Milan vs Juventus non si può proprio definire una passerella di fine stagione, nemmeno quando è assolutamente ininfluente sulla classifica e cade all’ultima giornata di un campionato ormai assegnato.
C’è sempre nell’aria quel sottile vibrare che si percepisce quando in campo scendono le regine del football femminile italiano e le loro colleghe meneghine, che regine vorrebbero tanto diventare ma che per il momento sono ancora relegate al ruolo di damigelle d’onore.
14 maggio, ore 14,30. Sole pieno, caldo estivo, tribune gremite al Vismara Sport Center di Milano, casa base del Milan di Maurizio Ganz.
Atmosfera di festa, ambiente sereno e rilassato sia in campo sia sugli spalti, con i cori e le bandiere che sono quasi esclusivamente di marca bianconera. I numerosi tifosi del Milan salutano le proprie giocatrici con affetto, ma certamente hanno assai poco da celebrare con coreografie particolari.
Joseph Montemurro, mister juventino, schiera una formazione composta quasi in toto da giocatrici che in questa stagione hanno avuto meno opportunità di mettersi in mostra; definirle “riserve” non è simpatico… diciamo che le “titolari” sono poche.
Maurizio Ganz si gioca invece le carte migliori che ha, proponendo una formazione di partenza decisamente ambiziosa.
Anche cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Ancora una volta è la Vecchia Signora a controllare e vincere l’incontro, con un 1-2 conseguito in totale relax.
Poche, pochissime righe di cronaca. Al primo minuto il portiere della Juve Aprile esce con decisione dai pali e ferma un pericoloso affondo di Thomas. Al minuto 12 un traversone insidioso di Valentina Bergamaschi taglia l’intera area di rigore ma nessuna giocatrice è in grado di toccarlo deviandolo in porta.
Alla mezzora segna la Juventus con Zamanian: sinistro potente, Giuliani tocca un po’ goffamente e la sfera si insacca alle sue spalle. Il secondo gol ospite giunge con Pedersen, che raccoglie un appoggio di Stašková. Il caldo, l’atmosfera rilassata e la voglia di chiudere festosamente la stagione sono l’incentivo che porta entrambi gli allenatori a svuotare le panchine, dando vita ad una serie di cambi a ripetizione.
In pieno recupero giunge il gol della bandiera. Cross di Thrige e colpo di testa di Boureille. Finisce 1-2.
La Juventus è, per la quinta volta di fila, Campione d’Italia. Titolo strameritato, mai in discussione. Una squadra che in Italia per il momento non ha pari, nettamente superiore a tutte le altre, per caratura tecnica, convinzione nei propri mezzi e solidità mentale.
Qualche parola in più ci sentiamo di doverla spendere per il Milan. Un Milan che, in ogni caso, raccoglie sempre il nostro profondo affetto e la nostra convinta attenzione.
Una stagione difficile. Forse la più difficile di sempre, sia dal punto di vista dei risultati sia dal punto di vista della gestione ambientale del team.
La sconfitta nella finale di Coppa Italia 2020/2021, subita il 30 maggio dello scorso anno, doveva segnare nelle intenzioni di Casa Milan un punto di ripartenza. La vittoria della Roma ai calci di rigore aveva causato lacrime e rabbia e proprio da questa rabbia, e dalla voglia di rivincita dell’intero ambiente, doveva ripartire la stagione 2021-2022. Una stagione di svolta. Era arrivato il momento di mettere la freccia e svoltare, avviando un ciclo vincente.
Ma nulla è andato secondo i piani, ed ogni passaggio a seguire si è invece dimostrato foriero di inciampi e delusioni. Che, inevitabilmente, hanno condizionato l’equilibrio dello spogliatoio.
Nel gironcino preliminare di Champions (finalmente conquistato dalle rossonere) si parte bene. Una doppietta di Giacinti piega lo Zurigo il 17 agosto. Zurigo 1 – Milan 2. Ma l’incontro successivo è una vera e propria doccia gelata. Il 20 agosto l’Hoffenheim rifila un secco 2 a 0 alle ragazze di Ganz e spegne le ambizioni europee del Milan.
La Supercoppa Italiana 2021, la cui finale si disputa l’8 di gennaio 2022, riserva alla squadra del Milan un’altra profonda delusione. E’ la Juventus ad alzare il trofeo, in rimonta, segnando con Girelli la rete del sorpasso al minuto 88. In Coppa Italia si tocca forse il momento di disagio più imbarazzante. E’ ancora la Juventus a rappresentare l’ostacolo da superare, in semifinale. Una sconfitta si può mettere in conto, la squadra di Montemurro è una corazzata temibile. La partita di andata, giocata in casa, si rivela un incubo. La Juve vince 1 a 6 e concede il gol della bandiera al Milan solo al minuto 94. Sette tiri verso lo specchio della porta del Milan, sei reti. Probabilmente un record.
La partita di ritorno a Vinovo vede le ragazze di Ganz partire bene, 0-2 e poi 1-3. Niente male. Ma poi alla Juve salta la mosca al naso. Juventus 5 – Milan 3. Aggregato 11 – 4.
In campionato il Milan chiude al terzo posto, fuori dalla zona Champions che viene ipotecata da Juventus e Roma. Si sono viste prestazioni convincenti ed altre meno. A volte in campo è sceso un Milan concentrato ed in altre occasioni si è vista una squadra svagata e distratta, vittima di cali di tensione preoccupanti.
Un discreto girone di ritorno (dieci risultati utili consecutivi prima della caduta finale contro la Juve e 12 clean sheet) ci segnala una formazione che in corso d’opera ha ritrovato una rotta meno perigliosa di quella seguita in avvio di stagione. Ma la navigazione in acque ferme non può essere l’ambizione di una società come il Milan che deve, per storia e blasone, non accettare nulla altro che l’ambizione della vittoria finale. Sempre e comunque.
Cosa ci dicono i numeri. Proviamo a fare un’analisi dei numeri di questa stagione, utilizzando i dati ufficiali della FIGC relativi al campionato.
Come detto, il Milan si è classificato al terzo posto, disputando 22 incontri. 14 vittorie – 4 pareggi – 4 sconfitte. Un 63,60% di vittorie contro una percentuale dell’86,40% realizzata dalla vincitrice Juventus ed un 77,30% della Roma, seconda classificata.
A seguire le statistiche dei reparti DIFESA – DISTRIBUZIONE GIOCO – ATTACCO.
Puo’ essere interessante analizzarli per meglio comprendere le dinamiche della squadra, ma non dobbiamo dimenticare che quello che fa sempre la differenza (nel bene e nel male) sono le qualità delle singole giocatrici e la pianificazione tattica del gioco.
Non mi sembra corretto in chiusura di stagione sottolineare i meriti ed i demeriti delle singole calciatrici che, senza ombra di dubbio, hanno messo tutte in campo determinazione ed attaccamento alla maglia. Commentando alcuni dei singoli incontri del Milan abbiamo segnalato quello che non convinceva; oggi ci limitiamo a fare un ragionamento complessivo.
Sarebbe però ingeneroso non citare coloro che hanno tenuto in piedi la formazione di Ganz nei momenti più delicati.
Credo che Fusetti, Adami, Agard, Bergamaschi e Tucceri Cimini abbiano dimostrato, al di là di ogni dubbio, cosa vuole dire indossare la maglia del Diavolo con successo.
Siamo alla vigilia di una rivoluzione epocale per il mondo del calcio femminile, la Serie A sta per essere riformata ed il professionismo è alle porte. Il primo tentativo di dare vita ad un ciclo rossonero vincente, che potesse scalzare il predominio sabaudo, non è andato a buon fine.
Rimaniamo in attesa di capire come la società intenderà riproporre per il futuro il progetto di un Milan vincente; avremo un Milan che consolida la struttura attuale oppure un nuovo progetto Milan 2.0 che ricostruisce dalle fondamenta?
In ogni caso il Milan della prossima stagione dovrà essere più performante e centrare uno degli obiettivi stagionali che quest’anno sono sfuggiti. Scudetto, Coppa Italia e partecipazione alla Champions non possono essere un “possibile traguardo”. Devono essere un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Siamo il Milan e (come dicono i gobbi)… “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Forza Milan e #FollowThe Rossonere
MILAN-JUVENTUS 1-2
MILAN (4-3-3): Giuliani; Guagni, Fusetti, Agard, Tucceri Cimini (35’st Longo); Jane, Adami (19’st Thrige), Boureille; Thomas, Piemonte (46’st Stapelfeldt), Bergamaschi. A disp.: Babb, Cazzioli; Codina; Selimhodzic; Cortesi, Miotto. All.: Ganz.
JUVENTUS (4-3-3): Aprile; Hyyrynen, Sembrant (19’st Skovsen), Nildén, Lenzini; Pedersen (19’st Cernoia), Zamanian, Grosso (30’st Rosucci); Hurtig (30’st Girelli), Bonansea (19’st Arcangeli), Stašková. A disp.: Forcinella; Boattin, Gama; Caruso. All.: Montemurro.
Arbitro: Sfira di Pordenone
Gol: 30′ Zamanian (J), 6’st Pedersen (J), 47’st Boureille (M).
Ammonite: 36′ Fusetti (M).