Nasche lughe

Nasche lughe

Dopo averli ascoltati di recente dal vivo a Cagliari (ne parleremo in seguito in modo più approfondito) ho detto a me stesso che mai li avrei intervistati. Io vivo a Milano nel grigio e nello smog, nel gelo invernale e nell’afa estiva, e loro invece in quel paradiso terrestre che si chiama Sardegna. Non esiste

Ed invece eccomi qui a parlare con loro. Come mai ho cambiato idea? Provate ad ascoltarli. Attivate questo link

Non si possono ignorare voci così eccezionali.

Loro sono i Kor Vocalensemble. Li ho conosciuti come detto a Cagliari, in occasione dell’11° Premio Andrea Parodi di World Music, pochi giorni fa. Hanno conquistato il Premio speciale assegnato dalla Giuria Internazionale, rimasta stregata dalla loro performance sul palco.

Ho il grande piacere di parlare con una delle componenti femminili del gruppo, Alice Madeddu.

Ho il grande piacere di parlare con una delle componenti femminili del gruppo, Alice Madeddu.

Ciao Alice. Sei stata eletta portavoce dell’intero Ensemble, quindi a te il piacere di presentarci brevemente tutti i componenti dei KOR; cominciano da te.

Ciao! Io sono Alice Madeddu e sono il soprano primo del gruppo, cioè la voce più acuta del nostro ensemble. Sono una cantante lirica ed ho iniziato la mia carriera proprio con la lirica; successivamente mi sono appassionata ad altri generi, ad esempio la world music, il musical, la musica leggera. Il mio è un percorso musicale crossover.

Il soprano secondo è Barbara Crisponi. Barbara è una cantante lirica ed una pianista. Ha una grandissima esperienza nel canto lirico in coro ed ha girato tutta l’Europa cantando su palcoscenici molto importanti. La sua radicata passione per la coralità è quella che poi accomuna tutti noi.

Caterina D’Angelo, contralto, una voce molto particolare, molto scura. Per voce scura si intende una voce con una timbrica particolare; è la voce che nel canto femminile più si avvicina alla voce maschile.

Manuel Cossu, baritono. Ha una voce scura con una grande estensione ed ha un percorso un po’ diverso da quello degli altri componenti dell’ensemble. Non ha studiato canto lirico e proviene dalla musica leggera. E’ un compositore ed un ottimo arrangiatore e si occupa dell’arrangiamento anche dei nostri pezzi, conoscendo molto bene le nostre voci. Lui, Barbara Crisponi ed Alessandro Porcu sono i nostri scrittori e compositori.

Alessandro Porcu, baritono, cantante lirico. Io, Barbara ed Alessandro ci siamo conosciuti in Conservatorio ed abbiamo fatto il nostro percorso di studi insieme ed oggi lavoriamo insieme nella formazione dei Kor.

(Per approfondire vi consiglio la visita del sito dei Kor – https://korvocalensemble.jimdo.com – ndr.)

Al Premio Andrea Parodi la composizione del team è stata leggermente diversa.

Esatto. Con noi hanno cantato due bravissime ragazze che hanno preso il posto di Barbara e Caterina che, per impegni diversi, non hanno potuto partecipare al Premio. Sono due ragazze che conosciamo bene, hanno già cantato con noi; Eva Pagella (la nostra voce scura al Parodi) e Valentina Lodi Rizzini, giovanissima studentessa di Medicina, che a soli ventuno anni ha sostituito la voce chiara da soprano di Barbara. Siamo felicissimi di averle coinvolte con noi in questa esperienza; inserirsi in un concorso all’ultimo momento non è facile e loro sono state davvero molto brave.

Avete vinto con pieno merito il Premio speciale della Critica Internazionale 2018; questo equivale al conseguimento di una laurea cum laude in world music. Cosa è per i KOR la world music?

Non è una definizione molto semplice da formulare, ciascuno vede la world music un pochino a modo suo. Il Premio Parodi ha rappresentato la prima nostra avventura nella world music; oltretutto in una competizione, vicino ad altri gruppi che hanno maggiore esperienza di noi nel genere e che possiamo definire “specializzati”. Il canto a cappella ci consente di toccare ambiti musicali molto diversi tra di loro. Abbiamo dei pezzi che possiamo certamente definire di world music, come quelli proposti al Premio Parodi 2018. Magari in sardo, rivisitati in chiave moderna, oppure pezzi tradizionali di altri paesi da noi rivisitati per quintetto vocale.

Per noi questo genere è un mix tra tradizione e musica moderna. E’ qualcosa di molto profondo, sia quando interpretiamo il nostro repertorio sardo sia quando riproponiamo il frutto della tradizione di altri paesi, cercando di farlo nostro. 

Quello che ci accomuna è la possibilità di potere utilizzare le sole voci come strumenti, unirle e creare qualcosa che per noi è speciale.

La vostra ensemble si esibisce esclusivamente a cappella, con il solo utilizzo della voce e senza strumenti musicali di accompagnamento. Desiderio segreto di apparire come quelli che… “lo famo strano” oppure una scelta culturale importante anche se di nicchia?

Ahahah.. lo famo strano; interessante!! Diciamo che si tratta di una scelta culturale, apparentemente di nicchia. Ci sono persone che seguono i gruppi di musica vocale, che ascoltano la musica vocale ed esistono gruppi molto famosi che hanno un grande seguito nel mondo. Quello che ci accomuna è la possibilità di potere utilizzare le sole voci come strumenti, unirle e creare qualcosa che per noi è speciale. Con la voce non solo si può cantare una melodia, ma la si può anche accompagnare, portando il suono della propria voce il più vicino possibile al suono di uno strumento musicale.

ALBORE

Nasche lughe…

Sa promissa ‘e su manzanu, ischimuzu tra sa fozasa

Unu timidu aluinu pianu si ispàlghede

Chi, tra golfu e promontoriu, bestit s’isula de frina,

accompagnada s’albore unu pallidu carignu…

Chelos biaittoso e indoradoso supra sas pianasa brujadasa

E unu alenu antigu movede sos ratos de sas alvurese,

Nasche lughe dae una istinchidda,

in s’invanimentu de sa notte

Sa promissa ‘e su manzanu si iscobiat supra una terra accomodada

Comente un’istiga…

Chelos biaittoso e indoradoso e unu antigu contu de abba e bentu…

Nasche lughe sacra e profana,

dae su silentziu s’albore a da ispuntare…

sa promissa ‘e su manzanu faghede bidere pianu

unu timidu ispiragliu, e mi pare de essere in domo…

e mi sento a casa.

Bene se volevate farmi sentire nostalgia della Sardegna, ci siete riusciti. Quanto è influenzata la vostra musica da questa antica isola e qual è il vostro rapporto con la lingua sarda, o meglio con LE lingue sarde?

Il rapporto con la nostra isola è molto, molto, molto importante. Il pezzo che Manuel ha scritto è dedicato alla nostra terra. Non è semplice per un gruppo come il nostro lavorare in Sardegna, perché comunque siamo su un’isola e questo comporta limitazioni di vario genere. Tante volte ci siamo detti: “trasferiamoci e lavoriamo da qualche altra parte”. Però non ci riusciamo. E credo che lo si capisca anche dall’ascolto della nostra musica che è piena delle nostre tradizioni, dei nostri paesaggi, dei nostri profumi.

Parliamo delle nostre lingue; LE lingue sarde. Alcuni di noi sono nati e cresciuti a Cagliari, in città, e purtroppo non tutti sappiamo parlare il sardo. Lo capiamo, lo sappiamo pronunciare, lo cantiamo, però a casa normalmente non lo parliamo. I nostri nonni ed i nostri genitori lo parlano fluentemente, mentre noi apparteniamo a quella generazione che purtroppo il sardo non lo parla. Almeno noi cagliaritani, noi cittadini. Ho diversi amici coetanei che il sardo lo parlano, ma provengono dall’interno della Sardegna, da paesi dove la lingua madre si parla ancora. Nelle città non è più così.

non basta essere artisti, è necessario anche sapere essere imprenditori.

Quando ci si confronta con la musica comunemente detta “colta” puntualmente (sempre) salta fuori il somarello che si sente in dovere di precisare che “con la cultura non si mangia”. E’ probabile che con il canto a cappella in sardo difficilmente si supereranno gli incassi fatti negli anni d’oro dai Pink Floyd, ma si riesce comunque a garantirsi un adeguato tenore di vita ed a coltivare la propria passione? 

Temo anch’io che non raggiungeremo il fatturato dei Pink Floyd! E’ molto difficile riuscire a mantenersi con il solo lavoro dei KOR. Infatti alcuni di noi hanno anche altri lavori, sempre in ambito musicale; siamo tutti musicisti ed in questo ambito svolgiamo diverse attività. Non è facile, ma noi siamo dei sognatori che non abbandonano il proprio sogno e seguiamo la nostra strada; è una scelta di vita. Dobbiamo fare delle rinunce, ma siamo fermamente convinti di quanto facciamo e vogliamo portare avanti questo lavoro. Comunque si può vivere, abbinando i frutti del gruppo vocale alle altre nostre attività musicali, si vive più che dignitosamente. Con la sola ensemble vocale sarebbe complicato.

Bisogna sapersi muovere, proporre collaborazioni, tenere i contatti ben vivi anche al di fuori della nostra terra: non basta essere artisti, è necessario anche sapere essere imprenditori.

Senti Alice, qui non ci ascolta nessuno…sii sincera. Quando ti riguardi la famosissima scena tratta da Amici Miei con “i 5 Madrigalisti Moderni”, sorridi o borbotti infastidita?

Assolutamente sorrido! Sorrido perché sono stati geniali. Conosco l’ambiente dei concorsi di musica vocale, di musica corale e sono veramente molto seri. Serissimi. Sono li ad ascoltarti con il diapason, scrutano il tuo modo di vestirti, che deve essere sempre molto elegante ed austero. Viene osservato il tuo portamento, è importante la compostezza del corpo, non bisogna muoversi, in particolare nella polifonia sacra. L’ambiente è questo. Vedere i “5 Madrigalisti Moderni” salire sul palco così seri… è una presa in giro ma è fatta bene, è divertente. Cantano anche bene…

Non mi offendo assolutamente, conosco l’ambiente… A quei concorsi si arriva sempre abbastanza nervosi e vedere una soluzione comica come questa mi fa sorridere di gusto.

La vostra attività è maggiormente apprezzata in Italia oppure all’estero?

Siamo apprezzati sia in Italia sia all’estero. All’estero forse siamo più conosciuti. In Europa, soprattutto nel nord Europa, la musica vocale fa parte della quotidianità. Si ascolta e si pratica ampiamente anche nelle scuole. In certi paesi stranieri sono più abituati di noi ad ascoltare i cori ed i gruppi vocali, e quando ascoltano brani derivanti da tradizioni diverse sono sempre molto attenti e ben disposti all’ascolto.

In Italia il nostro modo di cantare incuriosisce, perché il canto a cappella non è molto diffuso. In Italia tradizionalmente la musica vocale richiama l’idea del coro. Il coro che canta in chiesa, il coro alpino, il coro tradizionale. Il gruppo vocale, più piccolo, con le voci che giocano come fossero degli strumenti musicali, è meno consueto. E’ una musica che ha fatto anche la sua comparsa a Sanremo, con i Neri per Caso. Il genere è quello poi lo si può rendere più classico, più pop, più swing… ma il genere è quello.

I KOR salgono in macchina; accendono lo stereo di bordo, lo collegano con il cellulare di Alice e dalla sua playlist personale iniziano a sentirsi….?

Iniziano sentirsi i musical (sono proprio appassionata); dalla Disney a Andrew Lloyd Webber a West Side Story. Poi ascolto musica vocale, i Swingle Singers sono i miei preferiti e poi musica pop, quella che si sente in radio, da Ed Sheeran ai Cranberries.

Dal device di qualcuno di voi c’è il rischio che parta la trap italiana?

No, penso di no. Siamo tutti lontani dal qual genere. La trap no, non ce la faccio, non mi piace.

Questa domanda si fa sempre; se non la faccio l’Ufficio Banalità & Domande Scontatedell’Ordine dei Giornalisti mi toglie dieci punti dai crediti formativi obbligatori e mi rimanda a settembre. “ I vostri progetti futuri…” Farla dovevo; già che siam qui, sentiamoli questi progetti.

Vogliamo continuare a proporci con il progetto Kor a cui teniamo molto, portando le nostre voci anche all’estero. E magari vivere altre esperienze come il Premio Parodi, che per noi è stata una bellissima sorpresa. Continueremo a cercare Festival e Concorsi dove portare la nostra musica, sia in Italia sia oltre i confini nazionali.

Il gruppo deve crescere e speriamo, di concerto, anche la sua popolarità.

So che verso il 20 del mese prossimo verrete a Milano. Probabilmente nell’isola qualcuno ha avuto l’intuizione di organizzare gite turistiche per vedere noi milanesi imbruttiti sciamare semi impazziti alla vigilia di Natale. Effettivamente siamo molto pittoreschi. Cosa regaleresti a Milano dello stile di vita della tua Sardegna?

Orari più elastici!! Sia per mangiare sia per vedere tutte le proposte che Milano offre. Orari più elastici!! Noi sardi amiamo la nostra terra ma poi spesso scappiamo per cercare lavoro e ci adattiamo al posto dove approdiamo. Ed apprezziamo anche le cose positive che troviamo. Da Milano e dai milanesi noi potremmo prendere un pochino del loro rigore, della loro puntualità; ci sono aspetti del vostro modo di vivere che in Sardegna servirebbero.

Nasci luce. Bello vero?

Cosa significa “Nasche lughe”?

Nasci luce. Bello vero?

Decisamente si. Un tuo ultimo pensiero.

Ci terrei a dire che siamo sinceramente felici di avere partecipato al Premio Parodi, che è assolutamente diverso da tutti i concorsi ai quali abbiamo partecipato in precedenza, solitamente specialistici e riservati ai cantori a cappella. E’ stato davvero bello confrontarsi con altre realtà, culturali , musicali e di genere. Un’esperienza molto formativa.

Grazie di cuore alla Fondazione Parodi che ci ha coinvolti, nonostante il fatto che le nostre peculiarità potessero apparire non proprio canoniche per un contest di world music.

Non eravate per nulla vuoi posto. Hanno visto lungo chiamandovi. Certo tra voi ed Aniello Misto qualche differenza c’è…

Visto che lo hai chiamato in causa tu, ti dico che proprio con Aniello Misto ci piacerebbe fare qualcosa insieme. C’è sempre il modo di arricchirsi ascoltando gli altri musicisti. Un ultimo ringraziamento al nostro collega Sandro Mungianu che ha arricchito la nostra esibizione inserendosi in modo perfetto con la sua musica elettronica al Premio Parodi.

Un consiglio per chi apprezza la buona musica. Se vi capitasse l’occasione, ascoltate i Kor Vocaensemble dal vivo. Emozionano.

ALBORE – ALBA

La promessa del mattino

È un bisbiglio tra le fronde

Lentamente si diffonde

Un timido bagliore

Che tra il golfo e il promontorio

Veste l’isola di brezza

una pallida carezza che accompagna l’alba.

Cieli di indaco e oro su pianure bruciate

e un antico respiro

scuote i rami…

Sorgi, luce, da una scintilla

Nella notte che svanirà…

La promessa del mattino

Si rivela su una terra adagiata come un’orma.

Cieli di indaco e oro e un antico racconto

d’acqua e vento

Sorgi, luce, sacra e profana,

dal silenzio l’alba dovrà spuntare…

La promessa del mattino

Rivela lentamente un timido spiraglio

E mi sento a casa.

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