Ci sono nel mondo luoghi speciali
che hanno la capacità di creare legami
forti e speciali con le persone.
Ci sono nel mondo luoghi speciali che hanno la capacità di creare legami forti e speciali con le persone. E’ magia, semplicemente magia. Lo so, di questi tempi alla magia non si crede più e la si considera poco più di un fenomeno alla Harry Potter, una sciocchezza ideata dalla Disney per poter lanciare personaggi come la Maga Magò o la Strega di Biancaneve. Oppure la si assimila nella sua veste dark alla superstizione, alla stregoneria, all’occultismo. Alla magia l’uomo crede ed interagisce sino dai suoi albori. Il vocabolo “magia” (in greco Μαγεία) deriva dal termine con cui venivano indicati nell’antica Grecia gli antichi sacerdoti zoroastriani provenienti dalla Persia. Mi è sempre piaciuta la definizione che ne diede all’inizio del secolo scorso l’antropologo inglese Alfred Reginald Radcliffe Brown: la magia, una forza non individualizzata ed insita in tutte le cose che permea l’atto magico (il rituale), chi lo compie (lo sciamano), quanti vi assistono (la società) e l’ambiente in cui viene svolta l’azione (la natura).
Mi è capitato pochi giorni fa di assistere ad una piccola magia. Seguo lo schema di Radcliffe Brown per raccontarla: l’ambiente, Cortina d’Ampezzo, probabilmente il più bello tra tutti gli angoli montani del nostro Paese; la perla delle Dolomiti, un angolino di Paradiso. L’atto magico: tre gare che danno vita ad un appuntamento tra i più attesi e iconici dello sport, la Coppa del Mondo di sci. La società: atleti, giornalisti, sportivi, turisti, tifosi.
Lo sciamano: una giovane donna americana, una campionessa dello sci, Lindsey Vonn.
Chi è Lindsey? Mettevi comodi che ne parliamo per una decina di giorni… Oppure facciamo una sintesi estrema della persona e del personaggio evidenziandone i tratti che la rendono da tanti anni carismatica, idolatrata, imitata, invidiata in tutto il mondo.
Lindsey Vonn è nata il 18 ottobre del 1984 negli Stati Uniti, a Saint Paul, una cittadina del Minnesota, stato confinante con il Canada. Sino al 2007 ha portato il suo cognome da nubile, ovvero Kildow; successivamente (anche dopo la separazione dal marito) ha mantenuto il cognome da spostata, Vonn. Da bambina si trasferisce con la famiglia nel Colorado, a Vail, una delle più rinomate stazioni sciistiche statunitensi.
Ed ecco il primo ingrediente che il destino getta nel calderone magico: dai lontani United States of America Lindsey viene proprio in Italia a vincere la sua prima competizione; il Trofeo Topolino che lei conquista nel 1999 vincendo lo slalom speciale. Con il suo bel trofeo dal naso lungo la piccola Lindsey torna in patria ed inizia ad imporsi nelle gare nord-americane. Si trova a proprio agio sia nelle specialità tecniche sia nelle discipline veloci e debutta prima in Coppa Europa e successivamente in Coppa del Mondo. Nel 2002 – a soli 17 anni – veste il pettorale a stelle e strisce alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City, arrivando sesta in combinata. Da quel momento la sua ascesa tra le più grandi protagoniste dello sci diventa irrefrenabile.
Dal dicembre 2004 ad oggi Lindsey sale 137 volte su un podio di Coppa del Mondo
Non è possibile raccontare in dettaglio ogni sua stagione, ogni sua gara, rimarremmo davvero qui una vita. Facciamo un piccolo riepilogo dei suoi successi.
Dal dicembre 2004 ad oggi Lindsey sale 137 volte su un podio di Coppa del Mondo collezionando 43 ori in discesa libera, 28 in SuperG, 4 in slalom Gigante, 2 in slalom (per intendersi…lo speciale), 5 in combinata. Gli altri argenti e bronzi…mancia! In fondo sono solo altre 55 medaglie… Robetta per la quale molte altre sciatrici forse venderebbero l’anima al diavolo.
Vincitrice della Coppa del Mondo assoluta nel 2008, 2009, 2010, 2012. Vincitrice della Coppa di discesa libera 2008, 2009,2010,2011,2012,2013,2015,2016.
Vincitrice della Coppa di SuperG nel 2009,2010, 2011,2015. Vincitrice della Coppa di Combinata nel 2010,2011,2012.
Passata la vertigine? Si? Allora adesso ve la faccio tornare!
Giochi olimpici: 1 oro a Vancouver 2010 – Discesa Libera. — Bronzo a Vancouver 2010 SuperGigante — Pyeongchang 2018 discesa libera.
Campionati Mondiali. 2 ori (discesa libera, SuperGigante a Val d’Isere 2009) — — 3 argenti (discesa libera, SuperGigante a Are 2007; discesa libera a Garmisch 2011) — 2 bronzi (SuperGigante a Vail – Beaver Creek 2015; discesa libera aSankt Moritz 2017).
In mezzo a questo ubriacante palmares, Lindsey trova il modo di vivere una vita da assoluta protagonista, collezionando anche momenti di difficoltà. Diversi infortuni, un periodo di depressione, lo stress di una vita passata sotto il costante occhio di telecamere e macchine fotografiche. Non solamente a causa dei suoi continui successi sportivi ma anche a cagione di una serie di relazioni sentimentali intrecciate con uomini seguiti a loro volta dal grande circo mediatico, come il golfista Tiger Woods o il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton.
Pur difendendo ove possibile la propria privacy, Lindsey non si nasconde al pubblico, rendendosi perfettamente conto del suo ruolo di celebrity oltre che di atleta di alto livello. Nel 2016 per lanciare il suo libro Strong is the new beautiful (La forza è la nuova bellezza) posa senza veli indossando solo scarponi e racchette da sci. Anche questa performance ci aiuta a comprendere il suo personaggio, audace e mai inelegante.
Attiva nel sociale la Vonn ha creato una Fondazione che porta il suo nome; mission di questa fondazione è aiutare in particolare le donne a realizzare i propri sogni. Molte atlete statunitensi oggi possono gareggiare (e vincere) grazie al supporto logistico, morale ed economico della Lindsey Vonn Foundation; un concreto aiuto per la ricerca del diritto alla felicità, che è presente nella Costituzione americana.
Ma torniamo al nostro calderone magico.
Lindsey rientra da un infortunio proprio a Cortina, la località italiana dove è scesa in pista venti volte e dove per dodici volte ha trionfato. Tra la località ampezzana e Lindsey esiste un legame energetico ed affettivo molto forte, qui la ragazza di Saint Paul si sente a casa, qui gli ampezzani non l’hanno mai considerata un’ospite ma quasi una di loro. Lindsey gareggia ma questa volta sulla neve non vince.
Il sabato sera (in occasione della scelta dei pettorali del superG di domenica) sale sul palcoscenico montato nella piazzetta al centro di Cortina, alle spalle della chiesa, il cuore del paese. Gli speaker della manifestazione (Zoran Filicic e Lorenzo Pinciroli) se la tengono vicina, quasi come se non volessero mai vederla andare via e la presentano alle tantissime persone presenti, che hanno occhi solo per lei.
Poi, a sorpresa, sul mega schermo parte un video che racconta tutte le sue gare ampezzane. Ed ecco che la ragazza che da sempre vive sotto la luce dei riflettori e che sa gestire il suo ruolo di star alla perfezione, attiva la seconda magia. Piange, semplicemente piange e quasi non riesce ad articolare una semplice parola. Troppa è la commozione, troppo forte è il coinvolgimento. Rispetto + ammirazione + amore + gratitudine = Cortina 2019.
Domenica 20 gennaio 2019. SuperGigante, ultima gara a Cortina della sua carriera. Lindsey esce e non completa la gara. Scende piano piano sino al traguardo dove viene sommersa dagli applausi. La gara si ferma, i tempi del collegamento internazionale tv non contano più per nessuno. L’abbraccio del pubblico è intenso. Pur avendo assistito a centinaia di eventi sportivi di alto livello, sento un brividino scendere lungo la mia schiena.
E poi arriva lei… senza preavviso alcuno. Si sveglia al mattino presto e decide di venire a vedere l’ultima discesa ampezzana di Lindsey Vonn; quindi sale in macchina, brucia qualche autovelox, ipoteca i punti patente delle prossime due vite ed appare dal nulla nel parterre dell’arrivo. Il pubblico si anima come percorso da una scarica di corrente elettrica a mille volt. Mille mani si protendono verso di lei alla ricerca di un saluto, del battere di un “cinque”; i più intraprendenti si lanciano verso la balaustra a caccia di un selfie. Scarpe da ginnastica, pants neri, maglioncino sul beige, in ottima forma fisica, viso rilassato e sorridente, quasi radiosa, nonostante un’assenza dai campi di gara che di certo avrebbe demoralizzato pesantemente chiunque. Per abbattere lei ci vuole ben altro. Di colpo la gara perde quasi di interesse e persino Mikaela Shiffrin, seduta sulla poltrona del leader di giornata, sembra dimenticata. Tutti se la contendono, dagli speaker Zoran e Lorenzo, alle compagne di squadra, dalle atlete delle altre nazionali ai giornalisti provenienti da tutto il mondo. Carismatica e trascinante; ovviamente sto parlando di Sofia Goggia, la medaglia d’oro olimpica di discesa libera e certamente la sportiva più amata da tutti gli italiani. Forse l’unica che è capace di ricevere da Cortina l’affetto dimostrato negli anni a Lindsey.
Sono entrambe commosse, gli occhi sono lucidi. Il mazzo di fiori passa tra le mani di Lindsey mentre Sofia accenna un inchino, segno di ideale reverenza davanti ad un mito dello sport moderno.
Terzo atto atto della magia.
Sofia ha tra le braccia un grande mazzo di fiori. Lindsey non si è ancora tolta gli sci e sosta all’arrivo sotto una pioggia di applausi. La nostra azzurra le corre incontro e la abbraccia con tutta la forza che ha (per esperienza personale posso garantirvi che quando Sofia vuole trasmetterti il suo affetto il suo abbraccio stritola…). Sono entrambe commosse, gli occhi sono lucidi. Il mazzo di fiori passa tra le mani di Lindsey mentre Sofia accenna un inchino, segno di ideale reverenza davanti ad un mito dello sport moderno.
Dirà poi “Lei piangeva al traguardo, poi Cortina è la sua pista preferita. Noi non ci rendiamo conto dell’icona sportiva che è Lindsey Vonn, ha vinto 82 gare di Coppa del mondo e noi abbiamo avuto la fortuna di competere con un mostro sacro di questo sport, potremo raccontarlo tra cinquant’anni. La guardo sempre con gli occhi della bambina che la ammirava in televisione, anche se l’anno scorso abbiamo battagliato insieme in Coppa del mondo e le ho soffiato la coppetta all’ultima gara. Ho visto le immagini dell’omaggio che le ha fatto Cortina e ho sentito la sua emozione”.
Queste cose accadono una sola volta nella vita, sono momenti unici ed irripetibili, frutto della combinazione di elementi che io continuo definire “magici”.
Arrivederci Lindsey Vonn e grazie di tutto e buona vita.
Torneremo a parlare a breve delle gare di Cortina 2019 e dei progressi che la località ampezzana sta facendo in vista dei suoi appuntamenti futuri (finali di Coppa del Mondo 2020 – Mondiali 2021 e poi… ).
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