Il mondo dello sci agonistico non vive di sola Coppa del Mondo. Esistono in tutto il mondo una serie di manifestazioni che gioiosamente permettono a bambini e ragazzi di avvicinarsi all’agonismo. In modo misurato, giocoso, allegro, sportivo. In Italia si disputa una più importanti manifestazioni mondiali di sci giovanile, il Pinocchio sugli Sci.
L’edizione 2018 (edizione numero 36 supportata in particolare dal main sponsor ENEL) è stata presentata ufficialmente alla stampa in occasione della tappa ampezzana della FIS Ski World Cup femminile che si è disputata a Cortina dal 19 al 21 gennaio.
Al battesimo mediatico della manifestazione non potevano mancare il presidente della FISI Flavio Roda, Alessandro Benetton (presidente del Comitato Organizzativo del Mondiale di sci alpino 2021 a Cortina) ed il sindaco di Abetone (località montana toscana che ospiterà le fasi finali).
Tra le importanti novità tecniche dell’edizione 2018 di Pinocchio Sugli Sci due riguardano le prove per accedere alle finali e il numero di atleti italiani ammessi. Le Finali Nazionali delle categorie Ragazzi e Allievi per la definizione del team italiano saranno disputate su una prova di slalom SL e su una prova di gigante GS, mentre oltre ai 20 rappresentanti del Team Italia altri 40 atleti italiani prenderanno parte alle Finali Internazionali (10 maschi e 10 femmine per la categoria Ragazzi e 10 maschi e 10 femmine per la categoria Allievi), senza far parte del contingente nazionale.
“Una decisione importante, commenta il Presidente del Pinocchio sugli Sci Franco Giachini, presa su suggerimento della FISI, che dà l’opportunità ad un numero maggiore di atleti di vivere un’esperienza di gara di livello internazionale come le Finali Internazionali, in programma per questa edizione dal 22 al 24 marzo 2018”.
Ma per arrivare alle finali di Abetone bisogna qualificarsi
Ma per arrivare alle finali di Abetone bisogna qualificarsi, vincendo una lunga serie di selettive che si disputano tra gennaio e febbraio nelle principali località sciistiche italiane.
E quindi sperare di iscrivere il proprio nome accanto a quelli dei grandi atleti che in passato hanno portato a casa il Trofeo Pinocchio: Deborah Compagnoni (e qui chi scrive si alza in una personalissima ed infinita standing ovation), Lara Magoni, Morena Gallizio, Sabina Panzanini, Daniela Ceccarelli, Jure Kosir, Urska Hrovat, Karen Putzer, Matteo Nana, Janica Kostelic, Werner Heel, Nadia ed Elena Fanchini, Tina Maze, Elisabeth Goergl, Patrick Staudacher, Max Blardone, Davide Simoncelli, Federica Brignone, Giuliano Razzoli, Nicole Gius, Peter Fill.
Siamo andati ad osservare una di queste tappe di selezione, a Santa Caterina Valfurva in Valtellina, per guardare da vicino i giovanissimi in gara e cercare di capire come vivono la loro piccola grande giornata di gloria sportiva e per cambiare due parole con il Presidente dello Sci Club Santa Caterina Valfurva (organizzatore della selezione) Pietro Vitalini.
Pietro Vitalini nasce a Bormio nel 1967 e si avvicina al mondo dello sci da piccolissimo: è infatti a soli 14 anni che vince i Campionati Italiani, vittoria che lo consacra come atleta di alto livello. È l’inizio di una carriera lunga e piena di successi a fianco di campioni del calibro di Alberto Tomba e Deborah Compagnoni. Insieme al gruppo dei discesisti della Nazionale Italiana, Kristian Ghedina, Peter Runggaldier, Alessio Fattori e Werner Perathoner forma il gruppo nominato Italjet, titolo che esalta la velocità e determinazione di questi atleti.
Nel 1995 Pietro Vitalini sopravvive miracolosamente a una caduta rovinosa durante la gara di coppa del mondo di Kitzbuhell guadagnandosi il nomignolo di “Alitalia”: è l’anno di maggior fama e successo.
Dopo alcuni anni come professionista negli Stati Uniti e come commentatore sportivo in Svizzera, Pietro Vitalini diventa imprenditore nel ramo degli sport invernali.
Da cinque anni è il presidente dello Sci Club Santa Caterina Valfurva – www.sciclubscaterina.it -.
Pietro presentami lo Sci Club Santa Caterina Valfuva.
Il nostro sci club esiste da quasi sessanta anni. In passato ha lanciato grandi campioni dello sport come Giuseppe Compagnoni, Tino Pietrogiovanna, Deborah Compagnoni ed il sottoscritto. Le nostre attività sono organizzate in modo da poter affiancare i ragazzi e le ragazze sino da piccolissimi; partiamo con il corso asilo, proseguiamo con il corso scuola ed infine con le vere e proprie attività agonistiche dello sci club. I piccolissimi iscritti sono circa un centinaio, mentre i ragazzi dell’agonistica sono un’ottantina. Abbiamo dieci allenatori che ruotano periodicamente nelle diverse categorie ed i buoni risultati si iniziano a vedere. Negli ultimi anni il nostro sci club ha fatto davvero un bel balzo avanti, migliorando molto la propria organizzazione, mettendo in piedi una lunghissima serie di eventi sportivi, dai campionati regionali federali al Pinocchio sugli Sci che ospitiamo in fase di selettiva da più di dieci anni. Da cinque anni sono il presidente dello sci club, all’interno del quale seguo solo determinate attività, avendo anche un’attività imprenditoriale da gestire. La nostra forza è rappresentata dal bellissimo gruppo composto da consiglieri e genitori che sono sempre in prima fila, in particolare nell’organizzazione degli eventi, eventi che richiedono sempre un numero consistente di persone sul campo. Sono insostituibili, attivissimi e collaborativi. Ognuno presta la propria opera, partendo da chi prepara il rinfresco sino a chi traccia le piste e posiziona le protezioni lungo il percorso di gara. Anche in occasione di questa selettiva Pinocchio tutto è andato molto bene; i due bambini infortunati si sono rimessi in piedi e tutto è girato nel modo giusto.
Quando si ha uno staff preparato come quello del nostro sci club è facile organizzare gli eventi.
Ti ripropongo la domanda che ho fatto lo scorso anno al tuo collega presidente dello Sci Club Courmayeur Monte Bianco. I ragazzi adolescenti che si avvicinano allo sci agonistico, sentono ancora il profumo della neve? Il profumo della neve inteso come il puro piacere di divertirsi, oppure sono maggiormente concentrati sul raggiungimento della vittoria e del successo sportivo?
Dai dodici ai sedici anni i ragazzi sono più portati verso l’agonismo piuttosto che verso il puro divertimento. Il piacere puro di stare sulla neve non viene ovviamente a mancare; a differenza magari di altri sport che si fanno al chiuso in palestra, la neve e lo stare all’aria aperta sono un importante valore aggiunto ed il divertimento non manca mai. Però dalla categoria ragazzi alla categoria allievi l’agonismo è predominante e molto importante. Non tutti riescono ad essere sempre primi, ma tutti ambiscono ad arrivare là davanti.
Agonismo che comporta anche un certo sacrificio, visto che i ragazzi e le ragazze si allenano con una certa frequenza, almeno tre pomeriggi alla settimana più la gara nel week end. Ed anche durante l’estate passano almeno trenta giorni di allenamento sugli sci. Tra scuola ed allenamenti l’impegno è serio. Invece da bambini, dalla categoria baby alla categoria cuccioli tutto è ancora solo un gran bel divertimento. Il fattore divertimento è una costante che comunque non deve mai mancare; anche gli atleti di Coppa del Mondo devono percepire sempre il piacere di fare il proprio sport, quando diventa routine, consuetudine, abitudine iniziano a venire meno anche i risultati.
Si vive insieme, si gioca insieme, ci si allena insieme, ci si diverte insieme, ma poi in gara sei da solo.
Lo sciatore gareggia contro se stesso e contro i propri avversari. Veste comunque pur sempre una divisa, vuoi che sia quella della Nazionale o quella del proprio sci club. Esiste una sorta di campanilismo tra i diversi sci club?
Le nostre attività spesso sono organizzate proprio a livello di sci club. Il fatto che tutti partecipino all’organizzazione dell’ evento fa si che si provi un certo orgoglio di bandiera, e forse una piccola dose di campanilismo. Ma poi in gara si è in competizione contro se stessi e contro il tempo. Tante volte il tuo concorrente più agguerrito non lo trovi nello sci club di un’altra località, ma all’interno del tuo stesso gruppo. E magari è il ragazzo o la ragazza con cui ti alleni ogni giorno. E’ un elemento importante, perchè il tuo punto di riferimento è sempre accanto a te e questo ti stimola a migliorare, ad alzare l’asticella. E’ sempre stato così, era così anche per me quando gareggiavo in Coppa del Mondo e mi allenavo con i miei colleghi. Vale sempre, per i grandi e per i piccoli. Si vive insieme, si gioca insieme, ci si allena insieme, ci si diverte insieme, ma poi in gara sei da solo. E’ uno degli aspetti meno positivi del nostro sport, quasi sempre vince l’atleta e non il gruppo.
Ci sono sport giovanili (il calcio ad esempio) che a volte propongono dei tristi spettacoli a bordo campo. Genitori scalmanati, convinti di avere nel proprio figlio la reincarnazione di Maradona, che urlano, inveiscono, condizionano nel modo più becero le partite dei ragazzini. Oggi a bordo pista non ho visto nulla di simile. Pubblico entusiasta, composto, divertito, sportivo. Basta un po’ di neve sotto ai piedi per scacciare la follia?
So che a volte il calcio giovanile è avvelenato da persone che sperano che il proprio figlio diventi un grandissimo calciatore, garantendosi un futuro molto gratificante come immagine e come ritorno economico. Se arrivi in serie A sei automaticamente ricco o quanto meno più che benestante a vita. Nel mondo dello sci non è così. Se ti chiami Alberto Tomba o Marcel Hirscher puoi vivere di rendita grazie ai tuoi risultati. Altrimenti dovrai comunque inventarti un lavoro alla fine dell’attività agonistica.
Nello sci la stragrande maggioranza dei genitori vede l’attività agonistica come palestra di vita, come un allenamento teso a formare il carattere, un allenamento che introduce valori importanti nella fase di crescita del proprio ragazzo.
Puntualità, lavoro, sacrificio. Al mattino ci si alza presto, al cancelletto si deve arrivare al momento giusto, mai in ritardo e mai troppo presto. Si vive all’interno di una squadra, si applica una disciplina comune, si rispettano gli allenatori, si rispettano i compagni di squadra, si rispettano gli avversari. E naturalmente si va a scuola. Non se ne parla di smettere di studiare, l’attività agonistica è complementare allo studio, non deve sostituirlo.
C’è chi arriva all’adolescenza senza emergere e poi lo vedi esplodere anche ad alto livello.
Molti partono e pochi arrivano.
Dovrei dirti che non si può mai sapere, ed anche se effettivamente qualcuno si mette in evidenza già da piccolo, sino ai quattordici anni non si può dare alcun giudizio fondato. C’è chi arriva all’adolescenza senza emergere e poi lo vedi esplodere anche ad alto livello. Altri che invece da bambini hanno fatto fuoco e fiamme invece mollano perchè hanno la nausea dello sci, causa troppo lavoro svolto in tenera età. Bisogna dosare con molta attenzione lo sviluppo psicofisico dei nostri giovani. Se hai un talento naturale nel gruppo lo noti, ma non è detto che sia destinato a diventare un atleta di primissimo livello; nello sci ci sono mille variabili, dagli infortuni alle mutazioni caratteriali dei ragazzi, si passa a volte da un’annata magica ad una così così e questo pesa molto sugli adolescenti. Tanti hanno mollato perchè si sono demoralizzati e non sono più stati capaci di risalire la china; altri hanno invece dimostrato la propria tenacia credendoci sempre e sono arrivati , anche se da ragazzini su di loro non avresti investito nemmeno un soldino.
Molti sport che richiedono prestazioni fuori dal comune sono ammorbati dal doping. Capita mai nel mondo dello sci giovanile di vedere girare la fialetta che puzza lontano da un miglio d’imbroglio?
No, assolutamente no. Al nostro livello assolutamente no. Magari ci si aiuta con gli integratori che sono oltre che leciti anche utili. Ma altre porcherie non ne girano.
Devo dire che fino alla categoria giovani oltre che sinceri e corretti posso definire i nostri ragazzi addirittura puri. Sui ragazzi fino ai sedici – diciasette anni (quelli che vedo io) posso mettere la mano sul fuoco. Niente scorciatoie; nemmeno io ed i miei compagni in Coppa del Mondo prendevamo porcherie, figuriamoci i ragazzini. E poi siamo seri, la forza nello sci è importante ma è la tecnica che fa il campione. Se non hai la tecnica non vai da nessuna parte e la tecnica non la compri nelle farmacie border line.
Il Presidente della FISI Flavio Roda ci sta leggendo… mandiamogli un messaggio. Un suggerimento, un rimprovero, un’indicazione, un complimento, quello che vuoi.
Io con Flavio discuto sempre, lo vedo spesso, ci confrontiamo sempre con gran piacere. Lui sa bene cosa penso. Quello che mi sento di chiedergli è un impegno sempre maggiore nei confronti della base del movimento dello sci. Il top rappresentato dai nostri atleti di punta sta tenendo bene. Grazie a diverse situazioni ed alle sue metodologie di lavoro, bene applicate non solo allo sci alpino ma a tutte le discipline della FISI. Bisognerebbe guardare di più alla base del movimento neve; non guardare agli sci club (che fanno un lavoro enorme con passione e disponibilità dei propri iscritti) ma al sostegno delle categorie dai Giovani in su. In queste categorie l’attività costa molto di più, l’impegno è più importante e non sempre le famiglie possono affrontarne i costi. La Federazione di concerto con i diversi Comitati, a mio avviso, dovrebbe creare dei team che prendano per mano i ragazzi facendo spendere meno alle famiglie.
Nella fascia di età che va dai diciassette anni ai ventidue la Federazione dovrebbe dare un aiuto più concerto (che includa anche un percorso scolastico di buon livello), creando un bacino d’utenza qualificato dove poi pescare gli atleti da Nazionale del futuro. Il mio consiglio è questo, Presidente facciamo qualcosa per non perdere per strada tanti bravi diciassettenni che gettano la spugna.
Per il resto…OK.
Grazie Pietro. Ed ora sotto con le premiazioni… la sala è piena, i ragazzi e le ragazze aspettano trepidando la propria medaglia e la propria coppa. Tocca a loro, ciao e grazie.
ho fatto un goggiata, andavo davvero troooooppo forte!
Prima di chiudere il registratore e riavviarmi verso Milano mi fermo a scambiare due parole con alcuni atleti tra i più giovani.
Chiedo ad una bimba tra le più piccole: allora come è andata oggi? “Mica tanto bene, sono caduta sul muro, in tante sono scivolate in quel punto. Ma non è colpa della pista, ho fatto un goggiata, andavo davvero troooooppo forte!” E giù un larghissimo sorriso… Mitica!!!
Possiamo tornare a casa base, puntiamo la nostra macchina verso valle e ci lasciamo una Santa Caterina Valfurva ormai non più illuminata dal sole. Evviva lo sport, grande scuola di vita.