We’re back

We’re back

Il Milan, dopo anni bui di assenza, torna sul palcoscenico più importante del calcio europeo, la Champions League. La cara, vecchia, amatissima Coppa dei Campioni.

Non sarebbe stato degno del blasone rossonero ripartire con una partita di basso tono agonistico, magari in qualche piazza secondaria, una di quelle che vanno cercate su google maps perché quasi mai sentite.

Quando una étoile di fama torna a danzare non lo fa sulle assi del comunale di Borgo san Dalmazzo (non me vogliano gli amici piemontesi), torna alla Scala oppure al Bol’šoj.

Il Milan rientra nel top del calcio continentale dalla porta principale, quella di uno dei campi più iconici dell’ars pedatoria mondiale, Anfield road Stadium, Liverpool.

Liverpool è una bellissima città inglese, molto vicina all’altra roccaforte calcistica britannica, Manchester. 

Lo stadio poggia sopra una collina e beneficia di un’aria piacevolissima che giunge sia dal mare sia dai boschi limitrofi. Intorno ad Anfield una vasta area tenuta a prato, curatissima.

Le case di questa zona periferica sono molto caratteristiche. Una lunga serie di abitazioni singole di un piano al massimo, addossate l’una all’altra, simili ma mai uguali tra di loro, lungo le vie principali.

A lato, lungo le vie trasversali, una infinita serie di casette familiari tutte identiche. Per coloro che avessero guardato il primo film di Harry Potter dico solo che sono, tutte quante, uguali a Privet Drive numero 4, la casa di zio Vernon Dursley.

Giungere di questi tempi a Liverpool, ed in tutta la Gran Bretagna, non è uno scherzo. Obbligatorio il green pass, obbligatorio un test antigienico da farsi in Italia prima di partire, obbligatorio un PLF di imbarco dettagliatissimo, obbligatorio l’acquisto di un salatissimo test salivare da farsi giunti sul suolo d’Albione, il cui codice identificativo va inserito nel PLF, pena il blocco alla dogana. 

Ti aspetteresti di un giungere in una bolla covid di prim’ordine ed invece qui quasi nessuno porta la mascherina ed il distanziamento è una chimera.

Nessun volo diretto per Liverpool, bisogna triangolare l’arrivo passando da aeroporti piazzati in paesi diversi con scali biblici. Oppure, come abbiamo fatto noi, scendere a Londra, prendere un’automobile e buttarsi su un’autostrada di Sua Maestà, beccandosi file interminabili dovute a lavori stradali che in Italia non avrebbero portato ad alcun restringimento di carreggiata. 

Cosa non si fa per il Diavolo!

Ad Anfield tutto è curato nei minimi dettagli, a cominciare da uno shop building di due piani che ti invita a comprare tutto ciò che è personalizzabile con il logo del Liverpool. La stragrande maggioranza dei tifosi, dal ragazzino adolescente al severo manager di mezza età, si reca allo stadio indossando la maglia dei propri beniamini, reggendo un bel bicchiere di birra bionda.

Per motivi logistici la presenza dei tifosi milanisti non è massiccia. Gli ultras hanno rinunciato a venire dal’Italia e nonostante ciò un valente manipolo di appassionati apre qualche striscione nella curva che fronteggia la Kop. Ad occhio circa trecento ragazzi, probabilmente in gran parte residenti in Inghilterra.

Mentre il pubblico affluisce, i giocatori del Milan sono i primi a scendere per un primo contatto sul terreno, così come sono i primi ad avviare la fase di riscaldamento.

Vedere un’altra volta sul terreno di gioco Nelson de Jesus Silva (il nostro indimenticabile Dida) provoca il primo brividino della serata. 

La dirigenza del Milan è presente quasi al completo con Massara, Maldini (assediato dai padroni di casa con richieste di autografo) ed uno Scaroni che pare decisamente  emozionato e che va in prossimità dello spicchio occupato dai tifosi del Milan per salutarli e ringraziarli della presenza.

Ovviamente l’ingresso in campo del Liverpool, accompagnato da un boato,  cambia di colpo la temperatura agonistica della serata. E quando l’intero stadium intona “You’ll never walk alone” anche noi italiani sentiamo l’adrenalina salire.

Sold out l’impianto di Anfield, si comincia. In campo ci sono tredici Coppe con le Orecchie. Milan sette trofei (1963,1969,1989,1990,1994,2003,2007) – Liverpool sei (1977, 1978,1981,1984,2005,2019). Questa non è una partita come le altre, qui c’è in campo la Storia.

Prima del fischio di avvio le due formazioni si posizionano qualche secondo in ginocchio, in supporto al movimento “Black Lives Matter”. Nel calcio inglese questa è una consuetudine.

Mike Maignan (AC Milan) © Francesco Scaccianoce

E mentre il pallone inizia a rotolare sul prato non riesco a frenare un pensiero “ah se ci fosse stato anche Ibra…”

L’avvio è tutto per il Liverpool che cerca di stordire con pressing e velocità i diavoli rossoneri. Si balla, i primi minuti sono preoccupanti. Al minuto 3 Origi sbuccia un cross di Robertson, al 5′ il tiro di Jota è toccato per fortuna da Tomori e si spegne, all’8′ un’incornata di Matip viene bloccata da Maignan.

Al minuto 9 Alexander-Arnold viene servito da Salah, sfonda la linea milanista, mette al centro e trova la sfortunata deviazione di Tomori che porta all’autogol. 

Sempre Tomori poco dopo salva su Salah. Il Milan ha il fiato corto ed al minuto 14 Bennacer colpisce di braccio in area la bordata di Robertson diretta in porta. Rigore. Netto, irrimediabile. Potrebbe essere l’inizio di una dolorosa caduta. Il Milan giovane, il Milan pieno di esordienti in una partita top, traballa colpito a freddo da una squadra veramente forte.

Sul dischetto si posiziona Salah. Tirare la coda al Diavolo non è mai una buona idea perché nei momenti topici il Diavolo trova risorse nascoste che possono cambiare il disegno di una partita. 

Salah tira e Maignan para, riuscendo a deviare anche il successivo colpo di testa di Jota diretto verso la rete. Un intervento da gatto mannaro decisivo. Siamo ancora in gara. Grande il nostro portierone.

Mike Maignan (AC Milan) saves on Diogo Jota (Liverpool FC) header © Francesco Scaccianoce

I ragazzi di Pioli percepiscono progressivamente di potere essere non solo spettatori, ma anche protagonisti di una partita che sempre più decolla.

Al minuto 42 Rebić pareggia con un bel destro, su invito illuminato di Leão.

Al minuto 44 Brahim Díaz raddoppia, depositando in rete sulla riga di porta  la cannonata di Theo Hernández inizialmente intercettata da Robertson.

Anfield è incredulo, mai si sarebbe aspettato una rimonta così immediata da parte dei ragazzini di Milano. Il primo tempo termina in un silenzio innaturale.

L’avvio del secondo tempo potrebbe rappresentare l’apoteosi del Milan. 

Al primo minuto Kjær infila Alisson ma la sua e nostra gioia viene gelata dalla chiamata di offiside fischiata a Theo Hernández al momento dell’assist.

Gol sbagliato, gol fatto. Regola regina del decalogo del giuoco del calcio.

Due minuti e l’indiavolato Salah batte Maignan da pochi passi. Siamo in perfetta parità, ma il fatto di essere riusciti a raddrizzare la partita in pochissimo tempo mette le ali ai piedi ai giocatori di Klopp. 

Florenzi, Giroud e Mané entrano in un Milan che cerca forze fresche per controllare lo strapotere atletico dei propri avversari. 

Jordan Henderson (Liverpool FC) celebrates the victory goal © Francesco Scaccianoce

La festa milanista termina al minuto 24 st quando un bellissimo goal da lontano di Henderson riporta in testa i padroni di casa. Una buona occasione di Brahim Diaz allo scadere non cambia le sorti dell’incontro.

Liverpool 3 – Milan 2.

Il risultato non soddisfa, c’è sicuramente un pizzico di rammarico stemperato dalla consapevolezza che la prestazione del Milan è stata di ottimo livello.

Sapere come tenere il punto bussola in una tempesta non è cosa da tutti, i rossoneri hanno saputo resistere ad un Liverpool corsaro per poi addirittura freddarlo nel finale della prima frazione di gioco. 

L’entusiasmo dei padroni di casa per la vittoria certifica la paura provata in corso d’opera ed assegna una lode virtuale ai ragazzi di Pioli.

Torniamo a casa con un provvisorio ultimo posto nel girone, dato che Porto ed Atletico Madrid hanno traccheggiato uno 0 a 0. Ma la strada è ancora lunga ed a questo Milan non manca nulla per percorrerla con soddisfazione.

Il Liverpool ha dimostrato di essere molto forte, se giocherà anche in futuro come con il Milan, aggiustando un pochino la fase difensiva, nessuno nel girone sarà in grado di batterlo, solo il Milan a san Siro potrebbe avere qualche possibilità. Ricordiamoci che abbiamo giostrato senza Ibra e con Tonali e Giroud a mezzo servizio.

Stefano Pioli (AC Milan) © Francesco Scaccianoce

L’analisi post partita di Stefano Pioli è molto lucida e non accampa scusanti. 

“Il risultato è troppo importante e determinante. Il Liverpool ha avuto qualità e intensità superiore nei primi 20-25 minuti. Il rimpianto sono i due gol subiti a inizio ripresa, ma questo è il livello. Per intensità e qualità una partita così ci farà crescere tanto. La squadra era motivata e in verità ci aspettavamo una partenza forte degli avversari. Con la palla siamo stati troppo statici. Poi l’ambiente, la partita, la qualità e l’intensità degli avversari ci ha messo in difficoltà”.

“Questa partita ci dice che la squadra può crescere ancora e il livello della Champions è veramente alto e dobbiamo sforzarci ancor di più nei particolari che son quelli che fanno la differenza. Gli errori di stasera saranno un’opportunità per farci crescere ancora – prosegue Pioli – Loro sono stati bravi nella pressione e nella copertura delle traiettorie centrali. Abbiamo faticato a palleggiare, ci è rimasta solo la giocata laterale. La cosa che dispiace è che oltre alla qualità innegabile del Liverpool, nelle tre azioni pericolose subite noi sappiamo far meglio, di solito siamo più attenti e potevamo difendere meglio. Palle lunghe? Non avevamo un centravanti dove potevamo scavalcare, per cui dovevamo palleggiare di più”. Fonte Sport.SkyTv

Brevemente il commento di Klopp

“È stato quasi tutto perfetto, a parte quando abbiamo rischiato di perdere. Ci siamo slegati e hanno segnato due gol. Oggi abbiamo avuto tempo per riprendere in mano la partita, segnando due bellissimi gol”. Quindi si è lasciato andare a una battuta: “Milan in quarta fascia? Divertente…”.

Concordo, Milan in quarta fascia non si può sentire. Noi siamo il Milan, in quarta fascia ci può stare lo Sherif Tiraspol, non il Diavolo.

Ricordiamo infine che in corrispondenza della Champions si disputano anche gli incontri della Youth League che vedono coinvolte le formazioni primavera.

Non siamo riusciti per motivi logistici a seguire la partita, quindi riportiamo fedelmente il commento tratto dal sito ufficiale del Milan.

“”Inizia con una sconfitta la Youth League del Milan di Federico Giunti, che viene battuto 1-0 dai padroni di casa del Liverpool. Un risultato che punisce eccessivamente la Primavera rossonera, protagonista di una bella reazione all’immediato vantaggio dei Reds con Woltman. Se l’occasione più grande è arrivata nel finale di primo tempo, con una traversa colpita da El Hilali, la seconda frazione di Capone e compagni è stata un totale dominio, con il portiere dei padroni di casa Davies che si è più volte dovuto superare per mantenere la porta inviolata.

Nonostante il risultato, quindi, ci sono diverse indicazioni positive per i rossoneri, che non hanno di certo sfigurato nel ritorno sul palcoscenico europeo che mancava dal 2014. Da segnalare anche la bella prestazione di Desplanches tra i pali, Di Gesù in mezzo al campo e dei subentrati Alesi e Bozzolan. Una prestazione che può essere un punto di partenza per i prossimi impegni, sia in campionato con la Roma che sarà ospite al Vismara sabato alle 11.00, sia in Europa con l’appuntamento casalingo contro l’Atlético Madrid il prossimo 28 settembre. “”

Cercheremo di seguire i giovani del Milan nelle prossime partite.

Alisson Becker (Liverpool FC) saves on Daniel Maldini (AC Milan) © Francesco Scaccianoce

LIVERPOOL-MILAN 3-2

LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Matip, Gomez, Robertson; Keïta (26’st Thiago), Fabinho, Henderson (39’st Milner); Salah (39’st Oxlade-Chamberlain), Origi (18’st Mané), Jota (26’st Jones). A disp.: Adrián, Kelleher; Konaté, Phillips, Tsimikas, van Dijk; Minamino. All.: Klopp.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjær, Tomori, Hernández; Kessie, Bennacer (26’st Tonali); Saelemaekers (17’st Florenzi), Díaz, Leão (17’st Giroud); Rebić (38’st Maldini). A disp.: Jungdal, Tătărușanu; Ballo-Touré, Gabbia, Kalulu, Romagnoli. All.: Pioli.

Arbitro: Szymon Marciniak (POL).

Gol: 9′ Alexander-Arnold (L), 42′ Rebić (M), 44′ Díaz (M), 3’st Salah (L), 24’st Henderson (L).

Ammoniti: 13′ Bennacer (M), 16’st Díaz (M), 47’st Milner (L).

Note: al 14′ rigore parato da Maignan su Salah.

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