Non è una rock star. Non arringa la folla nei comizi. Non conduce un talk show televisivo. Non è una velina. Non gioca a calcio. Eppure è famoso e seguitissimo dai navigatori del web. E’ un cane, per la precisione un beagle. Senza dubbio, insieme a Snoopy (il celebre protagonista delle strisce Peanuts di Schultz) è il beagle più famoso e conosciuto al mondo. E’ Beagle George.
Beagle George vive a Dogliani, una tranquilla cittadina adagiata tra le colline del cuneese, animata da poco meno di cinquemila abitanti. Di lui e dei suoi impegni si occupa la sua Segretaria, Betty. Insegnante, fotografa, diplomata al Conservatorio, carattere solare, da qualche anno Betty gestisce le public relations di Beagle George, amministrando in primis la pagina Facebook della web star.
Beagle George, ed i suoi sessantamila – 60.000 – affezionatissimi followers, rappresentano un caso mediatico eclatante di comunicazione di massa, tanto da essere stati simpaticamente intervistati anche da settimanali come Gente, da telegiornali televisivi come il TG4 e da essere apparsi in prima pagina su La Stampa di Torino.
Scambiamo due parole con Betty, colei che ha inventato dal nulla il fenomeno Beagle George.
Betty, come ti è venuto in mente di aprire una pagina su Facebook dedicata al tuo beagle ?
Io avevo tantissime foto di George ed il mio desiderio era solo quello di poter fare vedere queste foto. Non avevo un progetto recondito; avevo solo il desiderio di condividere queste immagini con amici e conoscenti. Aprire una pagina Facebook è stata una decisione istintiva, fatta solo per condividere le immagini che scattavo al mio cane. Precedentemente intervenivo su un sito de La Stampa che si chiama la Zampa, una pagina frequentata da animalisti ed amanti degli animali. Però il nostro modo di partecipare era forse considerato un pochino troppo leggero. In quello spazio si privilegiava la comunicazione relativa ad un impegno reale, come il volontariato nei canili e cose simili, che sono attività validissime. Chi era meno razionale, ed invece preferiva ridere, scherzare, mettersi in gioco con un semplice sorriso, parlando con un cane, poteva a volte passare per un simpatico perditempo.
Secondo me, se sai veramente metterti in gioco, non devi certo vergognarti di saperti relazionare anche virtualmente con un cane. O con altri ambiti solo apparentemente meno razionali.
In due parole, che tipo di cane è George? So per esperienza personale che i beagles sono dei terremoti, golosi, instancabili e votati a distruggere mezza casa…. senza malizia, così per giocare!
George ha nove anni. E’ un cane tutto sommato calmo. Adora correre, e corre davvero velocissimo. Non ha mai fatto danni particolari. E’ molto mite, tranquillo, anche quando ulula è solo per chiamare i suoi amici ed andargli incontro. Ovviamente è un beagle, quindi è testone ed ha tutta una serie di suoi rituali di comportamento, come il volere tassativamente giocare dopo pranzo e cena con la sua pallina preferita, ma in generale è davvero un cane mite e sereno. Ama stare in compagnia e canta quando sente le campane. A volte piagnucola quando vado a scuola, ma nel complesso è davvero un bravo cane.
La pagina FB di George è seguita da circa sessantamila (!) persone. Dico 60.000 ! E’ come se l’intera città di Savona, dai neonati ai nonnetti, si fermasse per seguire le avventure di un simpatico cagnolino. Tutti insieme, nessuno escluso. Come spieghi un successo mediatico così clamoroso?
Le persone interagiscono. Io lancio un messaggio e gli amici di George rispondono. Io poi intervengo ancora. E’ una forma di relazione virtuale sincera e davvero piacevole. Funziona. Piacciono gli argomenti, piacciono le foto, piace evidentemente il sentirsi parte attiva della pagina. A molti amici piace la delicatezza che cerco di usare nel proporre i pensieri ed il fatto che nella pagina di George si possono esprimere opinioni diverse, ma non si litiga mai. Qualche rara volta ho visto postate delle vere e proprie cattiverie che rovinavano l’atmosfera della pagina. Le ho tolte; in fin dei conti la pagina di Beagle George è casa mia e di tutti gli amici che la frequentano con gentilezza, educazione, simpatia, cortesia. Ed in casa nostra i maleducati non entrano. I followers crescono con il passaparola. Non abbiamo mai messo un solo centesimo per incentivare le letture ed i like. Ed è bello così.
George ha un suo personalissimo stile di comunicazione. E’ qualcosa di studiato per rivelarsi redditizio oppure è un modo di esprimersi sincero e spontaneo?
Non c’è davvero nulla di costruito. Il Beagle George parla attraverso di me e lo stile di comunicazione che ne vien fuori è il mio. A me non piacciono i paroloni, mi piace la comunicazione diretta, mi piace a volte creare parole nuove. Mi piace scherzare, parlare in modo carino. Non sarei mai capace di dare voce ad una pagina di un cane severo che parla in modo forbito.
Ho visto che George spesso e volentieri entra nelle scuole, in particolare quelle che ospitano i bambini più piccoli. Che effetto fa ai bimbi vederlo in azione tra i banchi? Quale messaggio volete trasmettere portandolo nelle scuole?
George non ha alcun messaggio da portare. Lui vuole portare se stesso tra i bambini. Io devo ringraziare moltissimo chi mi ha permesso di portalo nelle classi, è un cosa che in molte scuole non sarebbe stata consentita. Ne abbiamo parlato con il dirigente e le maestre ed abbiamo iniziato questo progetto un po’ particolare. Li ringrazio perché il progetto funziona. Io lo tengo in braccio e parlo, oppure ci mettiamo tutti seduti in cerchio con lui in mezzo. E da chi va George per primo? Dalla bimba che ha una sindrome un po’ particolare. Si mette tranquillo, si fa accarezzare, entra in piena sintonia con lei. Poi magari con i bimbi un po’ più vivaci fa il pagliaccio. George non porta un messaggio, ma porta un clima di serenità, di gioia. Ho chiesto ai bambini perché vi è piaciuto George? Oltre alle risposte più scontate (perchè è bello, perché è divertente ) mi hanno detto in tantissimi perché ho imparato tante cose. Ed è vero. Io lo prendo in braccio, l’intera classe lo guarda dai propri banchi ed iniziamo a parlare. Abbiamo parlato dei cagnolini di Green Hill, di tante altre cose e tutto quello che è stato spiegato è stato perfettamente memorizzato. George ha funzionato quasi da catalizzatore, i bambini erano concentrati su di lui ed inconsciamente elevavano la loro soglia di attenzione su quanto dicevano le maestre. Abbiamo parlato di come è fatto George, del perché ha le orecchie così lunghe, del progetto della compagnia aerea KLM che usa i beagles per restituire gli oggetti smarriti ai propri clienti eccetera eccetera. Lui è fermo in braccio, i bambini sono fermi ed attentissimi. Segue poi tutta una fase disegno che permette ai piccoli di esprimersi visivamente e raccontare George.
Il Papa pochi giorni fa ha invitato i fedeli ad occuparsi dei propri vicini di casa con la stessa solerzia che viene dedicata ai propri animali domestici. Questo suo pensiero ha suscitato vibranti commenti, non proprio favorevoli. Tu cosa ne pensi?
Nella pagine di George abbiamo spesso pubblicato frasi del Papa. Sulla famosa frase, devo dire che è stato forse un po’ forzato il messaggio nel riportarlo. E mi ha lasciata davvero perplessa. Se, come dici tu, si è trattato di un invito ad usare con i propri vicini la solerzia che dedichiamoai nostri amici animali del cuore, non vedo proprio cosa si possa eccepire. Se invece l’invito fosse quello di lasciar stare i propri animali per dedicarsi ai vicini di casa, mi piacerebbe meno. Pero’ questo Papa ha spesso parlato anche del paradiso dei cani, è molto vicino alla natura, penso davvero che non abbia nulla contro chi ama gli animali. Noi vogliamo bene a tutti.
Se apro una pagina Facebook ed ogni due giorni posto solo un motto celebre, una frase famosa, una citazione dotta, tempo due mesi la pagina va in malora. Se questi aforismi sono lanciati invece dal muso di un dolce e spensierato beagle, i followers crescono a dismisura. Ma non saranno solo gli appassionati dei beagle gli amici di George?
No, no, assolutamente no. Forse è iniziata così questa avventura, con la partecipazione di chi aveva in casa un beagle. Ma oggi non è più così. Certamente molti dei nostri amici sono amanti degli animali, della natura in generale. Ma poi sono arrivati tantissimi amici che un cane non l’hanno. E rimangono perché vedono proposti pensieri e riflessioni in modo semplice semplice, spontaneo, garbato. Da noi non manca mai il sorriso. E’vero che buona parte degli amici di George ha un ricordo legato alla figura di un cane, o magari ne vorrebbe avere uno per la prima volta nella sua vita, ma la pagina non è monotematica.
Tu e George avete girato l’Italia e spesso vi capita di entrare insieme in luoghi aperti al pubblico, tipo bar, gelaterie, ristoranti, mezzi pubblici, spiagge. Pensi che stia cambiando l’atteggiamento dei gestori e degli avventori nei confronti dei nostri amici a 4 zampe? C’è una maggiore disponibilità rispetto ad anni fa o sono sempre guardati di traverso con un certo fastidio?
Nella nostra zona non abbiamo mai avuto problemi. Una volta nel sud Italia ci siamo accomodati in un locale ed i gestori non hanno visto il cane con noi. Quando se ne sono accorti ci hanno invitato a legarlo fuori. Abbiamo preferito andare via tutti. Per il resto è logico dovere mettere la museruola su alcuni mezzi pubblici, non ci vedo nulla di strano. Ma gesti di aperta ostilità non ne abbiamo mai riscontrati. Anzi!
Se potessi tornare indietro con una macchina del tempo, apriresti ancora la pagina di Beagle George?
Certamente! E’ una pagina che amo molto. E poi non porta via una quantità di tempo elevata. Con l’uso degli smartphones si riesce eseguire anche da lontano la gestione di questo che è un vero e proprio luogo di incontro di tanti amici. E poi George non lo permetterebbe!!
Grazie Betty, grazie George. Un azzampo……