Parleremo del Campionato del Mondo di Motocross, che ad Ottobiano (PV) è giunto ad un punto di svolta, ma prima…
Partiamo dall’evento più bello ed importante della stagione 2018. E’ arrivata Ludovica. Poco prima dell’alba del 18 giugno è nata, sotto il segno dei Gemelli, la primogenita di Federica ed Alessandro Lupino. Gli amici di Ale e Federica e gli appassionati di motocross hanno imparato a conoscerla ancora prima che venisse al mondo, celata sotto lo pseudonimo di “Baby Lupino”, attraverso i social dei neo genitori.
Purtroppo, obbligato dalle leggi dello Stato italiano e dalle norme deontologiche del mio ordine professionale, sono costretto a sfumare il viso della piccola Ludovica; credetemi sulla parola, è bellissima.
Ha deciso di aspettare che il suo papa’ terminasse le gare del mondiale ad Ottobiano, è stata proprio brava. Ho guardato sia gara 2 della MX2 sia la seconda corsa della MXGP ospite del box tecnico in pit lane del team Kawasaki di Alessandro. Poco prima che le 250 cc MX2 si lanciassero in gara, Alessandro si è andato a sedere sul basamento che sostiene il cartello dell’holeshot (per i meno avvezzi al motocross: l’holeshot è un punto posizionato poco dopo la partenza, il primo pilota che lo raggiunge vince un premio in denaro).
Alessandro, stivali lucenti, completo da gara immacolato, casco Airoh tra le mani, si è seduto lì solo soletto, sotto il sole che picchiava. I suoi colleghi piloti della classe maggiore erano ancora tutti all’ombra nei propri van hospitality, al fresco. Non so a cosa stesse pensando, ma ho avuto l’impressione che cercasse una concentrazione pre gara diversa dal solito, in una giornata che probabilmente a lui deve essere sembrata eterna. E lo ha fatto nel punto più rumoroso della pista, proprio dove il passare delle moto full gas ti strappa i timpani. Quasi un ossimoro; il silenzio interiore trovato nel posto più rumoroso della Pianura Padana.
E poi via. Una gara combattuta e conclusa con un ottimo undicesimo posto in gara 1 ed un dodicesimo piazzamento in gara 2, tenendo a debita distanza Tommy Searle e pizzicando la coda a Glenn Coldenhoff, con al box il suo amico e collaboratore Christian Ravaglia che ad ogni giro lo richiamava con un gesto delle braccia alla concentrazione.
Torniamo alle giornate di gara. Io continuo pervicacemente a pensare che, almeno una volta nella vita, una gara di motocross dal vivo debba essere guardata. L’ambiente, la location, i rumori, la parte agonistica, i colori, la gara, tutto trasuda adrenalina. Chi ama lo sport (qualunque sport) non credo possa resistere al fascino di una giornata a bordo pista.
I piloti; che dire dei piloti? Ciascuno di loro ha il proprio stile, la propria tecnica di guida, il proprio modo di buttarsi nella mischia. Per essere un praticante amatore di off road è necessaria una buona preparazione fisica, consapevolezza dei propri limiti, attenzione e passione. Per gareggiare ad alto livello (il motocross è comunque una specialità pericolosa, inutile negarlo) tutte queste peculiarità devono essere possedute a livelli esponenziali. E poi bisogna avere la vite del gas (dentro la propria testa) un tantino spanata. Cosa che rende i piloti di motocross decisamente simili ai grandi campioni dello sci (ed infatti tra le fila dei jet della neve ci sono moltissimi motocross riders).
Il Campionato del Mondo ha fatto tappa ad Ottobiano, in Lomellina, nella pianura pavese. Parliamo della location. La natura del luogo non aiuta, le piste non sono racchiuse tra i boschi e non sorgono in riva ad un lago. Il caldo picchia e l’ombra sotto gli alberi non la trovi, semplicemente perché a perdita d’occhio di alberi non se ne trovano. Eppure l’impianto pavese si merita tranquillamente una citazione di eccellenza e si può considerare uno dei migliori al mondo. La segnaletica che conduce alla pista è discreta. La Polizia Locale (affiancata dalla Protezione Civile) è bene organizzata, cordiale e collaborativa. Se ripenso invece a quanto mi abbia fatto inc…re quella operante nel comune ove sorge un noto circuito trentino che prende il nome da un fiore!! Ho ancora acidità di stomaco…
I parcheggi sono ampi, la tariffa è abbordabile, sono organizzati bene e non rischi di rovinare la macchina. All’ingresso dell’impianto il personale ti saluta con un “buongiorno e benvenuto”. Pensavo di aver sentito male, abituato ad avere visto altrove le folle in ingresso spinte con lo stile del cowboy che porta a dormire le mandrie. Ma poi al controllo metal detector l’aggiunta di un “grazie e buon divertimento” mi ha levato ogni dubbio.
Paddock ampio e pulito, numerose attività commerciali del settore off road schierate in spazi larghi e facilmente raggiungibili, servizi igienici adeguati.
Stefano Avandero (titolare di Maggiora Park) e Luca Gualini (titolare di Ottobiano Motorsport), organizzatori del MXGP di Lombardia, hanno fatto le cose come andavano fatte, con uno standing di ottima levatura internazionale.
La pista poi la conosciamo: sabbiosa, tremenda, sfiancante, spettacolare. Sei non sei un pilota con gli attributi, dall’Interazione di Ottobiano esci con la lingua sotto la suola degli stivali.
Come un normalissimo appassionato della domenica, si aggirava per l’impianto un giovanotto con famiglia al seguito, invitato dagli organizzatori. Di nome fa Chad e di cognome Reed, di numero computa 22. Forse ai novizi del motocross il suo nome non dice molto, ma chi ha il tassello nell’anima lo conosce come uno dei grandissimi dello sport; se vi riportassi il suo palmares sentireste anche voi un brividino lungo la schiena.
Ottobiano potrebbe avere rappresentato in questa stagione un punto di svolta. In pista sono scese quattro categorie: il Mondiale femminile, l’europeo maschile, il Mondiale MX2 ed il Mondiale MXGP.
Nel femminile la nostra azzurra Kiara Fontanesi #8 (cinque volte Campione del Mondo WMX) giunge seconda assoluta, alle spalle dell’olandese Nancy Van De Ven, precedendo la neozelandese Courtney Duncan. In classifica generale Kiara e la sua Yamaha tengono il punto e sono seconde, a soli 21 punti dalla leader Duncan ed a pari punti con la Van De Ven. Campionato apertissimo ed ottimo livello tecnico in pista.
Lasciatemi poi ricordare la buona prestazione della nostra irriducibile Francesca Nocera, giunta ad un passo dalla top ten. Forza Francesca!
Nell’Europeo EMX250 si sono stappate bottiglie di spumante a go go!!! Ed i tappi sono partiti dall’hospitality Yamaha del Team SDM ASTES TESAR, con la prima grande vittoria di un giovane pilota olandese, ROAN VAN DE MOOSDIJK #39. La vittoria doveva arrivare prima o poi, era inevitabile. La squadra di Daniele Marchese e Fabio Tognella è ottimamente impostata, il Rider Manager è un grande Maestro, David Philippaerts. Se hai qualche numero, con lui cresci. Il pilota è bravo, ha tecnica, tenacia e sta maturando una buona personalità. Roan ok, vediamo di ripeterci al più presto, la vittoria ha un ottimo sapore, vero?!
MX2, il Mondiale cadetto, dove i più giovani si misurano in sella a moto cilindrata 250, piccolo belve. In gara 1 il pilota USA Thomas Covington vince precedendo i gemelli terribili di KTM, Jorge Prado ed il Campione del Mondo in carica Pauls Jonass. Gara tosta, senza pause. In gara 2 Jorge Prado sulla sua moto orange austriaca vince la manche, precede un agguerrito Thomas Kjer Olsen su Husqvarna ed il compagno di squadra Jonass. Covington quarto. Il gran premio è suo.
Un bravo extra mi sento di spenderlo per un giovane pilota italiano, Simone Furlotti #95 che sulla sua Yamaha sta risalendo piano piano la classifica. Mentre gli altri piloti ad inizio stagione si allenavano lui era forzatamente al palo (me lo ha anche ricordato una persona a lui vicina nel Team, della quale non posso fare il nome; dirò solamente che ha un bella chioma rossa!).Sta recuperando la forma e la confidenza con il mezzo, la top ten è sempre alla sua portata e credo che a breve vi metterà piede in modo stabile.
Ed ora la classe regina, la MXGP, i bolidi cilindrata 450 riservati ai piloti più maturi, ai veri campionissimi di questo sport. A causa di un recentissimo infortunio il leader della classifica era assente. Jeffrey Herlings, olandese, tabella numero 84, diavolaccio in particolare sui terreni sabbiosi, talento puro che corre su una KTM del Team Factory. E’ mancato il confronto diretto con l’altro pilota orange (Team KTM De Carli) l’italiano Antonio Cairoli, 9 volte campione del Mondo (ho detto NOVE!).
Sono loro che stanno combattendo per il titolo 2017-2018. In assenza dell’olandese, su una delle sue piste preferite e sul terreno sabbioso a lui congeniale, Tony Cairoli ha dato spettacolo. Doppia vittoria di manche, senza se e senza ma. Vederlo mette i brividi; lui vola, esprime il massimo della sua potenza con uno stile di guida che nessun altro (nemmeno Jeffrey #84) sa esibire. Leggero, elegante, sembra che sfiori la sabbia. Difficile da descrivere, va visto. Dietro di lui buone le prestazioni dei due ragazzi terribili che negli scorsi anni gli hanno soffiato il Mondiale (Romain Febvre, francese di Yamaha e lo sloveno Tim Gajser su Honda); entrambi in questa stagione hanno subito diversi acciacchi, ma stanno riprendendosi discretamente.
E chiudiamo con il pubblico. Decine di migliaia di persone che hanno riempito ogni centimetro delle tribune e delle colline artificiali che fanno da corona all’impianto. Arrostiti dal sole hanno tifato come si fa nel motocross: sempre a favore, mai contro nessuno. Nessuna intemperanza, nessuna mala parola. Colorati, entusiasti, allegri e passionali. A loro un bel 10 e lode.
La stagione continua, si va a caccia dei titoli sportivi 2018. Avanti tutta e come dice un ragazzo che di motocross un pochino se ne intende… sempre uniti in nome di Velocità, Fango e Gloria ! Evviva il motocross.