine con molta cautela) possiamo investire. Continueremo ad investire sugli atleti di alto livello (non abbiamo mai smesso di farlo) e saremo molto più vicini ai comitati regionali per lo sviluppo dell’attività giovanile e degli sci club. Questo è l’indirizzo primo per i prossimi quattro anni; e con altrettanta determinazione investiremo in quelle discipline che hanno un reclutamento modesto. Collaboreremo con le realtà locali per allargare la base degli atleti.

Domenica prossima inizierà in Grecia il 51° Congresso elettivo della Federazione Internazionale Sci. Flavio Roda è uno dei diciotto candidati al Consiglio. Quanto pesa a livello internazionale la FISI e quanto in seno al CONI?

Negli ultimi quattro-cinque anni la FISI ha rafforzato sia nella FIS sia nel CONI la propria presenza. Nella FIS eravamo arrivati a non avere (per motivi personali di chi ha rappresentato il passato) alcun rappresentante in Consiglio e questo era un problema. Quando manca un rappresentante in un organismo così strategico poi si paga un prezzo: vengono meno le assegnazioni di nuove competizioni internazionali e si rischia di perdere quelle abitualmente disputate. Bisogna sempre essere pronti e presenti. Abbiamo visto quanto impegnativa è stata la scelta di Cortina per i Mondiali. E’ stato necessario fare un lavoro di tessitura politica; siamo arrivati chiedere che nessuna altra località si candidasse per lasciare la strada libera alla nostra Cortina. Abbiamo fatto un grande lavoro per evitare la candidatura di altri Paesi essendo così sicuri al 100% dell’assegnazione. Non è forse molto corretto… infatti il Presidente della FIS Gian Franco Kasper mi ha anche ripreso… però è stato funzionale. Era la quinta candidatura di Cortina, questa volta dovevamo portarla a casa ad ogni costo.

Siamo la nazione che ospita in assoluto il maggior numero di competizioni internazionali, ed in ogni disciplina siamo presenti. Nel complesso abbiamo fatto un grande lavoro, certificato dall’ottenimento dei Mondiali di Biathlon che si disputeranno ad Anterselva nel 2020, l’anno prossimo in Val di Fassa si correranno i Mondiali di Sci Alpino Junior. Siamo tornati ad avere il peso che meritiamo, essendo insieme alla Federazione Austriaca la più importante Federazione della FIS.

All’interno del CONI erano decenni che la FISI contava poco o niente. La nostra Federazione è sempre stata un po’ in contrasto con il CONI e questo penso sia stato uno dei grandi errori del passato. Il CONI è la Federazione delle Federazioni, attorno al CONI ruota tutto lo sport nazionale. Non aveva senso andare controvento. Già il fatto che la nostra sede è a Milano e quindi lontana dal palazzo, dal centro di potere del CONI era uno svantaggio, se poi ci si metteva in una posizione di contrasto, bene non si poteva andare.

Il ricucire un rapporto sinergico con il CONI è stata una delle prime cose che ho fatto, mi ero anche candidato in Giunta anni fa; ho ottenuto pochissimi voti ma era logico, dovevamo fare ancora tanta strada. Nel corso dell’ultima tornata elettorale sono stato eletto in Giunta e questo è stato un grande riconoscimento per la FISI. Ora sia nella FIS sia nel CONI siamo rappresentati ed ascoltati, e questo è molto importante per la pianificazione e per lo svolgimento delle nostre attività.

Ho fatto un piccolo sondaggio informale e garantito dall’anonimato tra diversi atleti azzurri della sua Federazione. Lo sa che lei (indipendentemente dal suo incarico di comandante in capo) è considerato un uomo piacevole e simpatico? Non è cosa troppo frequente, mi creda. Anzi, di norma il potere genera invidie ed antipatie.

Mi fa piacere. Io di norma sono a disposizione di tutti, ascolto tutti e rispondo a tutti, pur essendo comunque molto determinato. So di non avere un carattere molto facile. Quando si assumono determinate responsabilità bisogna essere molto fermi, sia verso se stessi sia verso gli altri. Non si può sempre dire si a tutto ed a tutti.

Una cosa è certa, come lo facevo da tecnico anche da presidente gli atleti cerco di difenderli in ogni modo. E cerco di farlo a maggior ragione nei momenti per loro più difficili, quando sbagliano. Un atleta che ha successo si fortifica da solo, non ha bisogno che gli si faccia scudo. Quando si va forte, quando si vince, i problemi non esistono. E’ quando sono fuori forma, quando non vanno, quando fanno errori, che vanno difesi. Bisogna avere il coraggio di stargli accanto, aiutandoli a tornare al livello che meritano.

Io ho riscontrato una simpatia di fondo per lei, un feeling spontaneo.

Non so cosa dirle. Quando mi chiamano, io rispondo. Tanti mi chiamano in segreteria, alcuni al cellulare, altri mi mandano un messaggio. Io rispondo sempre. Non certo per scavalcare gli allenatori ed tecnici… ci mancherebbe altro. Gli atleti a volte hanno bisogno di una parola, di un consiglio, ed il fatto che mi chiamino è lusinghiero. Loro sanno che io nel bene e nel male dico quello che penso; un “bravo” oppure un “hai fatto davvero una fesseria”…

Stiamo vivendo una crisi politica ed istituzionale mai vista prima nei settanta anni della vita repubblicana. Ci sono opere pubbliche e progetti in itinere che necessitano di una controparte politica di governo salda e ben determinata. Mi viene in mente Cortina 2021. Lei è preoccupato?

Non seguo moltissimo la politica anche perché ho poco tempo. Per come sono fatto io la politica attualmente ha un limite. A me piace fare, anche sbagliando. Mi piace decidere con attenzione ma anche velocemente. Non dormo troppo sui progetti e sulle scelte da fare. Anzi…

Invece, in particolare modo in questo momento, la politica sta un po’ giocando; tutti molto bravi a parole, tutti vogliono ritagliarsi un ruolo proprio, ma nei fatti la concretezza manca. Questo dispiace molto perché le persone comuni come me hanno bisogno di una guida, dell’indicazione di una strada da percorrere. Momenti di sbandamento come quelli che stiamo vivendo piano piano erodono la fiducia delle persone nelle Istituzioni. Evapora la credibilità delle Istituzioni.

I politici si stanno facendo male da soli; la loro credibilità diminuisce giorno per giorno. Non sono io a dover dare un consiglio ai politici, però fossi in loro penserei molto allo stato attuale della nostra nazione. All’estero, dove sono spesso, non raccogliamo grande stima, siamo considerati strani, poco lineari, troppo ballerini. Siamo andati votare, abbiamo un gran bisogno di un governo e ci sentiamo dire che tra un mese forse si voterà di nuovo: fa un po’ male.

Grazie Presidente Roda. Buon lavoro e buona vita.

Val Senales 14/04/2018, Fisi in Tour, Photo by Gabriele Facciotti, Pentaphoto

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