Marcel van Basten, detto Marco.

Marcel van Basten, detto Marco.

Marcel van Bastendetto Marco. Classe 1964 (classe di ferro… Checco Zalone direbbe che noi del ’64 siamo “una classe fortissimi”) ha festeggiato pochi giorni fa, lo scorso 31 ottobre, 55 anni.

Nel corso della partita Milan vs Spal san Siro gli ha dedicato un lunghissimo applauso augurale, guidato dallo speaker rossonero Germano Lanzoni.

Molti di noi in questo momento staranno pensando “mi sembra di vederlo ancora in campo, quasi che il tempo non fosse mai passato… mi sembra ieri che…”.

il Leonardo da Vinci del calcio mondiale.

Adriano Galliani

Ed invece sono passati tanti anni da quel 17 agosto 1995 (era fermo dal 1993), il giorno del suo addio al calcio.

Ripercorriamo le tappe della carriera sportiva di colui che Adriano Galliani definì il Leonardo da Vinci del calcio mondiale.

Marco nasce il 31 ottobre del 1964 in Olanda, nella cittadina di Utrecht, la quarta città olandese per numero di abitanti, poco più di 350.000. Il padre Joop (ex calciatore e vincitore di uno scudetto in gioventù nel 1958) gli infila gli scarpini da calcio a sei anni, facendolo giocare in diverse formazioni giovanili, prima tra tutte proprio quella della sua città. Marcel promette bene sin da piccino tanto che Leo Beenhakker prova a portarlo nel Feyeenoord, una delle squadre di prima divisione di Rotterdam, senza tuttavia riuscirvi.

Nel 1981 Marcel firma per l’Ajax di Cruijff. L’anno successivo veste la maglia orange della nazionale under 18, rifilando tre gol ai pari età italiani giunti in finale in un torneo internazionale giocato in Francia. Da quel momento la sua carriera prenderà il volo, sino a farlo diventare (a detta di molti) il più forte centravanti della storia del calcio.

Debutta in prima squadra sempre nel 1982 sostituendo Johann Cruijff nella partita giocata dall’Ajax contro il NEC e segna uno dei cinque gol della vittoria.

Riepiloghiamo i suoi successi in terra natìa.

Tre Campionati nazionali 1981-82. 1982-83. 1984-85. Tre Coppe Nazionali dei Paesi Bassi. 1982-83. 1985-86. 1986- 87. Una Coppa delle Coppe. 1986-87. Capocannoniere del Campionato olandese: 1983-84. 1984-85. 1985-86 (con vittoria della Scarpa d’Oro) 1986-87.

Nell’Ajax Marco scenderà in campo 172 volte segnalo 152 reti. Una media da alieno del calcio. In Nazionale Marco colleziona un totale di 58 presenze impreziosite da 24 goal. La sua segnatura nella partita giocata dall’Olanda contro l’Unione Sovietica durante l’europeo del 1988 è stata premiata da World Soccer come il secondo gol più bello della storia del calcio.

Ed ora veniamo al Marco van Basten che a noi tutti è più caro, il Marco rossonero. 188 centimetri per 80 chilogrammi, elegante, longilineo, maestoso.

Quando gioca e vince la finale della Coppa delle Coppe con la maglia dei lancieri dell’Ajax Marcel è già un giocatore del Milan. Inizialmente fu la Fiorentina ad acquistarlo, ma a causa del mancato pagamento del contratto l’acquisto non si concretizzò ed il contratto venne dichiarato sciolto. Il Milan acquista il Cigno di Utrecht per due milioni di franchi svizzeri, pari a circa un miliardo e settecentocinquanta milioni di vecchie lire, pagandolo quanto stabilito dal parametro UEFA di allora.

Marco è reduce dalla vittoria dell’Europeo conseguita in Germania con la nazionale olandese ed insieme ai suoi compagni di squadra Gullit e Rijkaard mette nel mirino la Coppa dei Campioni. Il Milan, dopo nove anni di assenza, nel 1988-89 torna a giostrare nella regina delle competizioni per club e si propone come candidato di rilievo per la conquista dello scudetto.

La stagione di Marco è caratterizzata da numeri da sogno. Van Basten segna 33 gol (19 in Serie A, 10 in Coppa Campioni, 3 in Coppa Italia e 1 in Supercoppa italiana) e conquista il Pallone d’Oro. In Coppa dei Campioni firma 10 gol, e tra questi c’è il colpo di testa in tuffo contro il Real nell’1-1 dell’andata a Madrid, quello del 5-0 del ritorno a san Siro e la doppietta nella vittoriosa finale contro la Steaua. Trionfo assoluto.

Nella finale di Tokyo van Basten non va in gol ma mette lo zampino nella costruzione del secondo e del terzo gol.

A novembre un suo gol al Barća nella finale di andata contribuisce alla conquista della SuperCoppa europea. A dicembre, subito dopo la conquista della Coppa Intercontinentale, Marcel vince il secondo Pallone d’oro consecutivo.

In campionato, vinto sul filo di lana dal Napoli di Maradona, segna 19 gol, che gli valgono il primo titolo di capocannoniere. Con il Milan raggiunge ancora la finale di Coppa dei Campioni, segnando gol che risultano decisivi. Il Milan vince il 23 maggio contro il Benfica al Prater di Vienna (1-0) la Coppa dei Campioni. Il lancio di prima intenzione che libera Rijkaard e gli consente di segnare il gol decisivo porta la firma del Cigno di Utrecht. Nel 1990-91 il Milan riconquista la Supercoppa europea e l’Intercontinentale, contro l’Olimpia Asuncion . Nella finale di Tokyo van Basten non va in gol ma mette lo zampino nella costruzione del secondo e del terzo gol.

Nella stagione 1991-1992 sulla panchina del Milan arriva Fabio Capello che sostituisce Arrigo Sacchi. Van Basten ottiene nuovamente il titolo di capocannoniere con 25 gol, segna nel derby e porta per tre volte a casa il pallone (premio riservato a chi segna una tripletta).

Durante la stagione successiva realizza due quaterne: la prima al San Paolo di Napoli (Napoli 1 – Milan 5), la seconda nella gara casalinga di Champions contro il Goteborg.

Pochi giorni dopo, a dicembre, gli verrà consegnato il Pallone d’oro, il terzo della sua carriera: l’impresa è riuscita in precedenza soltanto a Cruijff e Platini.

Il giorno seguente alla consegna del Pallone d’oro, van Basten decide di recarsi in Svizzera per farsi operare alla caviglia: la prognosi è di due-tre mesi, la sosta effettiva sarà di circa quattro mesi. Al rientro durante Ancona-Milan segna l’ultimo gol della sua carriera; il 16 maggio 1993, contro la Roma, gioca la sua ultima partita di campionato.

In Champions chiude la sua carriera durante la finale che il Milan perde per 1 – 0 contro il Marsiglia, nonostante una caviglia ancora molto dolorante. La sua ultima stagione di gioco si chiude con 20 reti in 22 partite tra campionato e coppe.

“Dove troveremo un altro così?”

La Gazzetta dello Sport

17 agosto 1995, all’età di 30 anni, 9 mesi e 17 giorni, Marcel van Basten detto Marco lascia ufficialmente il calcio giocato a causa di una caviglia destra che non ha mai voluto guarire e che l’ha fatto soffrire in modo indicibile.

“La notizia è breve. Semplicemente ho deciso di smettere di fare il calciatore. Grazie a tutti quanti”.

Si spegne la luce a san Siro. “Dove troveremo un altro così?” titolava il giorno dopo l’annuncio del suo ritiro la Gazzetta dello Sport.

L’11 maggio 2003 ha iniziato la sua avventura da allenatore. Nel luglio del 2004 viene nominato Commissario tecnico della nazionale Orange. Resta alla guida della nazionale anche nel biennio successivo e centra la qualificazione per gliEuropei del 2008, in cui la nazionale olandese viene eliminata ai quarti.

Nel giugno 2008 lascia la nazionale per allenare l’Ajax che smetterà di allenare nel maggio 2009 dopo avere mancato la qualificazione alla Champions. Dopo alcune altre esperienze poco gratificanti in panchina nel 2016 entra a far parte dello staff di Gianni Infantino – attuale presidente della FIFA – con il ruolo di Chief Officer for Technical Development.

Si dimette da tale incarico nell’ottobre 2018 ed attualmente è ambasciatore del calcio per la UEFA.

Durante i festeggiamenti per il centenario del Milan nel dicembre 1999, van Basten è stato eletto “attaccante milanista del secolo”.

Maradona disse: “Se non si fosse fatto male, sarebbe diventato il più grande di tutti. Per sempre”. Per noi Diavoli rossoneri LUI E’ IL PIU’ GRANDE DI SEMPRE.

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