Forza Italia, la casa dei Riformisti

Forza Italia, la casa dei Riformisti

Si è tenuta ieri a Rho, comune della cintura metropolitana milanese, una manifestazione organizzata dalla corrente riformista di Forza Italia su iniziativa di Stefania Craxi e Gianluca Comazzi.

Il meeting, organizzato in collaborazione con i circoli locali azzurri, è stato ospitato nell’auditorium del Centro Convegni Mantovani Furioli, struttura di pertinenza del Collegio dei Padri Oblati.

Abbiamo partecipato a questo incontro per valutare sul campo l’atmosfera che si respira intorno al partito degli Azzurri dopo la scomparsa del suo fondatore Silvio Berlusconi.

La sala (250 posti a sedere per una capienza complessiva superiore ai 350 posti) è stata presa d’assalto sino dalle prime ore del mattino da una platea composta da iscritti, simpatizzanti e amministratori locali forzisti. Celati con discrezione tra gli astanti anche alcuni esponenti politici delle altre forze di governo, segno evidente che il “dove va Forza Italia” è un tema di interesse trasversale.

Veniamo accolti all’ingresso al Centro Convegni da un omaggio floreale, un simbolo che, inequivocabilmente, ci ricorda che questo meeting non è solo un momento di incontro pubblico di Forza Italia ma soprattutto un momento di lavoro programmatico della corrente riformista azzurra (semplifichiamo, gli ex socialisti), un garofano rosso.

Chi ha voluto questo momento e chi ha lavorato per la sua realizzazione   sono stati in particolare Stefania Craxi (presidente della 3^ Commissione permanente affari Esteri e Difesa del Senato) e Gianluca Comazzi (Assessore al Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia, il forzista più votato in Lombardia alle ultime regionali).

Che questo momento rappresenti, almeno nello scenario politico lombardo, che per Forza Italia è di fondamentale importanza, un momento di rilancio programmatico e un test per “contarsi” sul territorio è indubbio. La grande incertezza di natura elettorale che regna nella politica italiana (e tra gli elettori) riguarda il peso che il partito degli azzurri potrà avere dopo la scomparsa del carismatico fondatore Silvio Berlusconi.

La presenza dei media (compatti e stipati in ogni angolo di ripresa possibile) testimonia la riuscita dell’iniziativa. 

I motori si scaldano secondo un rituale già visto molte volte alle convention azzurre, sventolio di bandiere, un accenno musicale tratto dall’Inno alla Gioia di Beethoven (inno ufficiale dell’Unione Europea, chi deve capire, capisca) e infine l’Inno di Mameli.

In prima fila in platea siedono generali e colonnelli di Forza Italia; in determinati momenti anche la sola presenza vale come implicita testimonianza di unità interna. Molti di loro prenderanno in seguito la parola.

Ecco quindi Maurizio Gasparri (capogruppo FI in Senato), Gabriele Albertini (già sindaco di Milano), Letizia Moratti (Presidente della Consulta Forza Italia), Licia Ronzulli (vice presidente del Senato), Stefano Pillitteri (già assessore del Comune di Milano), Alessandro Sorte (deputato e coordinatore regionale) guidare la nutrita pattuglia di dirigenti di partito provenienti da tutta Italia.

Seduti al tavolo posto sul palco Stefania Craxi, Gianluca Comazzi, il giornalista Paolo del Debbio, Nicola Carnovale e il coordinatore nazionale Antonio Tajani.

Gianluca Comazzi

Gianluca Comazzi, che funge da coordinatore dei lavori, ha aperto i lavori con un intervento appassionato che ha ricordato ai presenti le origini della corrente riformista azzurra, nata e cresciuta come eredità del lavoro politico di Bettino Craxi ancora prima che di Silvio Berlusconi che di Craxi fu grande amico.

La proiezione di un video di circa 15 minuti che ripercorre cronologicamente sia la vicenda politica di Craxi sia la nascita di Forza Italia ha fatto correre un brivido d’orgoglio sul volto di molti partecipanti che, non più giovanissimi, hanno vissuto quei momenti. Una platea decisamente over 50 se non 60.

L’intervento di Gabriele Albertini tocca subito un punto saliente dei lavori (poi ripreso in altri interventi) ovvero dare un senso a Forza Italia ancora oggi nel rispetto delle diverse origini politiche dei propri iscritti. 

“in questa sala molte anime concorrono insieme, quella riformista socialista, quella liberale, quella cattolica. Questa oggi è la nostra casa, noi rimaniamo oggi insieme conservando noi stessi, le nostre opinioni e i nostri pensieri… con il desiderio di stare in una comunità dialettica comune”.

Licia Ronzulli ha sostenuto che “dal 1994 noi siamo la casa dei riformisti, quella casa che non poteva non essere la naturale prosecuzione della storia politica e della visione di Bettino Craxi, un uomo che ha anticipato la storia e i processi storici del nostro paese”. 

Licia Ronzulli e Stefania Craxi

L’intervento di Stefania Craxi ha rappresentato il fulcro dei lavori. Una relazione, non tenuta a braccio ma scritta e letta con una certa emozione di fondo, che ripercorre con lucidità gli ultimi trent’anni della storia politica nazionale. Una relazione molto apprezzata e attesa dall’intera platea.

Un’insegnante seduta di fianco a me mi sussurra che farà sentire ai propri allievi la registrazione di questa relazione. C’è nell’aria una certa esaltazione di fondo. Nel rispetto di ogni opinione, la formazione politica dei giovani non la curerei nelle scuole pubbliche. Fornirei loro gli strumenti per elaborala per conto proprio, insegnerei piuttosto loro la storia.

E’ quindi la volta dei pubblici amministratori che Gianluca Comazzi ha chiamato a testimoniare il fatto che Forza Italia è ancora oggi una formazione politica radicata sul territorio. 

Ecco quindi alternarsi velocemente ( ma non troppo nonostante il passare del tempo) 

Francesca Caputo (direttivo Forza Italia Rho), Vito Bellomo (sindaco di Melegnano), Giuseppe Marchionna (sindaco di Brindisi), Corrado Landolina (presidente della Provincia di Vibo Valentia), Livio Bossi (sindaco di Boffalora d’Adda), Luisa Taglieri (candidata alla Regione Abruzzo), Roberta Tellini (Arese), Stefano Fatale (assessore del Comune di Terni), Francesco Variato (consigliere città metropolitana di Milano), Franco Dal Mas (già senatore di Forza Italia), Simona Tironi (Consigliera della Regione Lombardia), Ruggero Invernizzi (Consigliere della Regione Lombardia), Marzio Nava (Consigliere Municipio 2 Milano), Sergio Verrecchia (dal Veneto), Pier Ernesto Irmici (di Roma capitale), Angelo Scavone (presidente della Società Dante Alighieri di Bologna).

A ridare tono alla platea è Paolo Del Debbio (applauditissimo) che ripercorre i primissimi anni della formazione azzurra e traccia un profilo interessante dei metodi della comunicazione politica attuale.

Maurizio Gasparri torna sul tema delle differenti origini da cui provengono i militanti di Forza Italia (le sue sono forse le più lontane in assoluto da quelle riformiste socialiste degli organizzatori). “Ci sono numerosi temi che ci uniscono. Uno di questi è la volontà di una  riforma delle istituzioni. C’è chi da destra vagheggiava il presidenzialismo, c’era chi voleva la Grande Riforma, traguardi che non si sono realizzati. Berlusconi è riuscito a realizzare una riforma sostanziale…della Costituzione materiale introducendo di fatto l’elezione diretta del premier, creando con il bipolarismo un fatto che i presidenti della Repubblica non potevano ignorare…”

Temi caldi, temi di grande attualità.

L’intervento più atteso è stato senza dubbio quello del coordinatore nazionale e ministro degli Esteri Antonio Tajani

Una trentina di minuti che hanno toccato numerosi temi di attualità, un intervento dal quale sarebbe poco indicato estrapolare solo qualche passaggio correndo il rischio di renderlo avulso dal ragionamento generale proposto a una platea attentissima.

Corre in nostro aiuto il fatto che la registrazione integrale e la video ripresa dell’evento è disponibile (grazie alla sempre preziosa opera di Radio Radicale) attivando questo link:

https://www.radioradicale.it/scheda/719894/forza-italia-la-casa-dei-riformisti

L’impressione ricevuta è che Forza Italia sia ancora viva e vegeta. Quell’atmosfera di disarmo post Silvio che molti hanno ventilato ieri non si è percepita, anzi la voglia di puntare verso un elettorato moderato non soddisfatto dalle proposte del centrosinistra era palese.

Sovranismo & co., temi totalmente non pervenuti.

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